Ecco da dove proviene la Venere di Botticelli

Ecco da dove proviene la Venere di Botticelli Ecco da dove proviene la Venere di Botticelli Simboli, fonti letterarie, significati dell'arte del Rinascimento in uno studio di Gombrich Ernst H. Gombrich IMMAGINI SIMBOLICHE STUDI SULL'ARTE DEL RINASCIMENTO Einaudi, Torino 322 pagine, 175 figure 15.000 lire GLI studi di Aby Warburg, il fondatore della celebre biblioteca di Amburgo trasferita a Londra durante il nazismo, hanno contribuito a leggere l'arte del rinascimento con occhi nuovi. L'astrologia, i miti classici, l'alchimia, l'esoterismo e la religione sono le componenti essenziali di questa affascinante storia iconografica delle immagini. Nel filone inaugurato da Warburg e coltivato nell'istituto londinese, determinanti sono state in seguilo le messe a punto sulla problematica del simbolo e quindi sulla definizione dell'iconologia (o spiegazione dei significati delle figurazioni) di Panofskv. Wittkower e Gombrich. Ben noto ai lettori italiani per la traduzione di alcuni brillanti volumi come L'arte raccontata. Arte e illusione. A cavallo di un manico di scopa. ;! critico austriaco si è accostato all'iconologia con un bagaglio culturale molto ricco, maturato nel fervido clima viennese Anni Venti. A. questa partenza si deve la sensibilità di Gombrich per il problema della percezione delle forme, dello stile inteso come codice del tempo, della funzione delle immagini simboliche, clementi per lo più estranei alla storiografia warburghiana. Un richiamo ad alcuni di questi problemi teorici di analisi costituisce l'introduzione alla raccolta dei saggi già pubblicati tra il 1940 e il 1950 sul Journal dell'Istituto Warburg. I pericoli di una lettura iconologica superficiale sono avvertiti con molta lucidità dall'autore, che suggerisce di sventarli prontamente, ricorrendo ai seguenti criteri metodologici generali: l) ricostruzione della categoria in cui rientra l'opera: 2) recupero delle fonti letterarie che l'hanno ispirata: 3) precisazione della sua committenza e **del!a sua funzione: 4) messa a fuoco della reazione psicologica dell'artista; 5) attenzione alla molteplicità dei significati insiti nel testo figurativo. L'applicazione pratica di tali principi è dimostrata dal Gombrich in una serie di ricerche puntuali nell'area del rinascimento italiano, che vanno da Botticelli alla Stanza della Segnatura: da Giulio Romano a Bramante. Alcune di queste interpetazioni sono particolarmente convincenti, come i capitoli sulle mitologie botticelliane. la Stanza della Segnatura e la fortuna dell'Hvpnerotomachia Poliphili. Per i due dipinti più famosi del Botticelli. la Primavera e la Nascita di Venere, destinati alla dimora di Pierfrancesco de' "Medici. TI Gombrich riesce a stabilire con certezza le fonti letterarie ispiratrici. La Primavera deriverebbe da un passo .dell'Asino d'oro di Apuleio. La Nascita sarebbe invece la trasposizione figurata di una ekphrasis classica (descrizione letteraria di quadri reali o immaginari). Entrambi assumono, secondo il pensiero di Marsilio Ficino. il valore di Humanitas. di educazione alla sapienza divina. Il significato chiarirebbe anche la funzione di queste tavole monumentali, in cui il mito avrebbe dovuto avere carattere persuasivo. Analoghi intenti strutturali starebbero aila base degli affreschi di Raffaello nella Stanza della Segnatura, raffiguranti le discipline intellettuali come rivelazione delle verità superiori. L'analogia con i modi della retorica epidittica (dimostrativa) doveva costituire una dimensione familiare per i prelati che si riunivano nella Stanza vaticana a discutere di questioni giuridiche. Suggestivo è anche il capitolo sulla fortuna del Sogno di Poltfilo nel Cinquecento. L' Hvpnerotomachia. di cui forse è autore il frate Francesco Colonna protagonista della novella quarta del Bandello. costituisce per il suo apparato illustrativo (xilografie) di monumenti, rovine, geroglifici e descrizioni fantasiose, un repertorio iconografico largamente utiiizzato per i suoi aspetti esoterici e classicistici. La scoperta più importante nel libro di Gombrich riguarda però il recupero di una fonte barocca, le Icones Symbolicae. scritte nel 1626 da Cristoforo Giarda, frate barnabita piemontese (di Vespolate) protessore ai retorica, predicatore famoso, trucidato barbaramente dai bravacci di Ranuccio Farnese presso Castro, mentre si accingeva, all'apice della carriera a prendere possesso della sua sede vescovile. L'introduzione dello Icones è una trattazione concettosa sul valore metaforico e persuasivo delle immàgini, modellate sui modi della retorica. Il Gombrich ne precisa l'appartenenza al versante neoplatonico nell'ambito della teoria secentesca sul simbolismo, cogliendo lo spunto per un affascinante itinerario, dal Medioevo al Settecento, sulla storia dell'impiego della metafora visiva e del suo costante e vario parallelismo con le strutture della retorica letteraria. Gianni C. Sciolta

Luoghi citati: Amburgo, Londra, Torino, Vespolate