Pianeta azzurro, casa dell'uomo di Bruno GhibaudiPiero Bianucci

Pianeta azzurro, casa dell'uomo Per capire e amare di più la Terra Pianeta azzurro, casa dell'uomo IL PIANETA AZZURRO SugarCo, Milano, 270 pagine, 4500 lire CON questo libro Piero Bianucci, giornalista e scrittore, conclude un viaggio d'esplorazione nell'infinito che ha già incominciato a raccontare in altri due volumi di successo, pubblicati nella stessa collana. «Universo sema confini» gli ha consentito di tracciare una mappa aggiornata dello spazio intorno a noi: prima il sistema solare, poi la Via Lattea, quindi le altre galassie e infine gli altri misteri racchiusi nel raggio di possibilità esplorative rappresentato dall'attuale potenza dei telescopi ottici e dei radiotelescopi. «Dagli atomi al cosmo» invitava il lettore ad approfondire le ■sue curiosità verso l'infinitamente grande e verso l'infinitamente piccolo, confortandolo con le acquisizioni più recenti fornite dalle sonde inviate verso i corpi celesti più vicini e dagli strumenti usati per indagare i misteri sempre più riposti della materia. «Il pianeta azzurro» è un atto di omaggio e di ammirazione verso la Terra, la culla spaziale che spesso trascuriamo nell'ansia di proiettarci lontano alla ricerca di risposte che quasi sempre possono scaturire anche da realtà vicinissime. Rivisto con attenzione e sotto l'angolazione di una curiosità particolare, il nostro pianeta («azzurro» perché così è stato definito dai primi astronauti) ci appare più sconosciuto di quanto la nostra presunzione ci invitava a ritenere e più affascinante di quanto la nostra superficialità ci spinge ancora oggi ad ammettere. Ed è proprio questa verità trascurata che il libro, nell'ambito delle sue pagine e del livello divulgativo nrescelto, si propone di dimostrare. Il discorso che Bianucci fa ai suoi lettori non è piattamente didascalico come quello di un libro di scuola, anche se l'enorme quantità di nozioni necessarie per dargli corpo spingerebbero verso l'elenco assai più che verso l'amalgama divulgativa. In copertina l'autore confessa: «L'astronomia è il mio mestiere e il giornalismo un hobby per vivere». Entrambi diventano però gli ingredienti indispensabili per divulgare con serietà ma anche con gradevolezza, comunicando a chi legge un buon numero di nozioni e di emozioni. «Ho provato a raccontare la Terra com 'è fatta dentro e fuori — dice Bianucci — ma stando attento a non dimenticare mai che è un corpo del sistema solare e che il suo passato e il suo destino sono legati al passato e al destino della nostra stella e degli altri suoi compagni di viaggio. Mettersi in questa prospettiva significa guardare la Terra come se noi fossimo degli extraterrestri». E cosi facendo ti accorgi che il nostro pianeta ci è ancora in massima parte sconosciuto: siamo andati per sei volte sulla Luna, a circa 400 mila chilometri lontano ma nel sottosuolo del nostro pianeta non siamo mai scesi per più di qualche migliaio di metri. L'esplorazione del pianeta azzurro è quindi più che mai giustificata, e i lettori non tarderanno a scoprire che questa nostra casa cosmica non è meno suggestiva e inquietante dei mondi che ammiriamo nello spazio. Un mondo ribelle, diciamolo pure, che con le sue manifestazioni di enorme ampiezza ci ricorda continuamente la nostra subordinazione di creature condizionate e costrette a difendersi e a subire. Gli esempi non mancano. La conferma che i continenti si spostano è stata ottenuta abbastanza di recente e ci aiuta a capire meglio certi eventi ancora misteriosi come i terremoti, il sollevamento delle montagne, l'attività vulcanica. La macchina del tempo è complessa e delicata e solo i progressi futuri della meteorologia ci consentiranno prima di capirla, per prevederne i capricci e proteggere preventivamente molte attività umane, e poi — un giorno — ad influenzarla. La stessa acqua, che ci sembra una sostanza semplicissima, è un mondo ancora quasi tutto da conoscere. Per capire come vive il nostro pianeta era necessario allontanarsi da esso per mutare prospettiva d'osservazione e scoprire le leggi che ne accomunano il destino a quello degli altri corpi celesti. Ed è avvenuto. Ma così facendo l'eterno Ulisse ha scoperto che anche l'isola natia può appagare la sua sete di conoscenza. Bruno Ghibaudi Piero Bianucci

Persone citate: Bianucci, Piero Bianucci

Luoghi citati: Milano