FILOSOFIA di Umberto Eco

FILOSOFIA FILOSOFIA L'arte secondo Eco Umberto Eco LA DEFINIZIONE DELL'ARTE Garzanti, Milano, 303 pagine, 3000 lire (franca d'agostini) Nella nota introduttiva alla prima edizione (i968) di questa raccolta di saggi, Eco scriveva: «l'oggetto di questo libro, più che la definizione dell'arte, è il problema della definizione dell'arte». E il problema può riassumersi nella formula: perché è necessario definire qualcosa come «arte», quali sono i fondamenti obiettivi che sostengono questa necessità? Le opere d'arte appaiono al filosofo disperse in una pluralità non organizzatale di aspetti che dovrebbero vanificare qualsiasi discorso definitorio, per sua natura attento soprattutto all'universale. Ma nel considerare le poetiche, i progetti operativi che stanno alla base dell'opera e che variamente l'artista documenta, in forma esplicita o implicita, ci si accorge, dice Eco, che i progetti individuali sono «accomunati da parentele e affinità, volute o inconsce». Ecco formulata l'universalità necessaria per consentire il discorso, l'argomentazione teorica su un certo oggetto che ora viene a costituirsi come «arte». Tuttavia, questo oggetto, non può essere stabile e «universale» in senso assoluto, esso è fornito di una stabilità precaria, che vale solo all'apparire e al consolidarsi di determinate condizioni storiche. L'arte si trasforma, si trasformano le definizioni estetiche, ma non solo: anche la teoria della definizione estetica subisce continui mutamenti. In base a queste tre linee di discorso, il libro comprende saggi storici, teorici e di «teoria dell'estetica», scritti tra il '55 e il '63: un periodo in cui, nel lavoro dell'autore (come egli stesso spiega nella nota introduttiva) era chiaramente avvertibile l'influenza déti.'«estetica della formatività», teorizzata da Pareyson nel '54. Mario Trincherò IL NEOPOSITIVISMO LOGICO Loescher, Torino 308 pagine, 4000 lire (f. d. a.) Il sapere giustifica l'esperienza — la spiega e la organizza — e si giustifica di fronte all'esperienza. Questo secondo compito del sapere, che corrisponde al problema della «fondazione» (legittimazione logico - empirica delle teorie), diede forma al programma di quei teorici (filosofi studiosi di fisica, di matematica, di logica, e di sociologia) che si raccolsero a Vienna nel 1923, fondando un nuovo indirizzo di pensiero definito come «neopositivismo» o «empirismo logico». Si trattava di ridare credibilità al sapere scientifico, messo in dubbio dalle moderne incertezze teoriche e filosofiche, quelle stesse incertezze che avevano smentito la validità dei sistemi newtoniano e kantiano. Schlick, Carnap, Feigl, Neurath, Godei e altri — facendo propri alcuni assunti del Tractatus logico - philosophicus di Wittgenstein — procedettero allora ad una sorta dì «purificazione» del linguaggio, e posero anzi come unico compito della filosofia l'analisi logica del linguaggio scientifico. L'antologia proposta da Trincherò (in base ad un criterio comune ai testi di que- sta collana di «filosofia», diretta da Pietro Rossi) offre un quadro completo del pensiero neopositivista, dai suoi presupposiifHelmoltz, Mach, Hertz) alle diverse linee teoriche i cui si articolò nel corso a l suo sviluppo. Ad un'introduzione generale sulle tesi del Circolo di Vienna, seguono testi scelti di vari autori, introdotti singolarmente, a loro volta, da elucidazioni storico - critiche. Sofia Vanni Rovighi STUDI DI FILOSOFIA MEDIOEVALE Vita e pensiero, Milano voi. 1° LXIX-285 pagine, voi. 2° 311 pagine, per complessive 20.000 lire (ugo perone) I due volumi raccolgono saggi di storia della filosofia medioevale pubblicati nell'ultimo venticinquennio da S. Vanni Rovighi. L'opera vuole essere un omaggio all'illustre studiosa, docente dell'università cattolica, per il suo settantesimo compleanno. Essa riesce egregiamente nell'intento e fornisce al lettore un quadro dell'ampiezza di interessi medioevalistici della Vanni Rovighi. Gli articoli affrontano terni molteplici: da Agostino a Anselmo, da Pietro Lombardo a Gilberto Porretano, da Bonaventura a Tommaso, e lo fanno sovente con differenti forme di approccio. Rigorosamente scientifici i più, non si disdegna tuttavia di usare in taluni casi un tono pianamente divulgativo, ed in altri si osa quella riflessione «spirituale» sulla filosofia, che solo una lunga consuetudine con essa, divenuta forma di vita, consente. Una lettura di queste pagine, oltre a fornire una informazione sempre puntuale sugli autori trattati, evidenzia le qualità più tipiche dell'autrice: l'equilibrio storico, la disponibilità a valutare con serenità e ad accogliere contributi provenienti anche da matrici culturali diverse, lo stile sempre didatticamente persuasivo. Certo questi scritti non costituiscono un panorama completo degli studi della Vanni Rovighi, che ha dedicato opere di maggior momento alla filosofia medioevale e ha affrontato in corsi e pubblicazioni anche la filosofia moderna (soprattutto Kant e Hegel) e contemporanea (in specie Husserl: una testimonianza complessiva di quest'interesse per la filosofia più recente si ha poi nell'ampia Storia della filosofia moderna e contemporanea da lei curata e tuttora in corso di pubblicazione presso La Scuola). A ciò in certo modo supplisce la bibliografia completa degli scritti della Vanni Rovighi. che è preposta ai due volumi. Kurt Godei

Luoghi citati: Milano, Torino, Vienna