Il traditore e Gesù

Il traditore e Gesù Alcune pagine del libro in anteprima j Il traditore e Gesù Pubblichiamo alcune pagine del romanzo di Giuseppe Berto, «La gloria», per gentile concessione della Mondadori. Il primo episodio, riferito alla predicazione e ai miracoli di Gesù, mette a fuoco l'atteggiamento dialettico di Giuda verso il maestro, da cui si sente oscuramente attratto. Il secondo si svolge a Gerusalemme, dove Giuda e Simone incontrano il capo degli zeloti. La setta, di cui fanno entrambi parte, è favorevole a una insurrezione armata e diffida dai predicatori di pace e di miserie jrdia. SPESSO i Tuoi prodisi sapevano di trucco, di complicità, ma non avevo motivi di scandalizzarmene, o di contestarli, se poi servivano a conquistare le masse al reano imminente. La Tua parola incantava. Io sguardo sottometteva, il aesto obbligava. Folle ch'erano diaiune dal giorno prima si sentivano d'un tratto sazie, e si spargeva la voce che. avendo solo pochi pani e pochi nesci. avevi sfamato innumerevoli moltitudini. A gente che stava bevendo dell'acqua magari poco pulita veniva l'impressione che stavano bevendo ottimo vino, e si spargeva la voce che ad un banchetto di nozze avevi tramutato in vino cinquecento litri d'acqua. Tutto questo poteva anche andar bene: serviva alla causa. L'ora viene ed è questa, predicavi, e se per convincerne il popolo compivi anche meravigliosi prodigi che ai dubbiosi,lasciavano qualche sospetto sulla loro autenticità, non doveva essere motivo di sdegno o ripulsa. Forse un giorno l'Eterno si sarebbe rivelato anche attraverso ciò. e avremmo capito, ma frattanto mi trovavo spesso amaro e tormentato, e avevo per amica l'oscurità. ★ ★ Dall'oscurità nascevano sempre nuove domande. I demoni trasferiti nei porci, non avevano causato la morte dei porci e un danno al loro padrone e fors'anche ai lo- ro custodi? E come si poteva maledire e seccare un Fico che non aveva fichi in una stagione che non era quella def fichi? Un giorno incontrammo un cieco nato, e Ti chiesero: «Rabbi, perché costui nascesse cieco, chi ha peccato, lui o i suoi genitori?». Rispondesti che non avevano peccato né lui né i suoi genitori, ma che era necessario si manifestassero in lui le opere di Dio. Poi gli donasti la vista per mostrare la potenza del Signore. Ma la potenza dei Signore non si sarebbe potuta manifestare meglio non facendo nascere ciechi nati? All'oriaine dei prodigi c'era sempre il male: ma perché-il male? Una resurrezione dev'essere preceduta da morte. La resurrezione di Lazzaro servì per mostrare la potenza di Dio sopra ia morte e il dolore di quelli che se ne addoloravano. Ma gli infiniti altri morti ai quali nessuno diceva: risorgi? Troppe domande, e l'Eterno non rispondeva, né trovavo risposte dentro di me. né potevo chiederle a Te.non sarei stato capace di sopportare la Tua collera. Eri dolorosamente ingiusto. Gesù. PER qualche tempo ancora, restammo — Simone ed io — senza sue notizie, finché il servo di Nicodemo venne a dirci ch'egli stava oltre il Giordano, nei luoghi in cui Giovanni aveva battezzato, e che potevamo raggiungerli.). Decidemmo di partire il giorno dopo. La sera, nella taverna di Aser. incontrammo Ariel. «li galileo ha potere» ci disse. «I! suo sauardc e il suo aesto sono maestosi e autoritari. E" abile, astuto, coraggioso, perfino temerario. Ma non ha alcun senso politico. In una città già spezzettata in cento correnti, ha portato nuove discordie. Dobbiamo unire, non dividere, tenere tutti insieme contro Roma: anche i dottori, i farisei, i sadducei, finché servono. Siamo contenti che il vostro Rabbi se ne sia andato, vogliamo che non tomi più. Voi. che intenzioni avete? Noi pensiamo che a Gerusalemme possiate rimanere senza rischi. Chi vi cercava s"è dimenticato di voi». Risposi per tutti e due: «Noi andiamo a raggiungerlo». Ebbe un moto di stizza: «Ma se nemmeno credete che sia l'Unto». Simone disse: «Io credo». Si rivolse a me: «Ma tu no. almeno così m'hai fatto intendere. Tu sei istruito, intelligente. Prova ad esaminare il tuo Rabbi con un po' di senso del ridicolo: resterà poco più d'un ciarlatano». Risposi: «Io gli appartengo». Rifece, più violento, il moto di stizza: «A tal punto ti ha soggiogato. Giuda? Eri un uomo fermo, una volta: su te si poteva contare». Risposi: «Non sono cambiato, e sono più fermo che mai: la liberazione d'Israele è il mio primo pensiero. Ma sono certo che Gesù di Nazaret è l'uomo più adatto per portarci al regno». Capì che non sarebbe servito a niente insistere, e disse con sincera amarezza: «Finirà lapidato o crocifisso. E non lui solo. Moriranno anche molti che sono legati a lui. e saranno moni inutili». Giuseppe Berto

Persone citate: Gesù, Giuseppe Berto

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Roma