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politica politica QUADERNI RÓSSI Nuove Edizioni operaie. Roma 298 pagine, 4500 lire (giancarlo carcano) Ecco il reprint di una pubblicazione che svolse un ruolo di grande importanza nel dibattito sulla tattica e sulla strategia operaia all'inizio degli Anni Sessanta. Vengono riprodotti documenti fra i più interessanti elaborati dal gruppo nato attorno a Raniero Panzieri (morto nel 1964) e che raccoglieva studiosi con successivi approdi molto diversi: da Antonio Negri, ora teorico dell'Autonomia fra i più estremi, ad Alberto Asor Rosa, intellettuale di spicco del pei, a personalità di primo piano della sociologia marxista come Romano Alquati e Mario Tronti, per citare soltanto alcuni nomi. Dalla lettura emerge come i Quaderni Rossi nella fase in cui opera Panzieri. privilegino soprattutto la ricerca di una linea alternativa — in stretto collegamento con la realtà operaia — al gradualismo riformatore (o riformista, seconda un'altra ottica) delle Confederazioni sindacali, compresa la Cgil. E* evi¬ dente lo sforzo per uno studio approfondito della situazione politica, produttiva e sindacale, senza l'apposizione di precisi termini temporali. Dopo la scomparsa di Panzieri, i Quaderni tentano di arrivare a una sintesi, che porti rapidamente all'impegno «nei fatti». Di qui l'interrogarsi, e lo sforzo di dare risposte, sulla necessità di giungere alla formazione di un partito rivoluzionario in Italia, che aggreghi chi non accetta gli schemi e le scadenze della conquista per gradi, nel lungo periodo, di «elementi di socialismo». I Quaderni si battono così, in totale coerenza con i testi marxiani, per una via al socialismo integrale, rifiutando ripiegamenti o adattamenti su esperienze come quelle consumate nei Paesi dell'Est europeo. Si spiega in questo modo la militanza di alcuni dei collaboratóri nel psiup — che avrebbe dovuto collocarsi, nelle loro intenzioni, alla sinistra del pei —. la crisi di questo esperimento e quindi l'esaurirsi degli stessi Quaderni. Che rimangono, comunque, un punto di riferimento nella scoria del movimento operaio italiano in questo trentennio. Stefano Bevacqua e Giuseppe Turani LA SVOLTA DEL '78 il sindacato e il pei dall'intervista di Lama alla conferenza operaia di Napoli Feltrinelli, Milano 180 pagine, 3000 lire (giulio gìrardi) I primi mesi del '78 sono stati segnati da alcune prese di posizione decisamente innovative da parte sia del sindacato, sia del pei. Esse sono indubbiamente lo sbocco di un lungo processo: ma trasformano in esplicite scelte politiche posizioni che prima erano solo linee di tendenza. Questo volume è essenzialmente una raccolta dei principali testi «ufficiali» in cui si esprime quella che i cloratori chiamano «Za svolta del '78». Si tratta di documenti delle tre confederazioni (Direttivo Nazionale, Assemblea dei Delegati di Torino, Assemblea dei Delegati di Milano), della Firn (Direttivo Nazionale), di alcune interviste dei Segretari Generali Lama e Benvenuto, dei contributi più autorevoli al Convegno su «la partecipazione dei lavoratori al livello delle imprese» organizzato a Milano dall'Istituto Gramsci e dal Centro di Documentazione ricerche Lombardia, e alla Conferenza operaia del pei a Napoli. La «svolta» è così sintetizzta dai curatori: «Il "sistema" non viene più combattuto e ostacolato, ma se ne riconosce la stabilità. Si ammette anche che contro alcuni modi di funzionamento del sistema è inutile battersi. Assai opportunamente si riconosce che la strada migliore per uscire dalla crisi che sta soffocando la società italiana è quella di rimettere in funzione meccanismi (come la mobilità della mano d'opera) che erano stati congelati dall'impetuosa crescita sindacale maturata tra la fine degli Anni '60 e l'inizio degli Anni '70. Si sostiene, inoltre, che forse è opportuno introdurre nuovi meccanismi (come una certa "prevedibilità" degli aumenti salariali) contro i quali erano state date, e vinte, non poche battaglie» (p. 9-10).
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