Profili di città padane di Ferdinando Camon

Profili di città padane Profili di città padane di Ferdinando Camon NELLE città attorno al delta del Po e all'estuario dell'Adige il sole non appare da novembre a febbraio, e la pianura vive in quei mesi una vita immersa nella penombra. Venezia prepara ponti d'assi tra un sottopòrtego e l'altro delle piazze più basse, e quando l'acqua sor-, monta sulle banchine e avanza sul selciato a piccoli rivoli che si congiungono formando un lago, le inglesi con le trecce di canapa oscillano in equilibrio una alla volta sulle assi gettando gridolini stranieri e manovrando per contrappesi l'ombrello nella mano destra e ia borsa nella sinistra, mentre il gondoliere che le ha accompagnate fin là e con la gondola ha potuto salire sulla piazza legando la barca a una colonna, come un cane, ne accompagna una alla volta camminandole sommesso al fianco e guidandola per mano sicché pare che l'introduca nel salone d'un balio in costume. Chi percorre le strade verso Bologna capita a Ferrara senza essersi accorto di Rovigo, che non è una città in mezzo alla campagna ma un pezzo di campagna che cambia nome e si chiama città, con le strade larghe e le case basse e troppo lontane dal ciglio per poterle vedere dall'auto, e non ti manda incontro nessuno mentre Ferrara dispone intorno alla sua periferia un cordone di polizia stradale disposto a grappoli in mezzo al crocevia a spartire la nebbia con le fiaccole ardenti alzandole come tante statue della vittoria e qualunque cosa tu gli domandi ti guardano! con le ciglia gocciolanti e ti rispondono sempre col nome della loro città. Quando entri a Ferrara hai l'impressione che sia diventato notte di colpo e senza volerlo guardi l'orologio ej poiché è ancora mezzogiorno ti guardi in giro stupefatto per; l'ombra che ti copre come un ombrello, e allora ti accorgi che l'ombrello è il palazzo della città che è anch'esso una città perché dà nome a più strade che lo fiancheggiano e io attraversano per mezzo d'un ponte riservato che però; è chiuso da una ringhiera d'alabarde di ferro al di là delle quali intravedi passare ogni tanto gruppi di facce inquadrate che devono essere lì da sempre perché non si capisce da dove possano esser entrate. Quando arrivano a Ferrara scendendo dal Nord i tedeschi: alzando il naso sentono Fo-' dorè del mare e la direzione' dei vènti salini e puntano, verso oriente capitando a Chioggia che è come una piccola Venezia circondata da stagni d'acqua morta ove boccheggiano pesci moribondi che i pescatori immersi nudi fino alle cosce pescano coi crivelli e ie nigosse prima che l'acqua infetta li corrompa, c passeggiando per la piccola città bianca e ventosa quei turisti stranieri cercano San Marco e poiché son tedeschi lo trovano nella prima chiesa e cercano il Palazzo dei Dogi e poiché son tedeschi lo trovano nel primo castello che abbia le colonne rosse, perché a Venezia il Palazzo dei Dogi fra le 83 colonne di marmo ne ha davvero due di rosse fra le quali si affacciava il Doge per annunciare alla storia le condanne a morte, e poiché i tedeschi conoscono la città solo dal tipo di morte che vi si pratica, per questo trovando a Chioggia due colonne rosse hanno la testimonianza che quella è Venezia e se ne tornano a casa portando come prove le fotografie piene di nebbia e i conti delle osterie scrittì.in dialetto veneto. A Padova la nebbia è néra1 come a Milano e non bagna le; cose ma le dissecca perché si srotola a ondate sotto forma di polvere, a Marghera la polvere è rossa e qui vedi ogni tanto lungo le strade e davanti alle fabbriche operai che trascinano all'aria un loro compagno svenuto coi polmoni intasati di veleno e gli massaggiano il cuore e gli scaldano i piedi che quando avanza la morte sono i primi a diventar freddi. Quando la città finisce e' comincia la periferia te ne ac-, corgi da tante indicazioni, ma non dalle case, perché la città» crescendo e allargandosi ha incontrato i paesi e li ha trasformati in quartieri, dove; c'era una villa a tre piani ci ha piantato sopra altri tre piani, e dove c'era un giardino con la piscina e ci stava il dottore del paese che d'estate usciva dalla! porta in costume da bagno con l'asciugatoio in spalla e sostava un attimo per lasciarsi ammirare poi camminava a1 passi lenti verso il trampolino, respirava tre volte e si tuffava; in giù, adesso c'è una casa che; confina con quella del dottore e dove c'eran le porte il dottore ha dovuto ridurle a fine-j stre e dove c'eran finestre ha dovuto piantar inferriate, nella piazza del paese dove c'era il monumento ai caduti adesso c'è un cinema e se guardi bene dietro i cartelli di Sofia Loren vedi spuntare una lastra di marmo con una sfilza di nomi in bronzo, ecco quella è la lapide dei caduti in Russia, perché da Bologna in su quando c'è una guerra li mandano a morire a Nord o a Est, quelli dell'Italia centrale! e meridionale son buoni peri concimare l'Africa, e quelli; delle isole vanno a finire ai: pesci perché del resto muoio-; no in mare anche in tempo di; pace: qui siamo in troppi,; quando siamo calati un poco' si fa la pace, le giovani che sii sposano devono avere figlij entro dieci mesi se no il diret-j tore dell'ufficio dove iavora-j •no che da tre mesi le guarda la! pancia le fa chiamare e ini presenza di testimoni le informa che devono conside¬ rarsi in peccato mortale. Che finisce la città e comincia la periferia si vede da tanti segni: le edicole,sembrano in lutto, perché le riviste sono esposte con le copertine fasciate di strisce nere in modo che non si vedano le donne, e i cartelli del cinema sono macchiati col catrame, e; i negozi non hanno insegna perché ogni negozio vende di' tutto, dal tabacchino trovi il prosciutto e dal fruttivendolo le sigarette. Dietro la periferia si trova l'aeroporto dove una folla in attesa —piccole famiglie di tre, quattro persone, un marito leggermente nevrotico e aggressivo, una moglie leggermente isterica e insoddisfatta, uno o due bambini leggermente insocievoli e vendicativi — si ammassa contro i cancelletti a guardare i giovani ricchi che salgono o scendono dagli aerei prima o dopo un giro sulla città. Dopo, l'aeroporto la strada sale sopra un cavalcavia, e su un lato in basso c'è un parcheggio alberato, e tra gli alberi si aprono gli ingressi ai padiglioni dell'ospedale psichiatrico diventato un ospizio di cronici. 'Attorno al fusto degli alberi la pietà ha legato qualche mazzo'1 di fiori, che ora scavezzati dal; yento e avvizziti dalla notte penzolano in giù rovesciando i petali: par d'entrare in un cimitero abbandonato e sconsacrato.

Persone citate: Adige, Ferrara, Sofia Loren