Atlantide

Atlantide Atlantide di Guido Ceronetti ERA un amaro pezzo di marciapiede, davanti al negozio cancellato dall'esplosione, dove fra i tritumi della ex vetrina la testa di un manichino contemplava i segni del fuoco col suo melenso stupore di bambola, limitato ad un occhio solo: c'era per un buon tratto sangue e lamento, visceri e mani, schegge di dolore, fer i nostri fratelli sotto l oppressione diceva il volantino arrivato ai giornali: sotto, una foglia di fico attraversata da un pugnale e la firma: // Gemito di Atlantide. La gente, come sempre, diceva sciocchezze: la meno insulsa era questa: Dove sarà questa Atlantide? Non si era neppure certi della sua esistenza. Se ne discute ancora. Il Gemito di Atlantide, questo è certo, esisteva e faceva vittime. Stragi e rovine dappertutto: a Milano, n Tokvo. a Lione, a Belgrado... Linee ferroviarie minate. Aerei sequestrati a terra, fatti precipitare in volo. Il movimento voleva una cosa che tutti, sebbene dubitando dell'esistenza di Atlantide, ritenevano giustissima: la liberazione daìl oppressore, ma perché tanta ferocia contro chi non pen>ava per niente ad ostacolarla'1 C'entrava qualcosa il magazzino FECIS di Bergamo Bassa'? E gli impiegati della Schreck Bank di Friburgo'1 Con molto buon senso, gli scrittori italiani osservavano che. se il fine era buono, non lo erano i mezzi, e già parecchi di loro si muovevano in sedia a rotelle. Non c'erano missioni diplomatiche di Atlantide: il Gemito rivolgeva le sue attenzioni a quelle degli altri Stati, per informare clamorosamente il mondo che Atlantide lacrimava per la libertà, l'indipendenza, la giustizia. Quattro morti a! consolato di Norvegia. Un paio di ambasciatori assassinati. Ma dov'è ernesta Atlantide? Si diceva fosse un'isoia non più grande di un mucchio di fagioli. Per alcuni era addirittura un continente grande come l'oceano Atlantico, popolato da zingari cìvilizzatissimi. con università famose, immense coltivazioni di paporia (una specie di cicoria dalla consistenza e dal sapore di patata, mai arrivata sui nostri mercati), astronavi con bombe spaventose, segno di un'eccezionale evoluzione scientifica. L'abitante aveva i! tipo levantino con qualcosa di polinesiano e molti, nei porti mediterranei, giuravano di aver visto atlantici, piccoli e bruni, astuti nei commerci: però con quale passaporto? Se chiedevi a un Turco o a un Greco: sei di Atlantide? di sicuro rispondeva di essere Greco o Jjìl£0^£ij*'se s' vergognavano di esseTedfiSfflc^^Wnueva molto pericolosi i guerriglieri del Gemito l'aiuto entusiastico prestatogli dagli irrequieti di ogni nazionalità (anche svizzera!) smaniosi della libertà di quel popolo mai veduto eppure amato macabramente. C'erano dei tedeschi e dei giapponesi veramente formidabili, che alla clandestinità atlantica portavano il contributo di tecniche sofisticate dell'uccisione e dell'evasione, del ricatto e della distruzione. Quando la polizia, per caso, ne catturava qualcuno, si capiva subito dagli interrogatori che nessuno di loro aveva mai visto Atlantide, e neppure un esule del Gemito. I giornali, imbecilli, ripetevano noiosamente che bisognava prendere / mandanti. — Dove sono le teste del movimento? — Saperlo! Non c'erano. Il Gemito era tutto braccia, braccia fornite di cervello elettronico. E per eccitare e rammollire propalava una quantità di notizie sull'infelicità del popolo atlantico, accusando quel governo di nefandezze comuni anche a parecchi altri governi, però indisturbati, del mondo: campi di concentramento, torture, manicomi politici, bavaglio alla stampa, inflazione, spese militari. Che noia! Avessero saputo trovare del nuovo! Di queste cose erano accusati, falsamente, anche i migliori, i più