STORIA

STORIA STORIA Un padre per gli Stati Uniti Giuseppe Josca WASHINGTON De Agostini Novara 190 pagine, 5000 lire (umberto Oddone) Nello sterminato libro della storia umana, re, eroi, popoli, guerre e sventure, pochi capitoli sono così interessanti per se stessi e importanti per le conseguenze che hanno avuto, come la rivoluzione e la guerra d'indipendenza amer ricana che ha dato origine (1776) agli Stati Uniti. Eppure pochi capitoli — forse è ancora un portato della vecchia abitudine mentale che ci induce a considerare soltanto l'Europa come degna di attenzione — sono così poco conosciuti in Italia e così poco seguiti nelle scuole. Perciò possiamo dire che quest'opera di Giuseppe Josca viene realmente a colmare una lacuna: è il racconto della vita di Giorgio Washington e, attraverso di essa, dell'intero sommovimento che portò alla nascita della nazione destinata a diven¬ tare la più grande potenza mondiale. Il racconto — non a caso la collezione «I condottieri» in cui è apparso il volume è diretta da quel popolare giornalista che è Enzo Biagi — ha il piglio di un romanzo d'avventura, e si legge come tale. Il suo maggior pregio consiste nel saper abilmente intrecciare i fatti personali — e cioè la vita di Washington, che ci appare come un eroe plutarchiano, magnanimo e multiforme — con gli avvenimenti sociali, economici e culturali dell'epoca. Aggiungiamo che il libro è splendidamente illustrato, in bianco e nero e a colori, e ciò che più importa ogni immagine è funzionale: si tratti d'una riproduzione d'una stampa contemporanea o d'un quadro o d'un documento, tutto serve a rendere visivamente percepibile quella società al suo nascere. Un'opera, in una parola, che onestamente ci sentiamo di raccomandare a tutti, senza riserve. Emilio Radius ALESSANDRO MAGNO De Agostini, Novara, 190 pagine, 5000 lire (f. a.) «Io preferirei distinguermi per la conoscenza delle cose più che per la potenza delle armi e di un impero». Così scriveva ad Aristotele, il suo educatore, Alessandro Magno, uno dei protagonisti più affascinanti ed enigmatici della Storia, al quale si sono interessati studiosi e appassionati come Plutarco, Richard A. Preston, Bernard Law Montgomery e, di recente, Pietro Citati, che gli ha dedicato il penetrante «ritratto» Alessandro (Rizzoli ed.). Per la fortunata collana «I Condottieri», diretta da Enzo Biagi, che affida ogni protagonista alla penna di un giornalista. Emilio Radius ne traccia un profilo assai documentato, ambientando storicamente le imprese di Alessandro Magno e analizzandone la multiforme personalità. In particolare. «Radiografia di una battaglia: Arbela» è un paragrafo che consente al lettore un «contatto diretto» con un evento significativo della vita di Alessandro. Oltre una ricca documentazione iconografica, il volume propone una cronologia ragionata e alcui. 2 pagine di «interpreti» della vita e dell'azione del condottiero. Nell'insieme, il libro può riuscire gradito all'appassionato di storia e rivelarsi utile perle ricerche degli studenti. Mario Tedeschi CAVOUR E LA QUESTIONE ROMANA 1860-1861 Giuffrè, Milano 156 pagine, 4200 lire (alessandro zussini) La repentina morte non consentì al Conte di Cavour di risolvere in breve tempo, come era nelle sue speranze, la «questione romana». Il volume segue lo sviluppo degli avvenimenti diplomatici, palesi e segreti, di cui furono protagoniste fra l'autunno del 1860 e l'estate del 1861 le cancellerie europee, nella inconcludente ricerca di soluzioni praticabili. Quella del Tedeschi è un po' una storiografia per iniziati, che risente di una tenacissima frequentazione di archivi italiani e stranieri e di una peculiare sensibilità per le questioni di diritto ecclesiastico. Chi ama la divulgazione storica si troverà certamente di fronte ad una lettura alquanto impegnativa, densa di riferimenti codificati e di nomi non sempre familiari. Compiuto però un esercizio di pazienza la fittissima documentazione consente di seguire passo passo una trama di complessità eccezionale, un gioco di molti personaggi su diverse scacchiere; e di intravedere, al di là del gioco, mediocrità ed astuzie, tentennamenti ed ambizioni di personaggi di primo piano, da Pio IX alla Regina Vittoria, da Napoleone III al Segretario di Stato cardinale Antonelli. La conclusione a cui perviene l'autore nel valutare i risultati della politica ecclesiastica dell'ultimo Cavour non è positiva. A suo avviso il conte non seppe approfittare, nel 1859 e nel 1860, di due richieste di evacuazione delle truppe francesi avanzate dalla Santa Sede e poi rientrate, la prima per lo scoppio della guerra e la seconda in seguito all'impresa garibaldina. Tentando almeno di ritardare quest'ultima il Cavour avrebbe forse posto la premessa per una soluzione più rapida del problema. Sarebbero invece trascorsi ancora nove tormentati anni e gli strascichi della questione romana si sarebbero proiettati con infinite complicazioni sulle vicende successive dell'Italia unita. :■:■::•:•:■:•>:-.■: • ■".■:■:■> ■■-'•'■:•>*■'-'-:■

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