Scintille erotiche

Scintille erotiche Ritoma la celebre Antologia Palatina Scintille erotiche ANTOLOGIA PALATINA a cura di F. M. Pontani e Anna Meschini Einaudi, Torino, 518 pagine, 40.000_lire NON sono che scintille, ma scintille strappate alla folgore» così definì il Sainte-Beuve questa raccolta di brevissimi carmi greci, a soggetto erotico, conviviale, votivo, celebrativo, descrittivo, funerario e. in epoca cristiana, mistico. Sono rimproveri alle belle lascive e infedeli, sollecitazioni ardenti, caso mai si rifiutino, con il memento della vecchiaia caro a Spenser e a Ronsard: considerazioni sulla brevità della vita, la ineluttabilità del declino e della morte: lacrime, ironia, estasi, struggimenti, colti con viva sensibilità e resi con la brevità balenante tipica dell'epigrafia, nella quale spesso in due righe è riassunto il senso di una vita, e la sua storia:eleganti variazioni su temi spesso ripetuti, che ricordano le aeree finezze di un clarinetto. E non si creda che questiepigrammi, che vanno dall'età ellenistica a quella bizantina, rispecchino soltanto conviti gioiosi e notti d'amore e ahirlande di rose. A testimoniare la perdurante vitalità del genere ve ne sono alcuni cristiani e persino composti da quel grande e fiero vescovo del IV secolo che fu Gregorio di Nazianzo: e si arriva al Medioevo. Fine supremo dei poeti, esprimere molto con il minimo delle parole, condensare al massimo: più che quadretti di genere sono spiragli, attraverso i quali si occhieggia su una situazione umana, un sentimento, un aspetto, delicato o sordido, della realtà. Questi componimenti non si possono leggere tutti di seguito, diventerebbero stucchevoli: ma tenere accanto questo volume e aprirlo ogni tanto dà serenità e avvicina il mondo antico attraverso la piccola gente e non i retori e gli eroi. Le illustrazioni, che rappresentano danzatrici squisite e amorini protervi, a un osservatore frettoloso potrebbero sembrare riproduzioni degli affreschi di Pompei o Ercolano: ma. a guardarle bene, vi si coglie quell'ombra di rigidezza della rievocazione culturale: e infatti, suprema raffinatezza, sono di Antonio Canova, tempere conservate a Possagno: ripensamento d'un ripensamento. L'introduzione e la traduzione, mirabili, sono di quel maestro della poesia greca che è F. M. Pontani: A. Me¬ schini, con minuzia erudita, informa sulle turbinose vicende del testo. Notazioni metriche, storiche, estetiche sono offerte in larga misura agli addetti ai lavori: ma in un breve spazio come questo mi limiterò a citare due esempi: «Tremendo amore, tremendo...» canta Meleagro. che. tra il II e il I secolo a.C. fu il primo raccoglitore delle composizioni precedenti: Strano che tu. scaturita I attraverso l'azzurro, dall'acqua I abbia creato, dea Ciprigna, fuoco. E Leonida di Taranto: La fattoria modesta, col piccolo solco da seme I l'esigua vigna a lato e quel boschetto I poche fascine: è quanto ditone possiede, ditone I per ottani'anni e più, di questo visse. Lidia Storoni La Venere marina in un affresco pompeiano

Persone citate: Anna Meschini Einaudi, Antonio Canova, Leonida Di Taranto, Lidia Storoni, Pontani

Luoghi citati: Ercolano, Pompei, Possagno, Torino