L'oro nascosto di Garcia Lorca

L'oro nascosto di Garcia Lorca Inediti del poeta, e tutte le versioni italiane del "Lamento per Ignazio,, L'oro nascosto di Garcia Lorca Federico Garcia Lorca CANTI ANDALUSI E POESIE Newton Compton, Roma 128 pagine, 1800 lire «P AESE bianco, i Le porte sono / chiuse, i (Un grillo ondula / il suo nastro sonoro.)» Sono versi del ventiquattrenne Federico Garcia Lorca (1922) tradotti per la prima volta in italiano, tratti da tredici poesie inedite in spagnolo fino al 1975 perché espunte, chissà perche, dai Poema del caute jondo. Ce le presenta Claudio Rendina in un'edizione con testo a fronte, n. 69 di quella serie «Paperbacks poeti» che altre volte ha attirato la nostra attenzione di recensori. La grande miniera del poeta morto a trentott'anni non è dunque ancora esaurita? Nessuno è di colpo riconoscibile come Lorca, pochi sanno, come lui, trasmettere vibrazioni insieme profonde e immediate. Pochi, anche, sanno accompagnare la loro poesia con il controcanto di una prosa — articolo o conferenza, lettera o commento — che la prolunga illuminandola su un piano di confessione critica: La poesia non ha limiti... La poesia è qualcosa che cammina per le strade. Si muove e procede al nostro fianco. Ogni cosa ha il suo mistero, e la poesia è il mistero che custodisce ogni cosa. Per cogliere quello struggente talento della verità, quella strenua acuità della coscienza che è stata sua, basti leggere in questo libro, fra le altre «letture di poesia» (brevi dichiarazioni o racconti che il poeta interponeva in pubblico fra una poesia e l'altra), quella che si rersceaoeaen ueva York: «I due elementi che il viaggiatore capta nella grande città sono: architettura extraumana e ritmo furioso. Geometria e angoscia. A una prima occhiata il ritmo può sembrare allegria, ma quando si osserva il meccanismo della vita sociale e la schiavitù dolorosa dell'uomo e della macchina insieme, si capisce quella tipica angoscia vuota che fa perdonare, come per un'evasione, perfino il crimine e l'atto banditesco». Estrema è la sua reattività, per ogni genere di sfruttamento. Alle tredici poesie inedite di apertura seguono, nella sezione «Poesie sparse», altre dieci inedite. Pubblichiamo a parte «Infanzia e morte», scintillante treccia di metafore, drammatica sintesi che sfiora toni epici. Ma la scelta è ardua, e si rimanda il lettore alla splendida «Luce»: Il poeta è l'ombra luminosa che cammina / con la pretesa di collegare gli uomini a Dio, i non sa che l'azzurro è un Sogno che vive / e la Terra un altro sogno che da tempo è morto. Nei ventitré inediti ritornano, in combinazioni sempre nuove, le macchie foniche, i colori e gli emblemi della grande poesia che conosciamo, tra cui quella dei già noti Canti andalusi: il dolore e la morte, i cuori e i pugnali, i salici e le campane, i topi e l'infanzia, i grilli e le stelle, gli orologi e la brezza, il fiume e l'ombra. E i gitani, certo. Alla «fiesta del cante jondo» organizzata a Granaria nel giugno del '22 egli sottolinea, accanto a Manuel de Falla, l'importanza di difendere «con cordialità e amore» il primitivo canto che lo aveva nutrito, le v radici stesse della tradizione andalusa. Salvo poi risentirsi per il perpetrato abuso delle etichette, da quella di «cantore dei gitani» a quella di surrealista. Continua angoscia, per un poeta famoso, essere incasellato in una definizione, ritrovarsi farfalla trafitta da uno spillone filisteo. Il lettore ideale dovrebbe prescinderne, dovrebbe «capire senza ausilio d'intelligenza, sen¬ za apparato critico, evitando automaticamente la difficile comprensione della metafora». Per fare questo ci vuole fiducia, abbandono, disponibilità, innocenza. Ci vuole, per dirla con parole di Lorca, «sincerità e semplicità». Purtroppo, aggiunge, se la sincerità e la semplicità sono facili per il poeta, sono difficilissime per gli intellettuali. Maria Luisa Spaziani

Persone citate: Claudio Rendina, Federico Garcia Lorca, Garcia Lorca, Manuel De Falla, Maria Luisa Spaziani, Newton

Luoghi citati: Roma