C'era una volta un cassetto pieno di elfi
C'era una volta un cassetto pieno di elfi Lito del genere C'era una volta un cassetto pieno di elfi da anglosassone. Del resto Pederiali è già noto ai lettori ragazzi per i romanzi d'ambiente preistorico, e che il suo medioevo leggendario si popoli di mostri sembra quasi inevitabile. Nel romanzo, le città che un'enorme ondata adriatica seppellirà sono sette (Saga, Finalis, Ponteduca, Ansa, Gavello, Brondolo e Spina d'etrusca memoria) e sorgono nel Delta del Po attorno ad una palude sinistra. Al centro una voragine, l'imbuto ombelico del mondo. Tutto ha inizio mille e più anni or sono, ma Pederiali tesse la sua storia incurante di successioni temporali. Per ricostruire cronologicamente i fatti bisognerebbe partire dal capitolo 4, dopo il 5 e il 6 tornare ai primi due, riguadagnare l'8, procedere fino al 12, e approdare ad un futuro per noi prossimo con il 3, il 7 e il 10. Al 13 la conclusione. A leggerli così come li ha disposti l'autore ci svelano per gradi la vicenda, la fiaba si nutre di reminiscenze storiche, realtà e leggenda reinventano l'eterna lotta tra bene e male, la suspense è costante. L'evasione fantastica significa fuggire da un presente che non esaurisce la sete di realtà non tangibili. Caduta la Rocca Possente di Saga pochi fidi scortano il cadavere di Re Vitige attraverso i boschi, con loro la regina di Ansa promessa sposa del defunto. Sono diretti alla palude dell'imbuto in cerca del druida Ambiorige che potrà restituire il re alla vita. Il cammino è angoscioso d'incontri, eserciti di rane e draghi erbivori, palpastrighe (donna spettro e strega insieme) si alternano a gnomi ladri di virtù. Vitige è caduto durante il grande torneo di primavera, il 777, Atanarico di Ponteduca ha usato la stregoneria anziché leale magia. Il druida è ubriaco per dimenticare il dolore di vivere, invece di un Vitige vivo ce ne restituisce tre: il re di Saga adulto, il bambino che era stato e il vecchio che sarà. Una vita scomposta in tre momenti, condannata a peregrinare nei secoli per ricomporsi. Il re redivivo tornerà ad affrontare Atanarico usurpatore solo dopo aver ripescato dal Po il mitico carro di Fetonte, ma al momento del duello decisivo, il diluvio. Tutti muoiono sotto l'immensa ondata, non ci sono vincitori né vinti, solo Vitige è condannato a vivere finché non abbia raggiunto l'età di sé stesso vecchio, e la sua pei sona in tre sembianze sia di nuovo una :,ola. Dorme il re di Saga per oltre mille anni nella sua corazza arrugginita dentro il cuore d'una quercia, il vecchio e il bambino per mano in cerca di lui per le strade del tempo. Lo ritroveranno in un domani a noi prossimo e vendicheranno l'antico affronto alla dignità dell'uomo in una Milano guadagnata dall'ultimo discendente di Atanarico che predica per tv un'utopia regressista: le necessità umane sono solo quelle materiali, filosofia religione ed arte superflue. Compiuta l'impresa, Vitige, adulto bambino e vecchio, attende la morte che lo restituisca al passato, e sulla sua attesa cala il sipario. Teresa Buongiorno J
Persone citate: Brondolo, Gavello, Pederiali, Rocca Possente, Spina, Teresa Buongiorno
Luoghi citati: Milano
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