Poe e Twain, poeti del «nero» di Ruggero Bianchi

Poe e Twain, poeti del «nero» I due scrittori americani, in nuove interpretazioni Poe e Twain, poeti del «nero» E. A. Poe DAL GOTICO ALLA FANTASCIENZA Saggi di letteratura comparata a cura di Ruggero Bianchi Mursia, Milano pagine XXIX-312. 7500 lire INTERPRETAZIONI DI MARK TWAIN a cura di Alessandro Portelli Savelli, Roma pagine 374. 6000 lire ABBIAMO accettato con riluttanza e con largo ritardo la parentela con Edgar Aliali Poe («nostro cugino», secondo l'ormai proverbiale definizione del poeta e saggista americano Alien Tate): dopo lutto, una parentela scomoda. Al tempo stesso, su una lettura critica genuinamente articolata si sono sovrapposti luoghi comuni, definizioni sbrigative e ad effetto, guasti d'impronta biografica, culminati nella deplorevole e sommaria operazione solto-freudiana di Marie Bonaparte. La cultura americana l'ha ignorato ocancellalo per decenni: espulso perché inclassificabile, dunque indesiderabile, e costretto a una lunga attesa prima della riabilitazione. L'America ha costretto forse Poe a pagare il prezzo della sua costante irregolarità e del suo ruolo di stregone provocatorio, stando a! giudizio dello stesso Tate o di un altro poeta de! Novecento. William Carlos Williams? Oppure, «sradicala socialmente.... Poe appartiene a una cultura che non esiste. E' una senti nella de! nulla», come scrive Piero Bairati ;n un contributo molto acuto su «Poe : la società americana» che figura nella nutrita raccolta di saggi curata da Ruggero Bianchi e derivata da un ampio seminario universitario, vera e propria anatomia dell'autore dei Corvo'! Il fatto che a Poe si siano rivolti, con diverse angolature e. significativamente, con una sorta di vivace appropriazione. Baudelaire e Lacan, gli scapigliati o Pascoli o Papini. Eliot e Breton. Dostoevskij e • formalisti' russi, spiega abbastanza chiaramente quanto la sua opera abbia innescato una serie di processi latenti- o potenziali nella cultura occidentale, tali da venir affrontati : a incidere compiutamente nel corso dei decenni successivi alla sua morte solitaria: di qui la sua «cuginanza» inquieta con noi. Conta, allora, fino a un certo punto la sua posi/ione ideologica di aristocratico solitario, di intellettuale raffinato diffidente della massa e. osserva ancora Bairati. fedele all'«aspirazione a una cultura che non fosse la metafora dei pregiudizi e delle ossessioni regionali dei singoli frammenti dell'America»: in soldoni. di tenace reazionario. All'opposto, conterà il suo smontaggio dell'ottimismo ufficiale della ragione, della glori-' fica/ione di una società industriale in piena ascesa (sua è la beffarda equazione tra ladro e uomo d'affari): il suo scandaglio di quanto sta dietro la facciata del singoio individuo e del rapporto comunitario, in un gioco tra gli strumenti della ragione e quelli del fantastico, sempre impeccabilmente organizzati e inestricabilmente avvinti. Manca soltanto, a ben vedere, in questo E. A. Poe dal gotico alla fantascienza, la presenza di qualche analista dei «pensiero negativo», che andrebbe ovviamente a nozze. Per il resto c'è di lutto, e spesso con risultati di prim'orciine. dai! indagine già citata di Bairati a! sottile lavoro di Mario Francioni sull'esame iacaniano deila Lettera rubata: e ancora una densa e attenta lettura della dimensione «nera» portata da Carla Marengo Vaglio su uno scrittore «gotico» per eccellenza, alle sorgenti lontane di Dada e del Surrealismo: una suggestiva disamina di Barbara Lanati sul rapporto tra corpo e scrittura. E relazioni con il teatro, le arti figurative, il poliziesco, la fantascienza: un ventaglio larghissimo di ipotesi. Il ricorso quasi istintivi) a Mark Twain arriva, dopo queste considerazioni, non soltanto per la quasi simultanea pubblicazione dell'antologia critica curata da Alessandro Portelli. In effetti, l'autore di Huckleberrv Finn ha sofferto del guaio opposto. I riconoscimenti gli arrivarono subito: la cultura americana gli gettò, non meno del pubblico, le braccia al collo, ma spesso in chiave talmente riduttiva e univoca da condurre in pratica a un risultato quasi simmetrico, seppure rovesciato. Intanto, rimase quasi esclusivamente l'autore di Huckleberrv Finn: poi. fu imprigionalo nei panni piuttosto stretti dello scrittore per ragazzi: infine, si mise il silenziatore precisamenle al Twain «nero», aggressivo, polemico, sia nel lavoro letterario sia nelle prese di posizione pubbliche, strangolanti») per ragioni di comodo precisamente il politico. Come osserva Portelli, il destino critico di Mark Twain si riassume nella prevaricatola domanda se un umorista, per quanto ostentatamente irriverente, possa mai essere preso sul serio. Ne deriva, tra l'altro, il diffuso silenzio o l'ignoranza sull'ultimo Mark Twain, il Mark fvvain del pessimismo bruciante della disperazione della negatività, almeno j ■. L'uomo che corruppe Hadleyhurg dio Straniero Misterioso, uscii > postumo insieme a centinaia di pagine non meno angosciose. O in merito agli attacchi violenti a ligure chiave del grande capita¬ lismo americano, quale Hearst, alle guerre di conquista imperiale, alla crudeltà delia repressione (Gli Stari Uniti del linciaggio), al sostanziale radicalismo di un persuaso conserv atore. O al Mark Twain ribaldo e persino osceno, negatore della normativa della morale ufficiale, tanto che un altro irrispettoso americano del Novecento. Leslie Fiedler. l'ha scorto in una prospettiva che discenda fino alla protesta giovanile degli Anni Sessanta. In un lungo saggio introduttivo che è tra quanto di meglio si possa leggere oggi sull'argomento. Portelli addita hi paradossale condizione di uno scrittore che. in una tensione autentica e onesta, critica la società borghese pur accettandone le conquiste e i valori democratici, e che quando alle contraddizioni giunge pensa di aver toccato i limiti non di una società, ma della natura umana, e questa condanna. Capitò in termini non totalmente dissimili a Rudvard Kipling, un altro grande scrittore che si continua a confezionare in scatola chiusa. Ma i termini di una simile crisi noi abbiamo oggi il tragico privilegio di comprenderli a fondo. Claudio Gorlier

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