Ha un solo Paradiso ed è la Terra di Sandro Casazza

Ha un solo Paradiso ed è la Terra Ennesima trascrizione letteraria d'un film di successo Ha un solo Paradiso ed è la Terra Leonora Fleischer IL PARADISO PUÒ' ATTENDERE Rizzoli, Milano 172 pagine, 50G0 lire IL paradiso può attendere, l'editore no. E mentre il film della Paramount doppia le festività natalizie tra i primi della classe al boxoffice; mentre la rivista jTime dedica una copertina a "Warren Beatty definendolo «Afr. Hollywood»; mentre Newsweek colloca la pellico¬ la in testa alla classifica dei grandi successi dell'annata cinematografica; l'editore Rizzoli traduce e pubblica tempestivamente il libro che Leonore Fleischer ha ricavato dalla sceneggiatura di Elaine May, Buck Henry e Warren Beatty autentico «Figaro» di questa produzione, avendo aggiunto al lavoro di interprete e scrittore anche quello di regista. Il paradiso può attendere è l'ultimo frutto nato da una serie di innesti che riporta- no indietro fino ai primi Anni 40. In principio fu una commedia di Harry Segali dal titolo Halfway to Heaven, poi venne il film di Alexander Hall L'inafferrabile signor Jordan, penultima tappa il lav oro di Beatty che, rispetto all'originale, varia soltanto lo sport praticato dal protagonista, foot-ball americano invece della boxe. L'atmosfera è fantastica e surreale, con buona dose di umorismo e ottimismo. Un atleta, strappato troppo presto alla vita dall'angelo custode dopo un incidente stradale, ottiene il permesso di ritornare sulla terra a reincarnarsi in un corpo di suo gradimento. Non trovando subito un giocatore di foot-ball disponibile all'obitorio, parcheggia nelle spoglie di un industriale miliardario appena assassinato dalla moglie, complice l'amante di lei. n tessuto di dialoghi, situazioni comiche, costruite sull'assurdo e sugli equivoci, serve a contrabbandare l'antica ideologia hollywoodiana solidamente ottimistica, ambiguamente progressista, timidamente ecologica e umanitaria. n mito resistente è quello del successo, dell'affermazione personale, immanca¬ bile premio all'uomo integro, onesto, quasi ingenuo. La fabbrica dei sogni torna a lavorare senza autoironia. Leonore Fleischer ha compiuto diligentemente un lavoro di trascrizione, sequenza dopo sequenza, dall'immagine alla pagina. Operazione che si sta ripetendo sempre più sovente in occasione di film di successo, percorrendo dal cinema al libro il cammino inverso a quello tradizionale. In quest'occasione si può dire che il racconto, pur perdendo punti nell'efficacia comica di alcune scene sullo schermo, aggiunge invece nello spessóre psicologico dei personaggi (specie il protagonista) e nella pittura d'atmosfera e d'ambiente. La descrizione di Joe Pendleton, il giocatore saxofonista, povera nel film di troppe annotazioni essenziali, si arrotonda credibilmente nel romanzo. Tanto da lasciar supporre che la scrittrice abbia potuto leggere note di sceneggiatura molto più ricche rispetto allo script ultimo della pellicola o, addirittura, che il film, neùa prima parte, sia stato sfoltito di qualche sequenza. Sandro Casazza ' .■.V;.V.-.V;..-/.,.;.

Luoghi citati: Hollywood, Milano