innocenti Stati del mondo, come l'Urss. sigla di pace. Non è un miracolo di Cana la conversione della sete di giustizia in sete di sangue! Del resto, la gente era stanca e non avrebbe tollerato prove. Ogni tanto si scopriva che il Gemito aveva utilizzato vecchie foto di massacri tra il 1905 e il 1950 spacciandole per Massacri di Atlantide... Anche una' riproduzione dei Massacri di Scio di Delacroix. enorme tela del Louvre! La Propaganda si muove tranquillamente fuori della sfera della Verità: anzi, per i suoi scopi, la Verità, anche se d'accordo con i suoi fini, è sempre improduttiva. Nei suoi risultati migliori, la Propaganda, mettendoti sotto gli occhi con un'opportuna didascalia un'imponente cremazione di vittime pakistane di un'alluvione, ritoccata in mudo da sembrare uno spazioso lazzaretto dove sono .sottoposti a flagellazione tutti i sofferenti di piaghe da decubito, o il toro che in quella famosa sera uccise Ignacio Mejias trasformato da un fotomontaggio nella partenza del treno dei forzati di Resurrezione, può farti credere che si tratti dell'incontro di Stalin. Mao. Truman. Capote. Hitler, davanti a una folla di peronisti. su una piazza di Hiroshima il 6 agosto 1945. Di questi trucchi sempre attivi, ma logori, il Gemito faceva un unico fascio e li gettava nella testa della gente come misfatti del colonnello Fruì e della sua banda di assassini. Nessuno aveva voglia di estendere il proprio odio anche a questo triste spettro del colonnello Prut. presunto oppressore di Atlantide, ma speravano tutti che fosse tolto di mezzo, perché almeno s'interrompesse la catena degli omicidi in no; : i w u\.li; rtà degli atlantici, un popolo puramente congetturale. Ci fosse o no il colonnello Prut a capo dei suo governo. Atlantide — afferma Franz Joseph Lévy-Strauss nel suo Viaggio in Atlantide — non è Utopia. Sostiene che Goethe alludesse ad Atlantide nella canzone di Mignon: «Conosci tu il paese / dove i limoni fioriscono?» perché Atlantide sarebbe il più grande produttore di agrumi del mondo, e che la sua danza nazionale è il tango. Igiornali sono cari: ogni copia costa cinquecento Penis. l'equivalente delie nostre diecimila lire, e non supera le otto pagine, quasi tutte di pornografia. Il Penis atlantico è una croce numismatica: pare sia bellissimo lo scudo, che ha su una faccia una testa bene eretta, sull'altra un paio di ciliege sotto spirito. Ranieri di Monaco ha un Penis da venti, che si trova esposto nel celebre Acquarium monegasco insieme alle murene zebrate, e i visitatori davanti a quella vasca sono sem- prc molto numerosi, nella speranza di riuscire a vederlo. Il Viaggio dell'illustre etnologo termina con una confutazione: non esisterebbero in tutta Atlantide coltivazioni di paporia. Sul colonnello Prut. neanche una parola. Al servizio d'informazioni americano risultava che un colonnello Prut era morto nel 19 17 durante la ritirata di Caporetto. non si sa se dalla parte italiana o da quella austroungarica (se italiano, si chiamava Pruti o Pruto o Prutto) e che nel mondo, dopo il 1840. non c'era più stato un Prut a capo di qualche governo. (Strano: sarebbe opportuno nominare una commissione d'inchiesta). Tuttavia, quando il Gemito incendiò l'Hotel Rovai Bermudes. a Londra, mentre da tutti i piani si buttavano giù clienti in pigiami fiammanti (parecchi, anche, indecentemente nudi) un altoparlante tuonava nella notte, più forte degli ululati delle vittime, delle grida della folla, delle sirene e del trambusto: —Colonnello Prut sei un criminale! Il popolo di Adantide ti ha condannato a morte! — Scotland Yard cercò ingenuamente il colonnello Prut tra i settanta morti nell'incendio: non c'erano che depressi, nessuno era oppressore. Tra le rivendicazioni