Vollard: l'arte in una bottega

Vollard: l'arte in una bottega Vollard: l'arte in una bottega UN viso rotondo incorniciato da una barbetta brizzolata sul mento prominente, uno sguardo strabico e sornione: così ci appare nei ritraiti maturi Ambroise Vollard. 11 geniale mercante parigino era nato nel 1865 in un'isola dell'Oceano Indiano. La Riunione, da un piccolo funzionario coloniale. Approdato a Montpellier nel ISSO per seguire gli studi giuridici, raggiunge ben presto Parigi. La sua avventura nel mondo del collezionismo inizia tra le bancherelle dei librai dei quais. dove mette insieme una piccola ma scelta collezione di disegni e incisioni. E' il tempo in cui per pochi franchi è ancora possibile acquistare preziosi autografi di Daumier. Manet e Redon. Tramite l'incisore simbolista Felicien Rops. entra in contatto con Alphonse Dumas direttore della galleria L'Union Artistique. specializzata nella vendita di opere . .cadérmene. Il tirocinio è breve: Vollard si mette subito in proprio aprendo un piccolo negozio a Montmartre in rue des Appenins. Siamo nel 1890: il famoso quartiere parigino sorto intorno alla Butte vive il suo apogeo. La vita notturna dei celebri cabjiets (Moulin Rouge. Moulin de la Gaiette. Chat Noir). delle allegre Maison closes e dei personaggi equivoci {la Goulue. Briant) viene immortalata nelle opere di Toulouse-Lautrec. Ai tavoli della Nouvelle Athènes si possono incontrare Degas. Renoir, Monet insieme con Durantv. Lasciata nel 1893 me des Appenins Vollard si trasferisce a Rue Laffitte. poco distante dalla chiesa di Notre-Dàme de Lorette. Sulla via dei quadri si affacciano le botteghe dei mercanti a cui è legata la storia di oltre mezzo secolo di pittura francese: Diot. Tampelaere. Clovis Sagot. Durant-Ruel. Il negozietto di Vollard «era un luogo da non credersi» come ce lo descrive Gertrud Stein ne!l'«Autobiografia di Alice Toklas». «Non aveva per nulla l'aspetto di una galleria di quadri. Entrando si vedeva un paio di tele rivolte alla parete: in un angolo una piccola catasta di tele grandi e piccole buttate alla rinfusa l'una sull'altra». Tra il 1893 e la fine del secolo, Vollard. noncurante della critica ufficiale, in genere ostile nei confronti ^elie nuove tendenze (basta leggere le stroncature di Camille Mauclair sulle colonne del Mercure de France) si propone di lanciare artisti trascurati e controcorrente. «Un giovane ha aperto una piccola galleria in Rue La/ine — scriveva nel 1894 Camille Pissarro al figlio che soggiornava a Londra — espone quadri dei pittori più giovani. Ci sono dipinti di Sislev, Redon, Raffaèlìi, De Groux». Consigliato appunto da Pissarro e poi da Degas, con i quali nel frattempo s'era legato da profonda amicizia. ricerca e acquista a Parigi e in provincia disegni e dipinti di Monet. Cézanne, Van Gogh. Nascono le prime esposizioni memorabili. Dopo alcune mostre di grafica, nel 1895 organizza la prima grande rassegna di Cézanne. Pissarro disegna la copertina del catalogo. Nel 1898 è la volta di Van Gogh, di cui Vollard era riuscito a riunire ben 600 tele. Sin dal 1896 intanto, tramite Chaudet. Vollard si era messo in contatto con Gauguin partito per l'ultimo viaggio a Thaiti. Per mezzo di Daniel de Monfried ottiene numerosi dipinti dell'artista, con cui ha un difficile scambio epistolare, e nel 1899 ne prepara un'esposizione di successo. Acquirenti e frequentatori abituali del negozio di rue Lafitte sono i più bei nomi dell'alta borghesia parigina. Numerosa anche i giovani collezionisti d'oltre Oceano. Nella Cave sistemata nell'umido retrobottega d rue Laffitte. Vollard riceve spesso gli amici che onora esibendo una non comune ed esotica esperienza culinaria. S'incontrano spesso Degas, Bonnard, Rouault. .latte. Apollinare. Per loro tramite intreccia fruttuose relazioni di lavoro, sempre alla ricerca di nuovi dipinti, con i personaggi più in vista di Parigi. Spinto da molteplici curiosità sollecita gli artisti che frequenta a sperimentare tecniche espressive nuove, prime fra tutte la prediletta incisione. L'amore per il libro e per la grafica lo induce a diventare editore d'arte. La prima impresa è la stampa di due album di incisioni a colori e in nero intitolati, con evidente richiamo a Adam Bartsch, Les peintres-graveurs. Nel corso degli anni successivi svariate sono le edizioni decorate da rare illustrazioni artistiche che vanno ad arricchire il catalogo di Voiiaid. Tra i risultati più raffinati: Farallelement e Daphnis et Cioè di Verlaine con' illustrazioni di Bonnard; L'imitazione di Cristo con litografie di Maurice Denis; LesJleurs de Mal e YOdissea con incisioni di Emile Bernard; le Novelle di La Fontaine. Le anime morte di Gogol e la Bibbia curata da Chagail; le Opere di Balzac e di Buffon con incisioni di Picasso; / dialoghi delle cortigiane di Luciano con litografie di Degas. Dopo aver scoperto Cézanne e Van Gogh,* Vollard punta le sue carte sui Nabts. Dei giovani de! gruppo di Pont Aven intuisce appieno la poetica fondata sulla dimensione esistenziale della memoria. E' ancora Vollard a seguire con interesse le opere dei Fauves: Marquet, Mahsse. Du- fy, ma anche Vlaminck e Derain dei quali si assicura l'intero studio. Il fiuto di Vollard è tale che non si arresta a una sola linea di tendenza. Tra le sue scoperte è anche la pittura naìve del Doganiere Rousseau, m.-i soprattutto di Picasso. Dello spagnolo nel 1901 organizza la prima personale. Sarà un insuccesso dal punto di vista commerciale, ma un avvio alla comprensione critica della sua pittura. «Picasso è vero pittore, vero e splendido» commenta in questa occasione Felicien Fagus sulla Gazzette d'art. Tutti i rapporti con gli artisti con i quali Vollard venne in contatto anche in seguito, non furono, dal punto di vista commerciale, esclusivi. Acquistava in blocco la loro produzione di determinati periodi, ma permetteva poi di legarsi liberamente con altri mercanti. Così faranno ad esempio Vlaminck e Picasso. Vollard amò anche profondamente la scultura. Uno splendido ritratto di Renoir lo raffigura mentre contempla una squisita statuetta di Maiiloi. Proprio una scultura di Maillol fu causa involontaria della sua morte avvenuta nel 1939 per un urto accidentale, durante un ennesimo viaggio in auto, alla scoperta di nuove opere. Gianni C. Sciolta

Luoghi citati: Londra, Parigi, Rue Laffitte