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società società Vincenzo Persichella L'OBBLIGO DEL DIPLOMA De Donato, Bari 231 pagine, 3500 lire (rosa giannetta) Persichella in questo saggio analizza la dinamica del processo di scolarizzazione verificatasi nel nostro Paese. L'analisi rivela lo squilibrio esistente tra sistema scolastico e sviluppo economico negli Anni 50. periodo nel quale la modificazione della politica industriale, le scelte produttive e l'organizzazione del lavoro richiedevano alla forza-lavoro un «titolo» scolastico. Ma la domanda di scolarizzazione, ritenuta indispensabile allo sviluppo socio-economico, non trova, in seguito, la sua adeguata collocazione nelle strutture occupazionali, fino a raggiungere la fase odierna di disoccupazione intellettuale. Persichella passa poi in rassegna i processi di sconvolgimento demografico che hanno caratterizzato il periodo del boom economico che. soprattutto nel Mezzogiorno, ha visto la scuola coinvolta in un ruolo rilevante. Nell'ultima parte del saggio l'autore esamina la situazione attuale immersa nel caos, e prospetta la possibilità di salvataggio della scuola di massa che può attuarsi, secondo Persichella. solo se si tiene conto delle attuali esigenze di sviluppo e di qualificazione della forzalavoro e della crescente domanda di autogestione proveniente dal basso. La riforma della scuola deve formalizzarsi «come un processo contestuale ed interno a quello verso cui spingono le forse democratiche e del lavoro per un 'usci La dalla crisi». In questo modo la scuola, che attualmente segue un meccanismo arcaico di divisione fra lavoro manuale e lavoro intellettuale, potrebbe diventare una palestra di formazione e riformazione professionale necessaria al processo socioproduttivo. R. Strassoldo e B. Cattarinussi (a cura di) FRIULI: LA PROVA DEL TERREMOTO Angeli, Milano, 6000 lire (renato romanelli) Ancora un libro sul Friuli. Ma questa volta non si parla soltanto del terremoto, come hanno semplicemente fatto altri, sull'onda dell'emozione suscitata dalle scosse del 6 maggio e del 15 settembre '76. Questa volta (e finalmente) c'è un'indagine attenta e scrupolosa sulla realtà sociale ed economica del Friuli. Si parla delle origini e della storia di una regione di frontiera, del clima e delle sue caratteristiche fisiche, dei primi insediamenti umani, delle caratteristiche di un popolo, dell'attaccamento del friulano alla terra, della sua saldezza morale, delie sue capacità di lavoro, dell'amore per la famiglia, per il fogolar. Notizie per chi non conosce il Friuli e gli elementi alla base dello sviluppo di questa terra sulla quale hanno influito l'area culturale neolatina, quella germanica e quella slava. Poi c'è il racconto del terremoto con l'analisi dei danni e delle reazioni degli abitanti non comprensibili se non collocati nel contesto sociale, economico, urbanistico e culturale tipico di questa regione. Storie vere per un libro vero e non facile letteratura con fini commerciali. Non si di¬ mentica la mobilitazione generale, l'ondata di solidarietà riversatasi sul Friuli, perché il terremoto è stato un test per tutti: per il Friuli, per i friulani, ma anche per la società c per le teorie sociologiche. Bruno Benvenuti e Alberto Gasparini CONTADINO, UNA SCELTA? Paravia, Torino 240 pagine, 4200 lire (livio burato) Il titolo del volume è provocatorie, poiché pochi ragazzi desiderano rimanere in campagna a lavorare la terra, e chi lo fa spesso vi è costretto o da un «padre padrone» o dall'impossibilità di trovare un'occupazione in attività non agricole. Gli autori, che hanno condottoun'indaginesociologica in quattro province (Treviso. Reggio Emilia, Latina. Cosenza), giungono alla conclusione che la professione agricola è accettata da un'esigua minoranza di ragazzi (il 9.4 per cento di quelli intervistati), dei quali in seguito solo il 6,7 per cento rimarrà effettivamente a lavorare la campagna. Ma la domanda vera è questa: la scelta da chi dipende? Piuttosto che di una ascelta, forse si dovrebbe parlare di una costrizione calata sul ragazzo dall'ambiente sociale, scolastico, familiare. Dai risultati della ricerca, ricca di tabelle e tavole, risulta che la decisione del ragazzo rurale non è Ubera, cioè non nasce dalla disponibilità e dai caratteri della sua personalità, ma si forma nell'imposizione, da parte della scuola e del sistema sociale, di ruoli rigidamente codificati nell'ambito del sistema della divisione dei lavoro. Purtroppo oggi il giovane contadino ha una spinta in più per fare la sua «scelta» obbligata: quella della fabbrica e della città, che non sono in grado di offrirgli un posto di lavoro e una casa. ■v. .o 'Ti S so £ -3

Persone citate: Alberto Gasparini Contadino, Bruno Benvenuti, Cattarinussi, Strassoldo, Vincenzo Persichella