I più visti all 'Harry 's bar

I più visti all 'Harry 's bar À colloquio con Giuseppe Cipriani, amico di scrittori e di celebrità I più visti all 'Harry 's bar E' appena uscito L'angolo dell'Harry's Bar (Rizzoli, pag. 160, lire 5000) un libro autobiografico di Giuseppe Cipriani. creatore del locale veneziano frequentato dai personaggi del gran mondo internazionale e celebrato da artisti e scrittori. Il testo di Cipriani è stato rivisto . da Carlo Della Corte, ed a lui abbiamo chiesto di intervistare per noi il capostipite della dinastia del locale. VENEZIA — Ore 13, ore 20, primavera, estate, autunno, inverno. L' Harry's Bar di Venezia è sempre una fucina febbrile e ribollente ma al tempo stesso assurdamente calma. Ogni commensale ha il suo spazio preciso, insonorizzato, i suoi piatti precisi che paiono quasi studiati per lui, invece sono il risultato di un lungo collaudo. Chi lo ha eseguito? Giuseppe Cipriani. classe 1900, cioè oggi 78 anni, portati con giovanile ardore nonostante una paralisi di qualche anno fa, ora rimediata. Adesso Giuseppe Cipriani, al quale è succeduto il. figlio Arrigo sul trono di principe, continua ad essere l'ascoltato re di una corte fatta anche e forse soprattutto di artisti e di scrittori come dimostra il suo ghiotto volume autobiografico L'angolo dell'Harry's Bar. un angolo che esiste da quasi mezzo secolo, un ripostiglio di storia non soltanto veneziana. Storia anche della letteratura. Abbiamo chiesto a Cipriani, maestro di sopraffina cordialità, qualche giudizio sul mondo letterario e quan- do si dice mondo è mondo, da un Nobel all'altro. D. —Il suo locale è sempre stato una calamita per gli scrittori. Come mai? R. —Lo scrittore più degli altri è un uomo abituato a cogliere e analizzare gli aspetti della realtà che lo circonda. L'Harry's Bar in questo senso è un palcoscenico di umanità sempre aperto nel quale uno è insieme spettatore e attore. D. — Bar e caffè (basta pensare per rimanere qui a Venezia al Florian nel 1700) hanno sempre attratto gli uomini di lettere. Certo all'Harry's Bar non possono più venire Gaspare Gozzi o Giuseppe Baretti, morti da secoli, ma non tutti gli uomini di lettere, lei, Giuseppe Cipriani, lo sa bene, sono anche uomini da bar o da locale pubblico: occorre una particolare predisposizione fatta di calore umano, gusto della battuta, voglia infine di stare, godere fra la gente. Beh. cerchiamo di fare, come dicono i marinai chioggiotti, il punto: chi tra i mille letterati che hanno frequentato l'Harry's Bar è stato secondo lei l'uomo giusto nel punto più giusto? R. — Mi è molto difficile non fare il nome di Hemingway, anche se non mancano altri nomi famosi da Truman Capote a Giuseppe Berto, tanto per fare appena due esempi. D. — E chi è il lettarato più facondo, più ciarliero per lei? R. —Mah, Cibotto? D. — Faccia una statistica, metta nell'ordine gli scrittori più generosi. R. — Li porrei tutti insieme. Per loro stessa natura credo che gli scrittori siano anche per una sorta di vocazione egualmente generosi. D. — Chi sarà mai il più assiduo? R. —Colui che sosta di più a Venezia, ovviamente. D. — Lo scrittore più taciturno? R. — Prima o dopo avere bevuto il Martini? D. — E lo scrittore più divertente? R. — Ma Giovanni Nuvoletti, perbacco. D. — Che titolo ha nella letteratura internazionale l'Harry's Bar, in quali libri si cita il suo locale? R. — Vado a memoria, non li ho letti tutti, però, c'è come sa Al di là del fiume e tra gli alberi di Hemingway, poi c'è The plot di Irving Wallace. Si arriva a un famoso romanzo di James Bond, alias 007, il personaggio di Fleming, ambientato a Venezia. E poi c'è persino un fumetto molto bello di cui ora non rammento l'autore. D. — Cerchiamo di sintetizzare, di svolazzare nel cielo dei massimi sistemi. Che ne pensa degli scrittori in genere? R. — Sono, secondo me. clienti come tutti gli altri. Però, ecco, ho la sensazione che abbiano capito tutto subito. D. — Lei che tipo di lettore è? R. —Se mi piace, son capace di leggere anche dieci volte il medesimo libro. Naturalmente, dato che non ci vedo moltissimo, se i caratteri sono abbastanza grandi. Per esempio, ho letto proprio una decina dì volte Oh, Serafina. dì Berto. D. — Molti pensano che una volta gli scrittori facessero più vita da bar di quanto non ne facciano oggi. Mi dia un giudizio subito, grazie! R. —Io noto un ritorno, che vuole che le dica? Sono certo che nei prossimi vent'anni l'umanità si troverà davanti ad nna enorme richiesta di «qvilità». Mi capisce? Ce ne sor già i sintomi nejt'aria, e no imo in grado di soddisfa questa domanda. Comu ue. gli scrittori sono tra i pn 'i a cogliere i malesseri, ma, insieme con essi, le tendenze positive. Il fatto che sia aumentata un'altra volta la loro presenza, bene, trovo che sia un riscontro nella realtà di ciò che potrebbe apparirmi come una mia pura sensazione. D. —Mortaretto finale: un elenco degli scrittori che capitano più spesso, ai nostri giorni, all'Harry's Bar. R. — Signor mio, sarebbe molto più facile elencare chi non ci viene. Carlo Della Corte