E così parlò la donna dopo secoli di silenzio

E così parlò la donna dopo secoli di silenzio E così parlò la donna dopo secoli di silenzio Rosa Rossi LE PAROLE DELLE DONNE Editori Riuniti, Roma 120 pagine, 2000 lire E5 in corso già da qualche tempo il dibattito presso il movimento femminista (e. più acutamen te in Francia e negli Stati Uniti) su come parlano e comunicano le donne, sul tipo di linguaggio e le parole che usano. Il contributo della Rossi è interessante e originale in quanto inizia la raccolta dei saggi con l'analizzare una serie di slogan i più comuni e tipici del movimento. Frasi come Donna è bello, Io sono mia. Per una maternità libera e responsabile ecc., sono esaminate nel loro contenuto più intimo. Lo slogan è stata una delle prime «parole» a diventare «pubbliche» per la donna; o meglio la donna ha preso la parola in pubblico dopo secoli di silenzio in una forma insolita, certo aggressiva, ma non c'è da meravigliarsene perché la donna ha usato finora la «parola» ma «in quanto uomo-', cioè trasformandosi e trasformandola nel momento stesso dell'uso. Trovare le parole giuste per chi è stato condannato al silenzio, è molto importante, scrive la Rossi che interpreta 10 slogan «io sono mia» come 11 più interessante e valido: «Esso insegna non solo a parlare con gli altri ma anche a parlare con se stessi... a pensare con idee generali insieme al mondo-. Passa poi al tema « parlare di sesso», dimostrando come sia curioso che si pensi che soltanto oggi si parli di sesso o sene parti in pubblico, mentre il discorso semplicemente si sta facendo «laico- Di sesso, si è sempre parlato più o meno apertamente e certo all'interno della chiesa «ne: confessionali^. La liberazione è la sua libera uscita nella stampa, in Tv. nelle canzoni, nei dibattiti. Ma la libertà la donna non l'acquista par- landò solo di sesso, ma «pretendendo che la si ascolti quando parla del destino di tutti». C'è però anche la «parola obbligatoria- quando essa è costretta a parlare, ascoltare, domandare, all'interno del rapporto fam iliare dove il silenzio significa rifiuto di un rapporto esistente al di là della propria volontà: questo significa la distruzione della libertà di parlare o di ascoltare come accade a un carcerato. Il silenzio diventa insomma un affronto.-E il metalinguaggio, si chiede la Rossi, è maschile o femminile, ha una sua identità? Se non è né l'uno ne l'altro, la ricerca dovrebbe, sia essa linguistica e no immettere nelle sue ipotesi : dati che vengono dalla crisi reale dei ruoli sessuali- e cioè il discorso sull'orgasmo, la penetrazione, lutto il codice sessuale tradizionale messo in discussione dal femminismo. Una parte del libro è dedicata all'esame semantico di alcuni usi sociali della lingua in relazione alla donna, come «diventare donna, angelo' puttana, una bella donna, vergine madre» ecc. La prima frase e una trappola linguistica che collega direttamente la sessualità femminile ai compiti riproduttivi, instaurando una specifica discriminazione culturale: il secondo è un fatto linguisti¬ co espressione e frutto di rapporti sociali; nel terzo la posizione e funzione dell'aggettivo danno tutto il senso al sostantivo, affermando l'ovvietà, cioè la «naturalità», esisti in quanto sei bella, conti nel «sociale» come puro oggetto di scambio. Nell'ultimo, si arriva alla definizione della riproduzione della specie che unifica tutte le donne, dalla borghese all'operaia, in un aut-aut sociale che pero si sta modificando nei processo attuale di trasformazione delle : ita. Naturalmente abbiamo qui soltanto accennato ai vari terni che la Rossi approfondisce in serrate e inedite analisi. Badi bene il lettore a non scarti Mare l'autrice per una femminista e Le parole delle donne per un libro femminista. E un saggio scritto dall'esterno. Nascosta, e neppure tanto, nelle pieghe delle sue parole, si legge l'ideologia sulla e della donna di un partito marxista. La Rossi si pone al di là della donna stessa come una categoria alla quale non appartiene, parlando appunto della categoria donne e alla categoria donne, di fatto escludendosene nella misura m cui offre ammonimenti e insegnamenti oltre che riflessioni. Sarebbe il maggior peccato di cui può macchiarsi proprio una femminista. Maria Adele Teodori > ■6 ■5

Persone citate: Delle Donne, Maria Adele Teodori, Rosa Rossi, Rossi

Luoghi citati: Francia, Roma, Stati Uniti