Sartre, antropologo dell'Io

Sartre, antropologo dell'Io Nuovi studi sull'opera del filosofo francese Sartre, antropologo dell'Io Franco Fergnani LA COSA UMANA Esistenza e dialettica nella filosofia di Sartre Feltrinelli, Milano 272 pagine, 8000 Sire OPERA sartriana è tornata agli onori della cronaca grazie all'allestimento televisivo delle Afoni sporche curato dal regista Petri. Non sappiamo quale sia stato 1'«indice di gradimento» del celebre dramma. Sappiamo però che la sua riproposta a distanza di trent'anni dalla data (1948) della sua «prima» teatrale ha suscitato un'eco vastissima su tutti i giornali. E' una conseguenza, indubbiamente, della singolare attualità di certi temi all'interno del dibattito che sta coinvolgendo tutta la sinistra italiana, e con essa alcune categorie (il Politico) e alcune nozioni teorico-morali (l'individuo, le sue scelte esistenziali). Ma, più in generale, è anche una prova della perdurante «presenza» di Sartre nel mondo contemporaneo. Già a partire dall'immediato dopoguerra — vedi le polemiche di certo marxismo — si è cercato di accreditare la tesi che la filosofia sartriana era superata, vecchia — o addirittura defunta. La stessa tesi è stata rilanciata periodicamente, con ostinata \ costanza, fino si può dire ai nostri giorni. Chi non ha in mente le dure prese di posizione dei Lévi-Strauss, dei Foucault, degli Althusser? Ma nonostante il variare dei nemici e delle accuse, Sartre non è stato mai realmente liquidato. Anzi, se il Sessantotto ha improvvisamente riscoperto il valore della «politicità» sartriana (l'autore della enrica della ragione dialettica fu uno dei pochissimi intellettuali parigini ad ottenere ascolto e seguito tra i prota¬ gonisti del Maggio), i debiti teorici pubblicamente riconosciuti nei confronti del Nsartrismo da parte di studiosi "del prestigio di Laing e Cooper hanno confermato la rilevanza, l'attualità dello stesso pensiero filosofico-antropologico di Sartre. Bisogna dire che di questa rilevanza e attualità la cultura italiana anche più recente ha sempre mostrato d'esser consapevole. Negli ultimi vent'anni sono usciti da noi numerosi saggi sartriani di valido livello scientifico. L'ultimo in ordine di tempo è questo, fresco di stampa, di Franco Fergnani. Autore di- molti studi sul pensiero contemporaneo (soprattutto sul versante «utopico»), frequentatore da vecchia data di Sartre, Fergnani ci ha dato con questo libro il suo lavorò più intenso e stimolante. Non si tratta, è bene dir subito, di una monografia sistematica sull'opera sartriana. Per quanto Fergnani abbia in mente un'interpretazione complessiva di tale opera, il suo discorso si restringe su alcuni testi ben precisi: essenzialmente sulla Nausea, su Materialismo e rivoluzione, sulla Critica della ragione dialettica, su alcuni testi politici successivi. Se manca dunque — ed è forse un peccato — un adeguato riferimento ai bellissimi scritti psicologici del primo Sartre, è invece presente un'accentuata attenzione per quella che si potrebbe definire la prospettiva antropologico-esistenziaL dell'opera sartriana: l'inesausta attenzione analitica ai Sartre per la «cosa umana» — per il soggetto e le sue scelte, per le relazioniintersoggettive e la loro dinamica, per il sociale e la sua fenomenologia, per la storia e la sua dialettica. Sulle prese di posizione (talora un po' perentorie) e le conclusióni particolari di Fergnani bisognerà tornare in altra sede. Qui è da dire . che alcuni principi interpretativi generali appaiono assai convincenti. Ci riferiamo soprattutto alla ripetuta osservazione di Fergnani secondo la quale il fapporto tra Sartre e il marxismo, se è vero che è stato un nodo assai importante sotto ogni profilo, non solo non esaurisce il pensiero sartria.no, ma rischia (se unilateralmente privilegiato) di suggerirne un'immagine fortemente riduttiva. SergJO Morav.a

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