Un «panno abilmente dipinto» o il lenzuolo che avvolse Gesù?

Un «panno abilmente dipinto» o il lenzuolo che avvolse Gesù? Il mistero della Sindone appassiona gli studiosi: la ostensione e un convegno internazionale Un «panno abilmente dipinto» o il lenzuolo che avvolse Gesù? Il tema dibattuto, anche polemicamente, nel mondo anglosassone -Best seller a Londra un saggio di Ian Wilson, «The Turin Shroud», sul tormentato viaggio della Sindone attraverso i secoli L'ARGOMENTO Sindone incuriosisce più all'estero che in Italia ed in particolare vi si appassiona il mondo anglosassone. Se è lecito ridurre un argomento così vasto e di molta presa ad uno slogan possiamo affermare che la Sindone è una scoperta che fa riflettere più i protestanti che i cattolici. Solo cosi si spiegano le recenti iniziative sindonologiche in America, ed in Inghilterra, il fiorire di una interessante pubblicistica non scevra da spunti polemici di cui si sono impadroniti autorevoli personaggi, giornali, televisione. Basterebbe ricordare il convegno di studi tenutosi lo scorso anno ad Albuquerque (New Mexico) e quello di settembre a Londra in concomitanza con l'insediamento dell'appena fondata «So- ' cietà di studi sulla Sindone» con sede in Margaret Street. Proprio in queste sedi sono state delineate alcune ipotesi di ricerca scientifica che saranno riprese al congresso internazionale di smdonologia che si terrà a Torino negli ultimi giorni della ostensione della reliquia e cioè dal 6 all'8 ottobre prossimi. Dall'Inghilterra viene pure un interessante saggio che da alcuni mesi tiene desta l'attenzione degli storici e degli esegeti di mezza Europa. E' il libro di Ian Wilson The Turìn Shroud (Ed. Gollancz) tradotto anche in tedesco e già venduto a decine di migliaia di copie. Wilson, storico di buona fama, da una dozzina d'anni s'interessa di Sindone. Una curiosità che si è fatta abitudine fino a sfociare in questa ricerca che aggiunge un nuovo capitolo se non altro da meditare, sul tormentato viaggio della Sindone attraverso i secoli (dando ovviamente per ammesso che la reliquia custodita a Torino da quattro secoli sia l'autentico lenzuolo funebre in cui venne avvolto il cadavere di Gesù morto in croce). Occorre premettere intanto che gli studi sulla Sindone si dividono in due filoni: uno prettamente scientifico (analisi al microscopio, richiesta peraltro mai accolta di sottoporre la reliquia all'esame del C.14, il recentissimo e importante studio dei pollini compiuto dallo svizzero Max Prei ecc.); l'altro, storico, tende a dimostrare l'autenticità della reliquia attraverso l'indagine dei documenti, delia letteratura biblica, delle testimonianze, degli antichi cronisti e via di questo passo. Pino a poco fa l'indagine storica sembrava esaurita: quanto c'era negli archivi pareva fosse stato tutto vagliato. In particolare il periodo più lontano e oscuro suscita le perplessità degli studiosi tanto sono frammentarie e lacunose le notizie sul misterioso ^lenzuolo». Se ne parla nei Vangeli, poi il mistero pare avvolgere il prezioso reperto per secoli. Le testimonianze riprendono nel periodo costantiniano, quindi cessano fino al saccheggio di Costantinopoli (1204). Segue un nuovo silenzio finché si torna a parlare di Sindone attorno alla metà del 1300 quando la reliquia appare a Lirey, piccolo centro agricolo della Francia. Com'è arrivata li la Sindone? Chi l'ha trasferirà da Costantinopoli e quando? Sono i punti più suggestivi della ricerca sindonica perché si sa con certezza che la Sindone di Lirey è quella oggi venerata a Torino, ma non si sa se è la stessa che veniva esposta nella chiesa della Blacherne di Costantinopoli. Le ipotesi del passaggio della reliquia dall'Oriente-in Occidente sono molte. Prevale comunque questa: che la Sindone l'abbia portata o spedita da Costantinopoli il padre, crociato, di Goffredo di Charny. vessillifero del re di Francia. Il Wilson però scalza in parte tale affermazione. Egli afferma che a trasferire la Sindone sarebbero stati i Templari i quali avrebbero custodito gelosamente la reliquia venerando il volto in essa impresso «come il loro idolo». La conferma? H ritrovamento in un centro inglese, Templecombe nel Somerset, dell'antica raffigurazione di un volto avente le caratteristiche del Volto sindonico. Quella casa apparteneva ai Templari i cui ultimi due dignitari vennero condannati al rogo a Parigi come eretici nel 1314: erano Jacques di WJflTftÈiiit:^T-r-T" di Normandia Goffredo di Charny. E' lo stesso Charny di Lirey o si tratta di uno straordinario caso di omonimia? Oppure è uno Charny parente di Goffredo di Lirey? Chissà. Lo Charny «eretico» non può essere tuttavia quello che gli studiosi della Sindone conoscono, perché costui risulta prigioniero degli inglesi dopo la battaglia di Poitiers che è di parecchi anni posteriore al «rogo» del 1314. Proprio la discordanza di date ha fornito il pretesto di accese polemiche sulla autenticità della reliquia, polemiche che continuano a interessare il mondo anglosassone. La prima bordata è partita da J. Sumption che ha intitolato la recensione del libro del Wilson «Un certo panno abilmente dipinto» : l'articolo pubblicato sul The Times Literary Supplement ha richiamato una precisazione decisa di Wilson e di altri studiosi. La questione è entrata pure nelle pagine di The Sunday Times Magatine, lo stesso Sumption ha infine fatto ammenda dell'attacco, ammettendo di aver scritto l'articolo con eccessiva fretta. Sono le avvisaglie dell'interesse crescente sul tema. Pier Paolo Benedetto