Giochiamo con carta stoffa e colori di Ferdinando Albertazzi
Giochiamo con carta stoffa e colori Un manuale che insegna a servirsi di tecniche grafiche e pittoriche Giochiamo con carta stoffa e colori Piero Potato LE REGOLE DEL GIOCO Bruno Mondadori, Milano 128 pagine, 5000 iir^ LE regole del gioco è una sorta di manuale per inventare immagini, servendosi di dodici tecniche grafiche e pittoriche. Con un linguaggio piano e un buon corredo di illustrazioni, che esemplificano applicazioni e risultati ottenibili, Piero Polato intende fornire un repertorio minimo di strumenti atti a consentire l'esercizio della creatività, la pratica di una sperimentazione non arbitraria e la messa a punto di innovazioni intenzionali e consapevoli. Di qui la proficua utilizzazione didattica del libro, soprattutto nell'ambito del primo ciclo della scuola elementare. Le dodici tecniche illustrate da Polato sono, nell'ordine: le matite, l'inchiostro, i pennareUi. i gessetti, i pastelli a cera e ad olio, gli acquerelli, le tempere, i colori acrilici, la stampa, il batik. la carta velina, il collage. Ogni tecnica è introdotta con una «scheda» che ne de- scrive schematicamente l'origine, la consistenza, l'impiego e le realizzazioni. Proponiamo, a mo' d'esempio, la «scheda» del batik: «7Z batik è una tecnica originaria dell'Indonesia, dove veniva usata soprattutto per tingere stoffe. Il procedimento consiste nel rendere certe parti del tessuto impermeabili al colore imbevendole di cera fusa. Così immergendo la stoffa nella tintura, si colora solo la parte non ricoperta di cera, che screpolandosi permette al colore di formare le sottili infiltrazioni tipiche di questa tecnica. Finita l'operazione di tintura, la cera viene eliminata con un ferro da stiro. Poiché il principio del batik è quello di rendere impermeabili certe parti e aumentare il deposito di colore in zone determinate, gli stessi risultati nel caso della carta si possono ottenere anche senza l'uso di cera: con piegature, con legature e con la pressione delle dita che stringono la carta durante l'immersione nella tinta». Indicati gli strumenti necessari alle operazioni. Polato mostra i disegni ottenuti piegando la carta a stella (elementi simili ripetuti più volte), arrotolando il foglio e legandolo in più punti con un cordoncino (un motivo a righe), spiegazzando e appallottolando una carta porosa (composizione simile alla esplosione di fuochi d'artificio). Pregevole, come si è detto, per la chiarezza del testo*e per la gamma di immagini, Le regole del gioco rischia tuttavia di portare il bambino a considerare le dodici tecniche come comparti¬ menti stagni e come fini a se stesse, anziché mezzi di riproduzione e di raffigurazione. Infatti mancano esempi sia di utilizzazione contemporanea di più tecniche per ottenere un unico risultato, che della possibilità di «rendere» lo stesso tema (un muro, etc.) in dodici modi diversi, a seconda della tecnica prescelta. E' quel che invece i bambini hanno occasione di provare nel laboratorio «Giocare con l'arte», allestito da Bruno Munari presso la Pinacoteca di Brera, dove l'apprendimento delle tecniche avviene in riferimento a dipin¬ ti «sezionati» su pannelli e al «confronto» con situazioni abituali. Munari, del resto, di «tecniche per giocare a inventare immagini», per dirla con il sottotitolo del libro di Polato, ne ha ideate parecchie. Le ha raccontate in Fantasia (ed. Laterza) e le propone, con altri autori e ricercatori, nelle collane «Quaderni di design» pubblicata da Zanichelli e «Tantibambini » edita da Einaudi. Perciò stupisce che nella pur succinta bibliografia indicata dall'autore, il nome di Munari non compaia neppure. Ferdinando Albertazzi
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