del Gemito c'era anche l'indipendenza di Atlantide, richiesta che stupiva gli ottusi malati di logica. Come si poteva dubitare dell'indipendenza di uno Stato tanto chiuso ad ogni rapporto con ogni altro da non figurare neppure tra gli esistenti? E per di più così ricco di manganese da non aver bisogno di importarne? Perché, secondo il geografo Straboni. Atlantide era ricchissima, ricca sfondata di manganese: e quando una nazione moderna è ricca di manganese non dipende da nessuno, anzi fa dipendere da sé gli altri. Forse, opinavano i più disposti a credere alla propaganda del Gemito, il colonnello Prut sarà di origine straniera? Ma, ribattevano i logici, perché dirsi internazionalisti se non si accettava neppure che la nonna del capo del governo fosse nata fuori dei confini? In realtà, il Gemito professava, negli atti distributivi e nelle stragi che andava compiendo senza distinzioni nazionali, un internazionalismo coerente. Colpiva dove poteva, quando poteva, scegliendo di preferenza le nazioni più tolleranti, amiche di periodiche amnistie. Nessuno dei suoi sicari restava prigioniero per più di qualche settimana: subito il Gemito organizzava uno strepitoso ratto di ostaggi, costringendo lo Stato che si riteneva assurdamente offeso dai loro atti sacrificali Pro Indipendenza e Libertà di Atlantide, a mettere immediatamente a disposizione dei suoi martiri un aereo. Ma per quale Stato decollavano questi aerei? A questo punto succedeva qualcosa di strano. L'aereo coi prigionieri liberati si alzava in volo e per circa mezzora svolazzava al di sopra della pista, poi atterrava di nuovo come un qualsiasi aereo di linea in arrivo da Mosca o da Los Angeles. Si apriva lo sportello, i gemitisti scendevano rasati e sorridenti, aspettati da grosse valige diplomatiche molto pesanti, andav ano al bar e ordinavano panini e cappuccino. Si era ormai arrivati a un numero di attentati giornalieri che anche i giornali più moderati osavano definire quasi intollerabile. Nell'estate del 1979 ce n'erano stati, nella sola Europa occidentale, almeno ottomila, solo di quelli firmati dal Gemito di Atlantide, del resto i più sanguinosi, tutti ovviamente impuniti. E finalmente, al principio di ottobre, il Gemito incominciò a lavorare in grande, spingendosi fino al Ricatto Atomico, il primo nella pittoresca storia dei movimenti di liberazione del nostro secolo. Fu opera del gruppo dei bravissimi complici e artigiani tedeschi. Una città intera, che conservava ancora una dozzina di case del XIII secolo in mezzo ai suoi grattacieli di vetro nero. G e una cattedrale gotica molto nota ai turisti, fu di colpo gettata nel panico nucleare. Per forza, visto che il colonnello Prut seguitava maniacalmente ad opprimere Atlantide! E dove l'a¬ vevano nascosto l'ordigno? Nel cappotto di un piazzista che l'aveva dimenticato, dopo un bagno. all'Albergo Diurno della stazione! Per prova che facevano sul serio, avevano con laminato con materiale radiottivo uno scuolabus, imbrattando di macchioline una ventina di bambini, figli di gente che non pensava con sufficiente orrore al colonnello Prut. Ma chi aveva cura di quei bambini? Ci si ammazzava per fuggire dalla città prima dello scoppio. Quelli del Gemito avevano pensato a tutto, facendo saltare tre o quattro ponti e rendendo impraticabile la pista dell'aeroporto. E i loro altoparlanti a urlare per le strade, da nastri collocati nei pertugi più impensati: — Entro un'ora, colonnello Prut. vogliamo le tue dimissioni! Consegnati al Tribunale Rivoluzionario o su questa città scenderà la morte atomica! — Laconico, esatto, e si sapeva che il Gemito non amava il bluff. Reazioni indescrivibili, effetto mondiale, sicuro. Molto meglio che alle