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arte arte Micaela Viglino Davico I RICETTI Difese collettive per gii uomini del contado nel Piemonte medioevale Ediaibra Torino 204 pagine, 18.000 lire (gianni c. sciolla) Tra la fine del XII secolo e il '400 inoltrato anche il territorio piemontese muta fisionomia. La popolazione dei grandi centri abitati, a seguito di considerevoli trasformazioni sociali, aumenta notevolmente e nel contempo si accrescono le sue necessità. I Comuni incoraggiano la tendenza al decentramento nel contado, favorendo nuovi insediamenti, che significano sfruttamento più esteso e sistematico dei terreni e potenziamento dei commerci. Nucleo di questi nuovi villaggi, punto di aggregazione delle recenti comunità contadine per la raccolta dei beni della terra, forse anche degli animali, per la difesa da improvvise scorrerie e sortite, per il riparo dai contagi sempre in agguato, ma anche luoghi di abitazione per la vita di ogni giorno, è il cosiddetto «ricetto». Vero e proprio borgo fortificato con mura, torri, difese elementari (rialzi di terreno, le «motte», recinti d'acqua e zone paludose), il ricetto spesso era inserito in una «catena» protettiva di intere porzioni territoriali. Varie le tipologie, gli schemi dei ricetti, soprattutto in funzione della zona in cui vengono edificati. A «guscio», con pianta circolare o quadrangolare, con l'allineamento pressoché casuale delle costruzioni interne. A impianto ortogonale in altri casi: cioè con vie secondarie perpendicolari alla strada principale; in qualche caso anche «a fuso». All'interno delle mura, valicata la porta a torre, in materiali poveri come le difese (ciottoli di fiume, pietre grosse e irregolari, laterizi), gli edifici. Semplici ed essenziali, distanziati da precisi limiti per lo scolo delle acque, poco spaziosi, spesso a due piani. Oltre a queste case (abitazioni o magazzini di attrezzi e derrate), i ricetti contenevano anche cisterne per la raccolta delle acque, il forno, il palazzo della credenza molto raramente la chiesa. Di questi splendidi monumenti di cultura popolare o subalterna, che si va a poco a poco ihuminando, l'autrice dà una mappa topografica completa nelle varie forme delle diverse aree piemontesi di diffusione (Biellese, Canavese, Vercellese, Novarese, Pinerolese ecc.). L'analisi delle varianti in rapporto al complesso problema della loro esatta destinazione e uso, è accompagnata da una esauriente documentazione storico - documentaria, che permette di chiarire anche le fasi di trasformazione nel corso dei secoli, la cui esatta lettura e interpretazione è resa più chiara da precisi e opportuni rilievi grafici. John D. Hoag ARCHITETTURA ISLAMICA Electa, Milano 197 pagine, 12.000 lire (gianni c. sciolla) Appartiene alla collana di cui sono stati già pubblicati i volumi sul Romanico e il Rinascimento. Questo nuovo saggio, che come i precedenti ha l'intento di presentare la sistemazione storica complessiva di un intero periodo di storia dell'architettura, affronta il tema dell'architettura islamica. Il tempo considerato è vastissimo come l'area di diffusione: dal secolo X sino al XIX in un territorio compreso tra l'Anatolia occidentale, il vicino Oriente (Persia, Iraq) il Mediterraneo sino alla Spagna. L'autore ne segue la favolosa vicenda con taglio diacronico, attraverso le differenziazioni e le affermazioni delle varie «scuole» regionali. Da questo quadro, che spesso è delineato con linguaggio eccessivamente specialistico, arduo per i non addetti ai lavori (opportuno sarebbe risultato almeno un lessico finale sulla terminologia relativa a questi problemi) si può ricavare l'evoluzione delle singole tipologie alle quali spesso è collegata l'immagine e la ricostruzione del mondo e della civiltà islamica. La moschea innanzi tutto, l'edificio della preghiera per il mussulmano, nelle sue forme a cortile quadrato con la sala per la preghiera a molteplici navate, nei suoi elementi essenziali delia qìbla o direzione della Mecca contrassegnata dal mih-rab o nicchia, dal minareto, dalla decorazione spesso ridondante e splendente (stucchi, mosaici ecc.) oppure a sala cupolata. E, poi, le diverse strutture urbane, i palazzi residenziali a giardini, l'architettura funeraria, i caravanserragli.

Persone citate: Canavese, Hoag, Micaela Viglino Davico I, Novarese

Luoghi citati: Anatolia, Iraq, Mecca, Milano, Persia, Piemonte, Spagna, Torino