Un cespo di rose paonazze di Giovanni Raboni

Un cespo di rose paonazze I poeti che scrivono versi sui banchi di scuola Un cespo di rose paonazze Pin Pidìn POETI D'OGGI PER BAMBINI A cura di Antonio Porta e Giovanni Raboni Feltrinelli, Milano 127 pagine, 3000 lire UN tempo i bambini fin dai primissimi anni dormivano in poesia, con le ninnananne, giocavano in poesia, con le conte e le cantilene per girotondi, infine crescevano e venivano integrati in un mondo in cui si cantavano stornelli e si scrivevano sonetti per nozze; un mondo insomma nel quale la poesia, o più modestamente la versificazione, era cosa d'uso comune. Oggi essa sembra diventata un fenomeno esclusivamente letterario, è destinata (salvo casi molto rari) a un pubblico non vastissimo di lettori «preparati», e i bambini hanno poche occasioni di frequentarla, Un tentativo di riavvicinamento vorrebbe compierlo adesso questo Pin Pidìn, raccolta — a cura di Antonio Porta e Giovanni Raboni — di poesie per bambini, per lo più inedite, di autori contemporanei noti, alcuni anche famosi. E potrebbe essere un tentativo benemerito, senonché basta una scorsa ai nomi dei poeti (Sanguinea, Balestrini, Cucchi, Viviani e parecchi altri, oltre ai curatori e a Zanzotto, che meriterebbe un discorso a parte) per capire come si tratti di una scelta unilaterale, o meglio partigiana, Una scelta come un'altra, si dird; ma il fatto è che questo genere notoriamente «difficile» e poco seguito fuori delle ristrette cerchie dei suoi adepti, non sembra il più adatto a invogliare i bambini e a metterli sulla strada della scoperta della poesia. Che cosa potranno dire a un bambino, per quanto sveglio e aperto alle più varie sollecitazioni fantastiche, le sibilline «virgolettate» di Giancarlo Majorino? oppure, di Nanni Balestrini, il protratto «scivolo» di frasi ininterrotte e spesso non finite — e comunque volutamente banali — allineate, senza nessun riguardo al senso, in ordine di lunghezza? o ancora gli altri esempi, presenti nella raccolta, di poesia compu terizza ta "? Più abbordabili gli riusciranno probabilmente una narrazione in versi come Creonte camaleonte di Giulia Niccolai, le fantasie di breve respiro, ma abbastanza spiritose, di Giovanni Raboni (Cos'è un soffione, Canzoncina per febbre, Dal quaderno di aritmetica del gatto Pastrocchio;, e soprattutto i nonsense del tipo classico, come alcuni, fulminei, di Nico Orengo, sul bruco stropicciato che sternutiva nel prato e sul fiume Po, che le gambe accavallò / e tutti i pesci attorcigliò; e ancoracerti scioglilingua di Toti Scialo)a, per esempio la sto- ' ria del rospo e del trespolo e quella del basilisco di Basilea, che sui basilico rimane in bilico. Ma Orengo e Scia- * loja sono, nel campo della poesia per l'infanzia, dei veri specialisti, mentre uno degli scopi dichiarati di questa raccolta è quello di rompere con -.l'equivoco e l'ipoteca della poesia per bambini come genere specialistico e minore». Allora, se dopotutto alcuni specialisti sono ammessi, non si spiega (se non, "appunto, con l'unilateralità della scelia; l esclusione delle filastrocche di un Rodari o delle storie in versi di una Ombres. La filastrocca del titolo. Pin Fidili o Cantilena londinese di Andrea Zanzotto — die pero non è inedita — si stacca dal resto per il tono poetico più alto e per il fatto d'essere scritta in dialetto. Questo, per un testo così suggestivo, non è necessariamente un impedimento alla fruizione di esso da parte del bambino, mentre lo saranno di certo le note, in cui si parla di connotazioni sessuali, di eufemismi, di koiné, insomma si fa uso di un linguaggio intellettualistico quanto mai scostante. Ma le note rientrano nella logica dell'operazione culturale compiuta dal libro, come vi rientrano i brani introduttivi ai vari gruppi di poesie, nei quali vengono enunciati — qui con linguaggio falsamente complice e imbonitorio — i soliti neodogmi sui bambini, che sono, per definizione, più intelligenti e acuti degli adulti, sul denaro Soccorre spezzare l'egemonia, cioè il potere, del denaro); eccetera. In altre parole, mentre si finge di andare incontro ai bambini abolendo ogni diaframma divisorio, fino a rinunciare a qualsiasi corredo illustrativo dei testi per lasciare ai piccoli lettori la libertà di illustrarseli da sé, in realtà non si rinuncia affatto a guidarli, con molta unzione e furberia, anzi si sta bene attenti a catechizzarli preventivamente perclié apprezzino nel dovuto modo quel che gli si dice di apprezzare. Non è dunque in questo libro che essi troveranno una poesia veramente libera, fuori dei binari, non imbrigliata da note e spiegazioni, di cui impossessarsi da soli, nella beata smemoratezza della vvent ura fan tas tica. Un riavvicinamento (auspicabile, e cornee no) tra i bambini e la poesia è ancora molto di là da venire. Beatrice Soiinas Donghi Sotto un cespo di rose scarlatte offre il rospo tè caldo con latte. Sotto un cespo di rose paonazze tocca al rospo sciacquare le tazze. Toti Scialojar J

Luoghi citati: Basilea, Milano