Quando tutti combattevano per il passaggio a Nordovest

Quando tutti combattevano per il passaggio a Nordovest Quando tutti combattevano per il passaggio a Nordovest Luca Codignoia GUERRA E GUERRIGLIA NELL'AMERICA COLONIALE. ROBERT ROGERS E LA GUERRA DEI SETTE ANNI Marsilio, Venezia 236 pagine, 6800 lire L A figura di Robert Rogers venne consacrata nell'Ottocento dallo storico Francis Parkman e nel Novecento con il romanzo di Kenneth Roberts Passaggio a Nordovest (1936) e con l'omonimo film di King Vidor (1940), come il prototipo dell'uomo di frontiera, energico, adattabile ad ogni circostanza, inventivo, spietato nella lotta contro la natura ostile e contro le forze del male (indiani compresi, naturalmente). La ricerca di Luca Codignoia ce la ripropone in una prospettiva che da un lato ridimensiona la truculenza sanguinaria dell'immagine di Rogers trasmessaci dall'accoppiata Roberts-Vidor. ma dall'altro ci restituisce, con tutta la persuasività del dato storico minuto e preciso, il senso e la portata di quella lotta violenta e brutale che inglesi, francesi, indiani e coloni americani combatterono tra il 1754 e il 1760 sulle frontiere del Canada e nelle valli dei grandi fiumi: anni cruciali nella lunga lotta tra le potenze europee per il dominio sull'America. Gli inglesi rafforzarono ed estesero vistosamente l'impero di Sua Maestà; i francesi persero tutto quello che avevano sul continente nordamericano: gli indiani dovettero imparare ancora una volta quanto è brutta la guerra dell'uomo bianco. I coloni americani restarono divisi e incerti: alcune colonie si gettarono con entusiasmo nella guerra santa contro il re cattolico, altre continuarono allegramente il loro commercio di contrabbando con i nemici dell'Inghilterra, altre non fecero assolutamente nulla. Tuttavia nel corso di quella guerra cominciarono a guardare al di là delle montagne che delimitavano le tredici colonie, a gettare gli occhi verso i territori dell'Ovest. L'esperienza del maggiore Rogers e dei suoi rangers si colloca in questo momento di avventura e di scoperta; il saggio di Luca Codignoia la ricostruisce con intelligenza e puntualità, valutando anche il peso e l'importanza che le unità di guerriglia ebbero nella vicenda complessiva della grande guerra per l'impero. Con il gusto del perfetto che gli è proprio, Codignoia ha anche curato un'esemplare edizione italiana, pubblicata insieme col suo saggio, dei diari che Rogers riuscì a far stampare in Inghilterra (1765) dopo i trionfi americani e prima di affogare nei debiti e nell'alcol. Rogers li scrisse nella spe¬ ranza che potessero servire come manuale di guerriglia, «se i selvaggi ripeteranno le crudeltà di cui tanto spesso i sudditi britannici sono stati vittime» e con l'encomiabile certezza del loro limitato valore letterario, «perché è il soldato che scrive e non lo studioso». E si vede e non ci stupisce: infatti, una delle caratteristiche peculiari della cultura e della tradizione frontieristica sarà proprio la scarsa popolarità dell'intelletto. Piero Bairati

Luoghi citati: America, Canada, Inghilterra, Nordovest, Venezia