Il Gran Moribondo dell'Escurial

Il Gran Moribondo dell'Escurial Un Durrenmatt, ancora inedito in Italia, sulla fine di Franco Il Gran Moribondo dell'Escurial IMPOSSIBILE dire quanto ho in animo di dirvi senza personahz?^re molto il discorso. Ma giacche cado in ciuesto vizio anche dove non sarebbe necessario, tanto vale sprofondarci sino al coìto dove ce un.; Parvenza c: giustifica- l'Ili V vi. sottoscritto, ci Friederich Dar — m ^ 7 T :'.:>ts—--vt— tU ^ t* ir ...... . —— . V v . ^ . . . 1 i V w . . 1 . ~ .a.- .e svi/ zero .ecesco cne retile, insieme cor. Max Frisch. i: vessillo celia letteratura rossocrociata a livello — diciamo. urne ner intenderci — ^premio Nobel'». Negli Anni Cinquanta, cor. articoli, traduzioni, voci c enciclopedie, fu: credo il primo a portare il mio contributo perche l'Italia sapesse che nella terra di Guglielmo Teli viveva un ragazzone grasso e occhialuto. me Fnecencn Durrenmatt. che scri\e\ ^ commedie, radiodrammi, racconti tra i più personali e inventivi delia nuova letteratura europea, d'una stravaganza burlesca e crudele che lo app.iremava uc Aristofane, a Rabelais a Wedekind. ma insieme con una sapida limpidezza formale che. non fosse stata una parola quasi offensiva, lo avvicinava a un ^classico». Poi. per fortuna, le cose sono andate avanti dà sole: di Durrenmatt si sono appropriati gli editori nostrani, i critici, i teatri di prima grandezza «some dimenticare il Piccolo di Milano, e Giorgio Sirerler. che diedero un'edizione indimenticabile celia sua i isita dtlla vecchia signora"). Tuttavia la carriera di Durrer.mar. non fu sempre ir. ascesa Come narratore e soprattutto come commediografo. Dùr- fmo a quello che si può considerare il rumo p;u bas>o delia sua parabola di autore teatrale. Ritrailo di un pianeta (19"M). Ma in quello stesso anno usciv a un romanzo breve di molto pepe ispira:., alia mone di Stalin. La eadula: e due anni dopo usciva una commedia, lì complice, egregiamente tradotta da Emilio Castellani, che a molti sembra una celie co>e più riuscite, scattanti, allegramente cattive di tutto Durrenmatt. Anche qui. pero, il teatro non ha reagito troppo bene: la primi zurighese è stata un mezzo disastro, e chi avesse letto solo quelle critiche avrebbe potuto pensare a un testo scadente: né. qui in Italia. si è a\ uta una realizzazione che abbia scatenato entusiasmi. E ora. il caso che dà origine a queste righe. Nell'autunno scorsi- Durrenmatt ha fatto rappresentare, alio Schauspielhaus d: Zurigo, il suo ultimo lavoro drammatico. Die Frisi («La delazione»). Ho letto le principali critiche apparse sui giornali >vizzeri e tedeschi, e. pur avendo avuto l'inipre»ione che la messa in scena fosse inadeguata, ho pero concluso anche che il testo era una meta disgrazia. E" perciò con moito scetticismo che. mesi dopo ho ietto il testo. E a questo punto devo chiedervi Utenza e dire a mezzo mondo: signori, state prendendo, avete preso un grosso abbaglio! Se questo non e uno dei capolavori pia vitali, rigogliosi. mente personali di ui"i< Durrenmatt. io rinuncio a dar giudizi sui teatro e ia letteratu- Pensate solo a: soggetto: Francisco Franco (non ha questa nome, ma chi non io riconosce?) sta morendo nella reggia uei veccm re ci cui na occupato il trono. Intorno a lui. rantolante nella stanza accanto, i vari gruppi di potere che sono allignati >otio la sua ombra po¬ tente e maligna: i vecchi monarchici. parino, e alte 2 rarchie della Chiesa, la polizia, i servizi segreti, l'esercito, ii capo del governo, una delle figure — secondo noi — più affascinami delia scena d'oggi. Tuttavia ormai il gran vecchio sta per tirare le cuoia, e bisogna pensare al passaggio dei poteri, al dopo-Franco, senza rischiare ia rivoluzione. Bisogna dunque farlo vivere il più possibile, il Gran Moribondo, per riuscire intanto a mettersi d'accordo, e non solo tra gli alleati di ieri, ma anche con l'opposizione, che in futuro non potrà più essere tenuta nell'ombra né decimata con le fucilazioni. A questa macabra necessita si provvede chiamando luminari della mccicma. usando i ritrovati più moderni- E' un'oscena girandola, un giocare con la morte a puro scopo di utilità politica, che ricorda anche a noi italiani cose agghiaccianti de! nostro 1978. Nello scenar;.' buio e rutilante romanzo le telecamere, che trasmettono quasi in continuazione e fasi ci quella lolla contro la morte e inquadrali' persoaugi per noi indimenticabili: il vecchio cardinale . bestemmiavi..- e credente e disperato: il medico e scienziato ebreo, bandiera dell'opposizione, una specie di triste Solgenicyn: il capo de; servizi segreti, ex nazista torturatore, .on un suo defilo compare medico: i «principi consorti», cioè il marito della figlia del dittatore e ii marito della prelendente al trono, due impagabili citrulli che pensano solo al gioco del calcio, e un'infinità di altri tipi e tipetti. Coro della vicenda (e qui Durrenmatt assurge a una fosca e insieme spassosa terribilità), una schiera di oscene vegliarde maligne e assassine, madri zie nonne bisnonne del dittatore, talune deficienti e mostruose, che commentano il tutto dall'alto (o dal basso) di un totale pessimismo esistenziale di marca femminista, ingiuriando prima di lutto il Maschio numero uno. cioè Dio. Se vi dico che l'esecuzione è buona (e lo controllerete quando uscirà presso Einaudi), volete già darmi atto adesso che un soggetto simile, con simili trovate e una così fosca e carnevalesca atmosfera non è cosa di tutti, che sa terribilmente di Durrenmatt. del solo Durrenmatt. del miglior Durrenmatt? _ Italo A. Chiusane

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