Birolli, pittore e letterato

Birolli, pittore e letterato Birolli, pittore e letterato Autori vari RENATO BIROLLI Feltrinelli, Milano 371 pagine 978 iil. in bianco e nero 58 a colori, 16.000 lire QUESTO volume sull'opera di Renato Birolli è introdotto da una Premessa del critico Zeno Birolli, figlio dell'artista, nella quale sono indicati i criteri seguiti. La monografia comprende il catalogo delle opere pittoriche, tutte riprodotte in piccolo forma to, in numero di 868; una breve antologia di testi dell'artista inediti o pressoché sconosciuti; tre saggi critici, di Paolo Fossati, Vittorio Fagone e Francesco Bartali; biografia e bibliografia. Renato Birolli, nato a Verona nel 1905 e morto improvvisamente a Milano nel 1959, è stato uno dei protagonisti della vita artistica e culturale italiana. Nel 1930 è a Milano, correi.Lare di bozze all'Ambrosiano e «vice» di Carrà come critico d'arte. Nel 1938 è tra i fondatori di Corrente, la rivista diretta da Ernesto Treccani, sulla quale pubblica articoli di poetica e riflessione sull'arte. Della guerra partigiana lascia una testimonianza eccezionale in una serie di disegni ora acquisiti dalla Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino. Nell'immediato dopoguerra è promotore della «Nuova Secessione Artistica», poi «Fronte Nuovo delle Arti». Birolli ria sempre accompagnato il lavoro di pittore con una intensa attività letteraria, di alta qualità. Fossati, nel suo lungo saggio (63 pagine) esamina ed esemplifica con ampie citazioni gli scritti di Birolli degli anni 1930-38. Da un Taccuino del '36 astraggo questo brano, che testimonia della consapevolezza civile di Birolli, poco più che trentenne: «La condizione dell'uomo attuale è innanzitutto di lavoro. Equiparando l'artista a un lavoratore qualunque, vediamo che patisce le stesse crisi di qualsiasi altro uomo. La libertà dell'artista a produrre è solo apparente, inquantoché l'opera nasce in determinate circostanze che non sono solamente quelle dell'ispirazione. Andate a dire a un disoccupato di sentirsi un po' ispirato per sollevarsi l'animo e vi dirà che non ha lavoro; a un artista di lavorare e vi dirà che non può sentirsi ispirato. Se una romantica premessa è necessaria all'arte, lo è assai meno degli artisti i quali sono pure un argomento di socialità. E Dio non voglia che all'accettazione cosciente di una condizione di vita non si sostituisca l'evasione». Quest'opera contribuisce alla ricostruzione documentata di una Milano ormai quasi mitica — tra il 1930 e il '40 (come lo sono diventate la Firenze e la Torino di quei medesimi anni), con quella rete di rapporti che legava Birolli a Persico, a Sandro Bini a Tornea e Manzù, a Sassu e Treccani ai poeti ermetici il cui cuore era diviso tra Firenze e Milano. Renzo Guasco

Luoghi citati: Firenze, Milano, Torino, Verona