Ma Alessandro non era poi così Grande di Francesco Rosso

Ma Alessandro non era poi così Grande Victor von Hagen sulle tracce dell'antica civiltà persiana Ma Alessandro non era poi così Grande Victor von Hagen LA STRADA DEI CANCELLI D'ORO Rizzoli, Milano, 324 pagine, 9500 lire T~*\ I origine tedésca, di cui- tura anglosassone, residente a Roma. Von Hagen ha lo spirito del nomade, del beduino colto e archeologo che lo spinge con pendolare inquietudine a percorrere chilometri non su comodi aviogetti, ma a dorso di quei moderni muli d'acciaio che sono le Jeeps fuoristrada, che ruggendo vanno ovunque. ' ma provocando le nausee come l'ambio ondulante del cammello. Ama le strade scomode, quelle su cui è passata la storia degli uomini più remoti. E' andato in America Meridionale a cercare le strade dei Maya, quella reale degli Incas. s'è spinto persino nell'Amazzonia a cercare i sentieri percorsi dalle tribù indie, e dell'Eldorado, il rè d'oro, vivendo per mesi con i Jivaros ed altri cacciatori di testeQuesto suo ultimo volume vè la faticosa ricerca della ^«Strada reale» che dal Bosfo¬ ro, o dai Dardanelli, si spinge fino a Persepolis. Ritrovare i resti di questa strada significa andare indietro di millenni nella storia, molto prima che Atene fosse il centro della civiltà mediterranea e quando i commerci da e per l'Oriente, con le carovane che trasportavano perle, oro. seta, porpora, avorio dai lontani paesi oltre l'Eufrate ed il Tigri, hanno segnato momenti di altissima civiltà che ha generato città sfarzose come Sardi." Pergamo.'Ninive, Babilonia. Ur dei Caldei. Contrariamente alle affermazioni di molti autori. Von Hagen è convinto che non Atene abbia portato la sua raffinata civiltà in Persia, ma che siano stati i persiani ad influenzare la civiltà ellenica e che non esistano ai mondo, forse nemmeno il Partenone, monumenti che reggano il confronto coi ruderi delle regge-tempio di Serse e Dario a Persepolis. Persino nell'atteggiamento, nel temperamento dei persiani. Von Hagen ritrova una loro netta superiorità sui greci, mettendo in evidenza di questi ùltimi la venalità, l'istinto sopraffatto- re. la crudeltà, contro la generosità dei re persiani coi vincitori: basti l'esempio di Ciro il Grande che libera i cinquanta mila ebrei dalla cattività di Babilonia Ma il personaggio che Von Hagen vorrebbe demolire è Alessandro il Grande. Egli ha letto le storie di Erodoto con molta attenzione, le ha interpretate a suo modo: e ne ha tratto conclusioni sorprendenti. Alessandro, secondo lui, non era un grande condottiero: si servì di abili generali ed ebbe molta fortuna, grazie anche alla sua efferatezza. Ovunque giungeva faceva terra bruciata, nel senso che ammazzava anche gli in. setti. Fece massacrare anche un buon numero di greci che servivano come mercenari, o erano stati catturati, nelle file persiane. -L'esempio più crudele Alessandro lo diede appunto a Persepolis. quando i capi achemenidi si arresero senza combattere e ali offrirono spontaneamente la sontuosa città. Egli fece uccidere tutti, uomini, denrie. bambini e vecchi. Poi.' in una sera di baldoria, fece incendiare le regge-iempio, ma. dopo averle saccheggiate di tutto. Dopo tanti anni di ricerche archeologiche fra quelle rovine, annota Von Hagen; non è stato trovato nuiia di qualche valore, il saccheggio era stato totale. Per arrivare a Persepolis seguendo la strada reale, attraverso zone battute daila guerriglia fra curdi ed iracheni. Von Hagen ha percorso qualcosa come seimila chilometri, fermandosi a cercare reperti, a studiare l'andamento deila grande arteria reale, confrontando la storta antica con la realtà attuale. Benché alquanto specialistico, il libro affascina per lo stile con cui Von Hagen racconta la vita degli uomini di un tempo e di quelli odierni in una zona di mondo rimasta pressoché sconosciuta fin verso la fine de! secolo scorso. Non è cambiato molto, annota Von Hagen: ci sono aeroporti, strade migliori, città con alberghi.* ma i bisogni degli uomini^sono sempre gli stessi. Coltivano il grano, l'avena, il riso, sii albicocchi, i ciliegi oggi come quasi tremila anni fa. e sono prodotti che l'Oriente ha regalato all'Occidente con la sua già raffinata civiltà. Quei paesi non meritavano la scorreria di quel precursore di Attila che fu Alessandro, modesto condottiero, il quale; distruggendo l'Oriente, arrestò per molti secoli il fluire e l'evolversi della civiltà. «Era cosi grande, scrive Von Hagen. che non si seppe nemmeno dov'era staio sepolto». Francesco Rosso

Luoghi citati: America Meridionale, Atene, Babilonia, Milano, Ninive, Persia, Roma