Rivelare i misteri con Euripide e Apuleio

Rivelare i misteri con Euripide e Apuleio I riti di celebrazione nell'antichità Rivelare i misteri con Euripide e Apuleio Maurilio Adriani MISTERI E INIZIAZIONE IN ORIENTE Salani, Firenze 254 pagine, 10.000 lire Imisteri: uno dei capitoli più affascinanti nella storia delle religioni antiche. Tenendo fede alle proprie origini, restano pure uno dei campi più enigmatici su cui ci si possa avventurare. Secondo il senso primitivo del termine in àmbito greco, i misteri erano la celebrazione di riti d'iniziazione in diversi culti segreti, estensivamente i culti stessi. Uno degli elementi comuni riconoscibili nei vari misteri è l'iniziazione mediante cui l'adepto entrava nella speciale società devota a un culto segreto col fine di conseguire la propria individuale salvezza, una sorte che fosse una vittoria sulla morte. Motivi soteriologici ed escatologici emergono da parecchi documenti: ad esempio, per i misteri orfici dalle laminette auree che s'appendevano al collo dei defunti e che sono state rinvenute a Sibari e altrove. I Baccanali Salvezza, individualità, intimità: un bisogno d'aderenza alla più autentica essenza personale, di comunicazione diretta col divino: tratti ricorrenti quando s'acuisce l'insoddisfazione per gli istituti pubblici consolidati, sentiti incapaci di appagare le ansie più genuine e profonde. Per il divergere dai riti ufficiali per la segretezza che si configura in rivolta, i misteri appaiono in contrasto col potere costituito. Talora il contrasto esplode. Così a Roma, nel 186 a.C, un senatoconsulto famoso sancisce la sanguinosa repressione del movimento dei Baccanali Qui la documentazione è di prim'ordine (Livio, le tavole di Turi). Ma in genere la sete di documenti riarde chi si cimenti coi misteri Conseguenza, fra l'altro, del fatto che già in antico l'obbligo d'osservare il segreto iniziatico eresse salde barriere contro i curiosi In siffatta situazione s'inserisce la collana inaugurata dal libro di cui parliamo qui L'editore avverte che essa vuol dare «un contributo documentato^ quindi concreto, alla più vasta conoscenza dei mementi e delle intuizioni più significative dello spirito umano...». L'Oriente cui allude il parziale titolo dell'Adriani è il Vicino Oriente antico. Il libro riguarda anche l'Egitto antichissimo e il mondo greco-romano. Si parte dalla pompeiana Villa dei misteri scelta come esemplare punto di avvìo, benché nel panorama misteriosofico rappresenti una testimonianza alquanto tarda. Dopo Pompei — dove il ciclo pittorico della Villa è oggetto d'un'illustrazione centrata sul «trionfo» di Bacco e Arianna — l'itinerario tocca l'isola di Creta per la Grande Dea, l'Egitto per Osiride e Iside, l'Anatolia per Cibele e Attis, Tracia e Grecia per Dioniso, Eleusi per Demetra e Core, la Persia per Mithra. Infine, una svolta, o un salto: il mistero cristiano. Le fonti sono monumenti figurativi e soprattutto testi letterari greci e latini: Pindaro, Sofocle, Platone, Aristotele, Plutarco, Proclo, e tanti altri Primeggiano leBaccanti di Euripide e le Metamorfosi di Apuleio. Purtroppo, i dotti riferimenti sono a volte viziati da strane imprecisioni Non dubitiamo che un ulteriore controllo delle bozze di stampa le avrebbe eliminate. Ma il libro pecca anche per omissioni Omette, fra l'altro, una sia pure essenziale nota bibliografica. L'itinerario predetto è per- corso-e ripercorso dietro vari temi e problemi: rapporti fra misteri e miti naturalismo e misticismo, rituale dei misteri, Metamorfosi apuleiane come «espressione misterica decadente», etc. Per parte nostra, diremo soltanto che il tentativo di cogliere Z'«éssenza dei misteri» non ci sembra molto fruttuoso. Anche dalle feste l'autore trae sui misteri poca luce, nonostante l'ottimismo dichiarato. Ciò non vuol dire, è ovvio, ch'egli avrebbe dovuto decifrare l'indecifrabile: significa soltanto che, se non erriamo, egli sopravvaluta alquanto i propri apporti Che dire poi della fiducia che «l'oscurità delle storie sacre» sia un poco rischiarata dalla «chiarità dell'azzurro Mediterraneo»? Il mistero cristiano Punto cruciale del libro è il passaggio al «mistero cristiano». Fra questo e i misteri pagani l'autore pone un divario incolmabile: il divario che divide «una storia reale» da «mitologie splendide e suggestive, ma mitologie». Divisi, naturalmente, saranno qui anche i lettori a seconda degli orientamenti religiosi Il divario in questione ha anche basi d'altro tipo: si pensi alla peculiare tradizione (l'ebraica) in cui il «mistero cristiano» s'inserisce. Nota di fondo del libro è una certa ambiguità. Mentre per un verso inclina a una > direzione storicizzante, per un altro, e prevalente, verso indulge a un fare descrittivo ed evocativo che mette capo a pagine per lo più sentimentali R discorso talora ristagna in tratti ripetitivi che possono accentuare il senso dell'inanità del battere alle porte dei mdsteri Ma, nonostante tutto, non escluderemmo che lettori ben disposti possano trarne spunti e stimoli a tentare per proprio conto il rischioso cammino. Un libro die sortisca tale effetto, è pur sempre un libro non vano. Francesco Giancotti

Persone citate: Adriani, Core, Francesco Giancotti, Iside, Maurilio Adriani, Osiride, Platone, Salani