Il poliziotto è in coda, aspetta le riforme di Fabrizio Carbone

Il poliziotto è in coda, aspetta le riforme B grave problema delle forze dell'ordine: un libro entra nel dibattito Il poliziotto è in coda, aspetta le riforme M E NT RE in Parlamento è in corso il confronto tra le forze politiche sul tema dell'Ordine Pubblico e la Riforma della Polizia esce un libro di Franco Fedeli: Polizia e Democrazia (pagine 173, lire 4.000), pubblicato da una nuova casa editrice di Pordenone, Studio Tesi. Fedeli, fondatore di «Ordine Pubblico» e attualmente direttore della rivista «Nuova Polizia», uno dei principali protagonisti delie lotte per la smilitarizzazione e l'istituzione del sindacato di PS, ha raccolto in questo volume i suoi interventi più significativi. Fabrizio Carbone per «Tuttolibrì», prendendo spunto dal libro, ha intervistato Franco Fedeli e Oscar Mammì, Presidente della Commissione Interni della Camera, sulle prospettive della Riforma. RACCOLTI in volume gli articoli più significativi di Franco Fedeli, portavoce dal 1966 delle esigenze, delle preoccupazioni, delle richieste di cambiamento dei poliziotti italiani, appaiono come il concentrato di una realtà rht «b tlUlallV 1% r>«*> ry J, C4 V* IVliiU' VOV111V . mento costante della maggioranza delle forze di pubblica sicurezza alla vita civile e democratica del Paese. Fedeli cominciò nel '66 a dirigere la rivista «Ordine Pubblico» con un taglio nuovo: far parlare gli agenti, gli appuntati, i sottufficiali, gli ufficiali dei problemi interni ad una struttura, militarizzata nel '43, gerarchica e autoritaria. Gli editoriali di «Ordine Pubblico» coincidono quindi con i primi movimenti nelle caserme per arrivare già nel dicembre del '69 (in piena strategia della tensione) alla clamorosa protesta degli agenti di Milano dopo la morte di Vincenzo Annarumma. Fedeli commenta i fatti con durezza e attacca i massimi vertici della polizia, cita fatti e dati, cifre che raccoglie con inchieste interne alle caserme e chiede un dialogo con i ministri in carica, con i questori e i comandanti della ps. A leggere questi editoriali si entra di colpo in un ambiente che pochi in Italia conoscono; si comincia a risalire un baratro. L'idea di Fedeli è quella di smantellare il concetto che l'opinione pubblica ha di un «corpo separato», istituito per la tutela del cittadino e invece visto come «sbirro» al servizio di una parte. Cosi, mese per mese, dalle pagine di --^luni^ i uuuuw» i/Owu una uguia uiiv/va ui ziotto, più reale e vicina ai problemi comuni al resto della popolazione. Cosi, di pari passo, nasce il «movimento»: prima i timidi tentativi di costituire il «comitato studi per il rinnovamento» della polizia; gli incontri clandestini con differenti forze politiche democratiche, con i sindacati confederali. Poi le uscite allo scoperto, le prime assemblee, gli incontri e le riunioni ufficiali, scanditi dalle azioni repressive di vertice (inchieste disciplinari, trasferimenti, espulsioni dal corpo). Infine la proposta di chiedere la sindacalizzazione, la smilitarizzazione (che non vuol dire — come qualcuno afferma — disarmo. Esempio: le teste di cuoio tedesche sono organismo civile e non militare) e la riforma. Una cronologia di fatti, punteggiata dalle promesse degli ultimi tempi da parte del ministro Cossiga, dagli impegni presi dal governo. Dietro a lutto ciò l'immagine livida dei terrorismo che colpisce e uccide le forze dell'ordine con sempre maggiore accanimento, quasi a voler ricacciare lontano iu spettro, per la criminalità, di una «nuova» polizia, efficiente, organizzata e coordinata in modo diverso. A cavallo del libro c'è la cronaca sintetica di * A'- ~ «U.H.ir, ^nlln ri « .1 \.'A.~.*~* D..UUI. un tuuuuiu Cinavulna vita ui «v/Juuib i uuun- co»: il licenziamento di Fedeli da parte dell'editore, l'occupazione della rivista, la solidarietà de» poliziotti' c Ueiie, forze politiche democratiche, la decisione della magistratura di invalidare il licenziamento, il secondo licenziamento di Fedeli, la battaglia per la difesa del giornale e infine la nascita della rivista «Nuova polizia - Problemi dello Stato», diretta da Franco Fedeli. Un libro invitante. Fedeli nei suoi scritti è polemico, duro, incessante. Attacca senza mezzi termini e con parole chiare. La durezza dei suoi interventi è forse eccessiva, a volte è violenza verbale. Appare chiara la radicalizzazione dello scontro: da una parte coloro che lottano per un cambiamento da tutti ritenuto necessario (anche se a parole); dall'altra la reazione di chi si oppone alla nascita di una polizia diversa. Ha torto Fedeli nella veemenza dei suoi attacchi oppure hanno sbagliato coloro che hanno fatto e fanno di tutto per ostacolare il rinnovamento di un settore, delicato e importante per la difesa, non solo delle istituzioni, ma di tutti i cittadini della Repubblica? Ai lettori il compito di giudicare. Fabrizio Carbone

Persone citate: Cossiga, Fabrizio Carbone, Fedeli, Franco Fedeli, Oscar Mammì, Vincenzo Annarumma

Luoghi citati: Italia, Milano, Pordenone