SOCIOLOGIA
SOCIOLOGIA SOCIOLOGIA Vivere in fabbrica Aviana auigareiii CRISI E MOBILITA' OPERAIA Mazzotta, Milano 153 pagine, 5000 lire (filippo barbano) Il dibattito sulla mobilità della forza lavoro si è aperto per iniziativa di alcuni settori del grande padronato manifatturiero, in rapporto all'accentuarsi della recessione economica successiva alla crisi petrolifera. Provvedimenti legislativi, proposte, controproposte, agenzia del lavoro, leasing di mano d'opera, concrete situazioni di fabbrica a partire dalla Fiat, vengono qui ricordati in successione, accompagnando il tutto con ampie documentazioni ed appendici. C'è una mobilità del lavoro per così dire «esterna» da fabbrica a fabbrica, da settore a settore e c'è una mobilità «interna». L'una e l'altra vengono qui giudicate dal punto di vista delle loro conseguenze per la classe ed i gruppi operai. Da un lato la mobilità esterna viene valutata principalmente come un meccanismo funzionale all'indebolimento dei settori «forti» della classe «con effetti sull'approfondimento del divario tra una popolazione operaia garantita nella sicuressa e nella stabilità di lavoro e i settori cosiddetti marginali». Dall'altro lato la mobilità interna e le sue conseguenze sulla condizione operaia di fabbrica sono considerate «sul piano della disgregasione dei gruppi omogenei e dell'aumento della produttività per addetto, indotta dai mutamenti nei gradi di conoscenza e nella possibilità di controllo dal basso sul processo produttivo e sulle lotte». Il passaggio da certe rigidità del nostro mercato del lavoro ad una mobilità condizionata dalla recessione e dalla crisi non è certo da sottovalutare, nei suoi effetti sulla scomposizione e marginalità operaia. Malgrado ciò — e questo è un limite del presente lavoro — il problema di impiegare in modo diverso la forza lavoro attiva senza rinunciare alla politica occupazionale è «reale» e non solo padronale. AlCOKA OPftUI, ■Ti SACRIFICI, li famo o JON LI FAC6M07 c ER17; AOtjKQ TUTTO ClO' che C WU0W] e moderno Disegno di Altan. Da Animo Cip- « putì (ed. Bompiani)
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