La filastrocca sospesa tra fantasia e morale di Nico Orengo
La filastrocca sospesa tra fantasia e morale «Sylvie e Bruno», il romanzo quasi segreto dell'autore di «Alice» La filastrocca sospesa tra fantasia e morale Lewis Carroll SYLVIE E BRUNO Garzanti, Milano 402 pagine, 7500 lire IN Alice nel paese dell meraviglie e in Attraverso lo Specchio di Lewis Carroll, manca un ingrediente ritenuto indispensabile a un libro per bambini vittoriani: la Morale, concretizzabile in buoni esempi o catastrofi punitive, esortazioni o premi alla bontà. Questa omissione avrà reso beati i lettori di Carroll, eppure per lui era una grossa spina, e provava un vero senso di colpa ad aver scritto due libri tanto frivoli, e per niente educativi. Così dopo trcnt'anni il reverendo Dodqóori si mette a lavorare a un nuovo romanzo, con cui riparare alle sventatezze giovanili. Per lungo tempo lo disfa e rifà, corregge e lima, e finalmente nel 1889 esce Sylvie and Bruno, seguito nel 1893 da Sylvie and Bruno concluded. Ma i bambini non si ritrovano, con questo nuovo stile di Carroll, e i due libri avranno in Inghilterra pochissime edizioni. In Italia non erano, addirittura mai stati pubblicati, e solo da pochi giorni è uscito Sylvie e Bruno che comprende entrambi i testi, tradotti da Franco Cordelli. Risultato di una lotta sorda fra il religioso e il matematico, il compagno di giochi e l'educatore. Sylvie e Bruno è un libro un po' schizofrenico, in cui pagine di dialoghi assurdi nel migliore stile carrolliano si mischiano a imbarazzanti disquisizioni sulla Messa, e scene lacrimevoli cadono in deliziose filastrocche. E per una volta le filastrocche arrivano deliziose anche al let- tore italiano: dopo che tanti traduttori, anche i migliori, si erano scontrati coi giochi, i doppi sensi, le parole-baule di queste poesie, uscendone più o meno sconfitti, Franco Cordelli riesce miracolosamente a conciliare senso e ritmo, una fedeltà quasi letterale all'inglese e una piacevolissima resa italiana. Intrecciando due storie diverse, una «fanta-stica» e l'altra seria e realistica, Carroll pensa- va di riuscire a conciliare ammaestramento e divertimento, ripartendoli equamente uno di qua e l'altro di'là, ma perso nei meandri dellesue contrastanti personalità, l'autore complica i giochi, e così succede che pesanti scivolate nel moralismo appesantiscano talvòlta le vicende delle due fate-bambini. Sylvie e Bruno, mentre guizzi di puro nonsenso scoppiano improvvisi nella storia sentimentale di Lady Mlinei e il dottor Arthur. Già per le sue vicende personali Lewis Carroll era il meno adatto a raccontare un amore, sia pure dei più rarefatti. Lui che non ha mai amato altre che le sue inconsapevoli amichette, non sa tanto come prenderli, questi due fidanzati, e li invischia in discorsi abbastanza curiosi. Non tenerezze e ripicche, progetti e ricordi, ma. alternativamente, dissertazioni di pratica religiosa o turbinosi dialoghi di logica matematica, che si sviluppano intriganti e maliziosi come disegni di Escher. Testimone di queste sfide alla ragione è un anziano amico del dottor Arthur, il narratore, che ogni tanto non ne può più e cade addormentato, dando così via libera alla seconda storia, materia dei suoi sogni. Qui. fra esseri fatati e professori pazzi. Carroll si trova molto più nel suo. e crea pagine memorabili e personaggi come l'Imperatrice, degna sorella della Regina di Cuori e della Regina Rossa di Alice, o l'inafferrabile Alto Professore. Ma quando è alle prese coi due protagonisti, Sylvie e Bruno, succede qualcosa di imprevedibile: ecco una bambina melensa e priva di charme, e un bambino che ha tutti gli incanti e i fascini che mancano alla sorella. Strani personaggi, per un autore che non ha mai fatto mistero di «amare tutti i bambini, tranne i maschietti». Se Sylvie fallisce chiaramente per eccesso di doti, oppressa com'è da un insostenibile fardèllo di bontà, è più diffi- tutto il romanzo, con insistenza ossessiva. Sylvie e Bruno non fanno che baciarsi, abbracciarsi, coccolarsi. Sempre incerto fra Elefanti e Catechismo, il cile spiegare il favore di cui gode Bruno, a meno di identificare in questo folletto dal lin-guaggio approssimativo e l'immaginazione inarrestabile una proiezione dell'autore stesso, che sotfo forma di un bambino di quattro an nf può finalmente concedersi un rapporto inti mo e paritario con le bambine. Infatti lungo libro procede sconnesso e godibile: basta che il lettore abbia l'accortezza di saltare due o tre pagine ogni tanto, le più educative, e può darsi che ricadendo in un capitolo dopo uno di questi salti, capiti di fronte a una delle invenzioni più felici della storia, la sequenza al contrario. Responsabile è un magico orologio donato al Narratore, un orologio che- può far camminare il tempo all'indretro. Per sperimentarlo, il narratore rovescia la sequenza* temporale della giornata di quattro bambine, e tosi, come con un gol passato alla moviola, il pranzo inizia coi piatti sporchi e vuoti e finisce con la zuppiera di minestra, e i lavori di ricamo si disfano pazientemente un punto dopo l'altro. 1 Alla fine però Carroll si ricorda della Morale, e la rimette saldamente in primo piano con due pagine finali che sono un'apoteosi della virtù disinteressata e neanche sempre ricompensata. E poi. sistemata una volta per tutte ia propria coscienza, il reverende Dodgson può trascorrere gli ultimi anni sereno, occupato a inventare il biliardo circolare e a fotografare inquietanti cinesine. Nico Orengo
Persone citate: Bruno Garzanti, Cuori, Elefanti, Franco Cordelli, Lewis Carroll, Lewis Carroll Sylvie, Regina Rossa
Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Milano
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