Mazzolari, povero parroco del Concilio

Mazzolari, povero parroco del Concilio Mazzolari, povero parroco del Concilio Carlo Belio PRIMO MAZZOLAR! BIOGRAFIA E DOCUMENTI Ed. Queriniana, Brescia 306 pagine con fotografie 10.000 lire Avent'anni dalla sua morte (12 aprile 1959, poco dopo il balsamico incontro con Papa Giovanni), don Primo Mazzolari si conferma sempre di più come un fertile terreno da scoprire nelle sue vene sotterranee che segnano la forza di una natura profetica. Di anno in anno si pubblicano approfondimenti su questo prete scomodo e obbedientissimo, pur nell'intima macerazione, e ora la sua prorompente personalità è analizzata con grande acume da uno storico, Carlo Bello, che di volta in volta offre opere di tutto rispetto. \ La caratteristica di questa biografia, fornita dei documenti d'appoggio spesso inediti è duplice. In primo luogo, Bello si preoccupa di inquadrare là vita di Mazzolari nell'arco storico del suo tempo, visto come versante socio-politico e culturale, come versante ovviamente reli¬ gioso dai primi del Novecento, quando entra in seminario, alla sua attività di «povero parroco» nella Bassa cremonese-mantovana, e prima ancora di cappellano militare nella prima grande guerra, sino al peso crescente che ebbe nella più vasta realtà cattolica italiana e non solo italiana. In questa prima fase della sua analisi Bello è favorito, per cosi dire, dalla conoscenza diretta che ebbe di Mazzolari e dalle ricerche compiute per la sua non dimenticabile biografia su mons. Geremia Bonomelli (pubblicata nel 19S1), il «vescovo di povera santa Chiesa» che fu uno dei padri spirituali di Mazzolari e dei cattolici novatori dell'epoca. Il prete di Bozzolo fu un anticipatore in molti campi da quello pastorale a quello pre-politico e sin dagli Anni Trenta, ai suoi primi libri, incontrò l'ostilità di un establishment ecclesiastico nutrito e formato nel pensiero controriformistico, tutto proteso a identificare la Chiesa con l'istituzione e a temere qualsiasi impulso carismatico. Cosi Mazzolari si ebbe undici richiami dell'autorità ecclesiastica e li accettò chinando il capo, lamentandosi solo in privato «di non sapermi adattare a un ministero da pensionato, ma di prendere con passione un ufficio e una responsabilità, che pare invece farsi più ortodossa man mano la si svuota di slancio e di sofferenza». Così Mazzolari anticipò, con un linguaggio che il Bello definisce spesso non adatto ai tempi, quelle che sarebbero state, decenni dopo, le novità del Concilio, basate sul dialogo fra Chiesa e mondo, fra credenti e non credenti, mentre «in Gedda sovrasta l'immagine del plotone spirituale di assalto». Un prete forte della santa libertà di Dio ma, lo ripetiamo, ubbidiente malgrado tutto, e che dinanzi al regime fascista fu coraggioso oppositore, e denunciò sin dal marzo 29 i guasti che il Concordato avrebbe prodotto nell'immagine della Chiesa (che) «dai poteri assolutisti e reazionari non ha mai guadagnato che umiliazioni, restrizioni di libertà, e corresponsabilità tremende davanti ai popoli stanchi e avviliti». La seconda fase dell'anali¬ si di Bello è la ricerca obiettiva attorno a una straordinaria personalità «ricca d'invenzione, ma esposta al rischio dell'improvvisazione », «un post-conciliare vissuto trent'anni prima, sul versante della preconciliarità». Il giudizio conclusivo del biografo è, in sintesi questo: «Mazzolari, pur nella nobiltà dei sentimenti e nella umile grandezza del servizio, porta con sé l'ambiguità» (di linguaggio non sempre sorvegliato, una compiacenza dell'origine contadina e la préfererenza per il luogo di avamposto), ma si spiega con la «condizione culturale e religiosa, psicologica e storica». Di questi limiti Mazzolari si liberò, conclude VA. «con lo slancio verso la mis-. sione sacerdotale», che testimoniò di persona con «momenti che valicano la storia e la Cultura, per vocazione alla profezia». ' Forse a molti questo giudizio apparirà riduttivo, come sembra anche anoi, ma resta il fatto che il contributo di Bella alla conoscenza' di Mazzolari e del suo tempo, è un riferimento fondamentale in questa appassionante storiografia. Lamberto Fumo

Luoghi citati: Bella, Bozzolo, Brescia, Gedda