FILOSOFIA

FILOSOFIA FILOSOFIA Ciò che leggeva Marx S. S= Prawer LA BIBLIOTECA DI MARX Garzanti, Milano hw pagine, iv.wv m*s (franca d'agostini) Il giovane Marx, prima di dedicarsi totalmente alla filosofia, all'economia, alla politica (scienze serie e severe), sembra fosse un pessimo scrittore di poesie romantiche, ed anche nei suoi scritti scolastici non rimanesse indifferente al fascino della parola poetica. Le sue prove di tedesco, al liceo, furono giudicate «viziate da un'esagerata ricerca dell'espressione insolita e pittoresca»: si trattava forse di quella stessa cura dell'efficacia drammatica del testo che ritroviamo nelle prime pagine del Manifesto del partito comunista, Il rapporto tra Marx e la letteratura si rivela dunque molto più interessante di una semplice curiosità filologica o biografica, perché potrebbe consentire un contributo insolito a quel proce¬ dimento di separazione tra Marx e il marxismo tentato recentemente in vàrio modo. In particolare, lo scopo di Prawer si dichiara come tentativo, di superare l'enorme confusione generata dagli studi convenzionali sul pensiero esletico di Marx. Egli dunque interviene in tre direzioni: analizzando ciò che Marx ha detto della letteratura in vari momenti della sua vita; quale uso egli fece dei romanzi, delle poesie, delle opere teatrali, lette per istruzione o per diletto; infine, come egli introdusse J in opere teoriche la terminologia e i concetti della critica letteraria. Il libro procede secondo una linea cronologica, dagli scritti giovanili alla critica dell'economia politica; e in ogni fase dell'opera marxiana ritrova questa triplice influenza della letteratura, ora esplicitamente dichiarata da Marx, ora fatta funzionare nascostamente come arma retorica in ogni tipo di discorso: filosofico, politico, economico. Alleo Valle MOMENTI E VALORI DELLA SPIRITUALITÀ' ROSMINIANA Centro Internazionale di Studi rosrninian! - Stresa Città Nuova, Roma, 269 pagine, 5000 lire (ugo perone) La spiritualità rosminiana è stata sempre, per dir così, una spiritualità minoritaria nella Chiesa. A ciò hanno contribuito ragioni storiche e motivazioni culturali. I sospetti nutriti nei riguardi di Rosmini in primo tempo, più recentemente l'affermarsi vigoroso di una cultura di stampo neotomistico, hanno lasciato sempre ai margini della cultura cattolica la filosofia e la spiritualità rosminiana. Ciò non ne ha impedito però una tenace diffusione, i cui frutti nella vita ecclesiale sono stati sovente innovativi e di maggiore apertura rispetto almeno alle posizioni più ufficiali. E' di un certo interesse quindi leggere questo volumetto, che nonostante qualche concessione al tono didattico e agiografico, ha il merito di presentarci, attraverso l'analisi dei documenti posti da Rosmini a fondamento della Congregazione religiosa da lui fondata, i tratti di una spiritualità che ebbe efficacia al di là e al di fuori dell'istituto religioso stesso. Ciò che forse più colpisce il lettore laico è lo sforzo di mediazione che le informa: il riferimento a S. Ignazio ma insieme rinnovazione e la maggiore apertura ecclesiale; l'equilibrio delle regole; il tentativo di fondare una congregazione ponte tra ordini monastici e sacerdoti secolari; la centralità del tema della carità. <

Luoghi citati: Milano, Roma