L'Europa era invasa da statue di Venere

L'Europa era invasa da statue di Venere L'Europa era invasa da statue di Venere STORIA DELLA SCULTURA NEL MONDO Pierre Devambez, Grecia Maurice Rheims, L'Ottocento 2 voli. 191 pp, l'uno L. 20.000 Mondadori, Milano NON c'è alcun dubbio che ai nostri giorni la scultura sia tra le arti la meno studiata e compresa. Il motivo è dovuto alla difficoltà di leggere e accostare le statue e i rilievi (quando non si trovino nei musei) e di coglierne appieno i molteplici punti di vista che si offrono all'osservazione. La difficolta può essere aggirata con l'aiuto della fotografia: con la sua proprietà di isolare i particolari e di fermare le sequenze in successioni ravvicinate. Opportuna quindi l'iniziativa della Mondadori di presentare i momenti essenziali della scultura di tutti i tempi con volumi che offrono innanzi tutto splendide selezioni fotografiche spesso inedite, commentate con rapidi cenni di orientamento sugli artisti le tecniche, i movimenti culturali le committenze. I due volumi ora pubblicati seguono a breve distanza di tempo quelli sulla scultura egizia, medioevale e del Seicento e avvicinano in maniera suggestiva, forse non casuale, la scultura dell'Ottocento a quella greca. L'Ot-. tocento infatti si apre all'in- segna dell'antico e si chiude con un rilancio di Grecia e Roma con Parnasse. L'inizio dell'Ottocento è in scultura soprattutto Canova, Houdon, Thorvaldsen. Il bello assoluto realizzato negli esemplari antichi è mito ossessivo. La ricerca della perfezione fisica associata alle virtù tradizionali va di pari passo con la perfezione tecnica e l'indagine sulla natura. L'Europa viene inondata di Veneri, Tersicori, Eroi guerrieri. Paridi I marmi del Partenone giungono in Europa con Lord Elgin, ma nei laboratori di scultura si lavora soprattutto sulle copie romane. I caratteri essenziali della scultura greca rimangono, come si avverte sfogliando anche le tavole del bel volume di Devambez, esclusi dagli ideali neoclassici. Così il senso astrattista della plastica arcaica o l'esaltazione dei valori materici (sia per i materiali usati che per la consuetudine della policromia) della scultura classica. Canova però non è soltanto accademia cimitero: forme raggelate nelle superfici polite e levigate dalla pomice. E' sottile turbamento psicologico, raffinata inquietudine da cui si avvertono i primi sintomi di una civiltà al crepuscolo. Durante il neoclassicismo e poi durante l'Impero il potere politico utilizza ampiamente le possibilità di coinvolgimento e di comunicazione proprie della scultura. Gruppi mitologici e animali balzano dalle fontane pubbliche: dalle piazze monumenti incombono sulle masse: i viali dei parchi si popolano di notabili fissati nella pietra; sulle facciate dei palazzi mascheroni ermi, lapidi sono punto di riferimento per il passante. Anche nelle chiese e nei cimiteri il mezzo più efficace per tradurre i concetti metafisici sono i gruppi scolpiti Nella prima metà dell'Ottocento la scultura sempre più diventa un'arte per tutti e come tale accentua le parvenze realistiche. I modelli di Schonnschein, Dantan, Daumier, Cecioni indossano gli abiti di tutti i giorni e le redingots; anche le immagini sacre diventano mondane. Ovviamente Baudelaire non condivide queste tendenze della scultura, che condanna inesorabilmente. Per lo stesso motivo Gautier pensa che lo scultore debba essere espulso dalla «comunità dell'arte pura». A partire dagli Anni 60 dell'Ottocento, i monumenti che adornano le città europee come la statuaria delle collezioni private appaiono stravolti da un vento nuovo e impetuoso. I simbolisti trasformano l'illusione del reale e del quotidiano in magia nera e tormento. Le statue di Chapu. Wolfers, Carpeaux. Framiet. aprono nuove possibilità di esplorazione nelle sfere dell'irreale, dell'onirico, dell'artificio. Anche le sculture dei preraffaelliti piene di ambigue nostalgie botticelliane si muovono in questa prospettiva. Come impressionisti intanto, Degas, Renoir, Medardo Rosso sperimentano le variazioni della luce sulle forme. Rodin ripercorre solitario la via di Michelangelo nel ritenere l'opera compiuta sin dal momento in cui l'artista mette mano alla materia da scolpire. Dai gauchistes preraffaelliti all'Art Nouveau il passo è breve. I fiori di campo e le piante acquatiche dei rilievi di Alfred Gilbert e Gaudi invadono le facciate degli edifici e si arrampicano sui ferri battuti degli ingressi delle metropolitane. Gianni C. Sciolla La schiava greca di H. Powers

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