Olimpiadi! La televisione dedicava lunghi servizi al colonnello Prut e alle coltivazioni di paporia, fabbricati con v ecchi materiali fomiti dall'Istituto Luce. Intanto il borgomastro della città impazziva nel cercare in tutti i modi di mettersi in contatto col colonnello Prut. per supplicare il tiranno di consegnarsi al più presto nelle mani del tribunale rivoluzionano, riunito in chi sa quale continente, visto che Atlantide era più che mai introvabile. La città non era grande, appena trecentomila abitanti, ma. scriveva giustamente il Kurier della Sera, e se fosse l'inizio di un'escalation? Pazienza per quei trecentomila, però un attacco a una città europea che superasse il milione avrebbe potuto indurre i governi parlamentari a prendere, sia pure con grave rimorso, misure di emergenza. Si temeva per Roma, sede del Vicario di Cristo, che aveva rivolto, in esperanto, mancando un manuale Hoepli della lingua di Atlantide, un commovente appello ai duri gemitisti. Ed ecco l'ultimo Ultimatum: — Mancano trenta minuti, colonnello Prut! Libertà per Atlantide! Viva Atlantide libera e indipendente! — Sempre il chiodo dell'indipendenza. Qualcuno ebbe il coraggio di rammentare un pensiero leopardiano: «Gli uomini sono miseri per natura, ma risoluti a credersi tali per colpa del colonnello Prut». Ma i gemitisti. quanto a filosofia, erano più turati di una cassaforte. Il Segretario delle Nazioni Unite, che mai aveva visto sui banchi del Palazzo di Vetro un delegato di Atlantide, desistete, diceva in una sua appassionata registrazione a caldo dal buffet dell'Organizzazione, desistete uomini del Gemito (dimenticava le donne), noi otterremo pacificamente le dimissioni del colonnello Prut, esecrato da tutto il mondo civile. Alla fine della registrazione, era rimasta, e subito aveva fatto il giro del mondo, questa coda sussurrata all'orecchio di un delegato che in G quel momento stava masticando una polpetta: — Non lo troveremo mai questo colonnello... —Forse ne aveva stima: però, come Segretario delle Nazioni Unite, doveva fìngere di esecrarlo. Nella città tedesca minacciata, in quel momento, si moriva più di arma bianca che di radiazioni gamma. Anche i denti erano tornati pericolosi. Fu il direttore di un grande quotidiano a salvare tutto. Non sarà mai dimenticato quel suo colpo di giornalista di genio. Uscì con un'edizione straordinaria, pochi minuti prima che scadesse l'ultimatum, dove la prima pagina, raddoppiata nel formato, enorme, era interamente occupata da questa notizia, prodigiosamente falsa: ATLANTIDE DISTRUTTA IN POCHI MINUTI DA UN MISTERIOSO CATACLISMA. In un paio di righe si accennava alla sicura scomparsa, nella mitologica catastrofe, del colonnello Prut. e al dispiacere per la perdita dei ricchissimi giacimenti di manganese. Le cellule del Gemito ne rimasero folgorate. G La fine dell'inesistente, documentata da un giornale, è. per i suoi adoratori, mortale. L'intero gruppo giapponese si apri il ventre alla 'periferia di Tokvo. Il tedesco si mise subito a disposizione della polizia per disinnescare l'ordigno. Mancavano venti secondi all'esplosione. I tecnici arrivarono dopo un quarto d'ora e fecero in tempo a renderlo innocuo, perché aveva un difetto, essendo stato fabbricato da persone non ancora laureate, con due o tre fili di raccordo in meno. Sarebbe esploso, molto probabilmente, con qualche ora di rilardo, ma facendo ugualmente un notevole effetto. Quel magnifico direttore è ancora vivo: ritirato a Lugano, coltiva paporia in un piccolo giardino. Da quel giorno cessarono gli attentati del Gemito di Atlantide in ogni'parte dei mondo. Ogni tanto, qualche intellettuale parla con profonda esecrazione del colonnello Prut e della sua banda di assassini.