Anche tra le galassie spunta il luogo comune di Ruggero Bianchi

Anche tra le galassie spunta il luogo comune Van Vogt, mestiere e fantasia Anche tra le galassie spunta il luogo comune A. E. van Vogt MENTE SUPREMA Nord, Milano pagine 161, lire 2500 LE ARMI DI ISHER Nord, Milano pagine 453, lire 5000 ACCOSTARE Mente suprema e Le armi di Isher suscita un senso di tristezza: è un modo, forse ingeneroso, di verificare l'incapacità di rinnovarsi di uno degli esponenti più prestigiosi del cosiddetto periodo d'oro della SF e il suo progressivo cedimento a moduli narrativi di consumo, non più giustificati sul piano ideologico. Già Diamondia (tradotto dalla stessa Nord nell'ormai lontano 1973) aveva fatto temere un certo sclerotizzarsi dell'opera vanvotiana, ma Mente suprema, scritto nel 1977, ne è forse la conferma irrevocabile. Il tema del middle man che prende progressivamente coscienza della sua natura e vocazione di superuomo, di custode e «dio» dell'umanità, è ormai diventato uno stereotipo, non sorretto da quelle intuizioni a volte davvero geniali che facevano da supporto a opere come Non-A o Slan, sicché si ha l'impressione di essere tornati indietro di venti o tren¬ tanni, ai tempi di una space opera divertente ma del tutto immotivata. Un vero peccato, giacché Non-A e le stesse Armi di Isher (che giustamente Riccardo Valla, il quale ne ha curato una nuova e attenta traduzione, fa oggetto di una brillante introduzione, sottolineandone le molte aperture e la possibile lettura in chiave psicoanalitica), pur risentendo del clima ancora "eroico» in cui vennero scritte, erano opere capaci di stimolare le facoltà speculative del lettore, proponendo la prima l'originale visione di una società rivoluzionata dall'applicazione di una logica non aristotelica, e la seconda una sorta di filosofia politica il cui cardine era costituito dalla tesi secondo la quale nessun potere può essere tirannico se viene controbilanciato da un potere eguale, sicché la miglior forma di governo è quella formata da due autorità coesistenti ma di segno opposto. E' questo, in parole povere, l'assunto che sta alla base del ciclo di Isher: l'impero galattico e i negozi d'armi sono due facce di una stessa medaglia, i due risvolti di un medesimo sistema politico che si regge proprio in virtù di tale dialettica. Se uno dei due venisse a mancare o, al contrario, prendesse defini¬ tivamente il sopravvento, l'equilibrio scomparirebbe cedendo il passo al totalitarismo più spietato e irreversibile. Su questa impalcatura di fondo, Van Vogt può dare sfogo alle sue fantasie più sfrenate senza cadere nel più banale western spaziale: persino i suoi superuomini trovano una certa giustificazione, in quanto è chiaro che non può essere un normale politico a controllare situazioni tanto complesse. Proprio il contrario, appunto, di quanto accade in Mente suprema dove, mancando una teoria di base, magari azzardata si è addirittura costretti a ricorrere a sieri incredibili e a invenzioni miracolose e a recuperare il cliché dello scienziato pazzo. Anche Van Vogt insomma, si trova coinvolto nella crisi che da alcuni anni travaglia scrittori altrettanto noti come Asimov o Sheckley: tutti paiono ritrovarsi, a distanza di anni, in un mondo diverso da quello che si erano attesi, un mondo dal quale non sanno più prendere le distanze e dal quale quindi si allontanano sconfitti, rifugiandosi in un fantasticare ancora ricco di mestiere ma, per noi, irrimediabilmente estraneo. Ruggero Bianchi

Persone citate: Asimov, Riccardo Valla, Sheckley, Van Vogt, Vogt

Luoghi citati: Isher, Milano