Papa Roncalli scriveva così

Papa Roncalli scriveva così Giovanni XXIII riformatore o conservatore? Ora ci sono le sue letteie Papa Roncalli scriveva così Giovanni XXIII LETTERE 1958-1963 Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 609 pagine, 2 tav. f.t., s.i.p. IL rapido succedersi di tre pontefici non ha allontanato nel ricordo la straordinaria personalità umana e spirituale di Giovanni XXIII. Si direbbe anzi che ha riacutizzato il desiderio di meglio conoscere la figura di colui che può essere considerato l'iniziatore di una nuova genealogia di pontefici. E' di questi giorni la notizia di un interessante convegno romano su «Papa Giovanni: profezia nella tradizione». Ed è di questi giorni la pubblicazione di gran parte della corrispondenza ufficiale e privata del papa nei cinque anni del suo governo. La fatica, ancora una volta, è dovuta a monsignor Loris Capovilla che instancabile continua a raccogliere e a pubblicare tutto il materiale documentario che riguarda Giovanni XXIII. In questo caso si tratta di 217 lettere e di 130 pezzi autografi, per lo più brevissimi appunti, sparsi su fogli diversi. Non tutto è inedito e, d'altra parte, non tutto è qui pubblicato. «Restano custoditi negli archivi copiosi appunti ed altre lettere riservate di cui s'è sentito parlare: materiale di eccezionale rilevanza storico-religiosa, esigente per ora assoluto riserbo». E' facile prevedere la curiosità con cui queste pagine, ricche anche di note informative redatte dal curatore, saranno esaminate alla ricerca di confidenze e di indizi che permettano di gettare luce sui segreti del «papa buono». Come scrive lo storico della chiesa Giacomo Martina, infatti, «le opinioni sulla reale personalità di questo pontefice sono diverse. C'è chi vede in lui l'uomo che nel silenzio e nell'obbedienza aveva da lungo tempo preparato la riforma della chiesa. C'è invece chi lo presenta come un conservatore trasci-, nato da altri al di là delle sue intenzioni». Le sue lettere e i suoi appunti potrebbero offrire sostegno a questa o a quella tesi. In verità, anche se papa Giovanni non si è in questo molto avvicinato a Gesù, che, osserva egli scherzosamente, «non si sa che abbia scritto una lettera sola», la sua corrispondenza privata appare piuttosto scarna e destinata a lasciare gli storici a bocca asciutta. Non mancano le notazioni preziose e nuove, ma non sono tali da modificare il quadro contraddittorio degli elementi finora utilizzati per ricostruire la sua figura. Forse però chi volesse se¬ zionare con occhio di storico e di vaticanista queste pagine, a volte congelate nello stile curiale, a volte sciolte in quel linguaggio colloquiale così caratteristico di papa Roncalli, rischierebbe di lasciarsi sfuggire ciò che è più evidente. Intendo dire quell'immagine di uomo saggio ed operoso, carico di ricordi e di benevolenza, che ogni rigo ci lascia intravedere. Può sembrare banale sottolinearlo; eppure è proprio a partire da questo elemento di quotidiana umanità che il disegno storico della sua opera può essere ripercorso, per capire, ad esempio, com il Concilio, iniziato perché altri lo conducessero a termine, non poteva essere,nelle intenzioni di Giovanni XXIII, opera di pochi mesi e progetto di scarso respiro. Il Papa sapeva bene di avviare un'opera destinata a camminare con le proprie gambe e se ne rallegrava anche. Un'uiUma notazione. Nelle lettere ai vecchi amici, in cui li prepara e si prepara alla morte, come negli indirizzi pastorali ai vescovi, il motivo dominante è la speranza che un disegno di pace stia per avviarsi nella chiesa e nel mondo. Non altrimenti potrebbe essere inteso il pronto rilancio dell'iniziativa di dialogo con Krusciov, che Giovanni XXTJI sente quasi come una sfida alla sua età ed alla salute ormai compromessa. Aldo Bodrato

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