Genova e Riviera viste dai pittori

Genova e Riviera viste dai pittori Genova e Riviera viste dai pittori Ennio Poleggi ICONOGRAFIA DI GENOVA E DELLE RIVIERE SAGEP, Genova, 208 pagine, 150 illustrazioni a colori e in bianco e nero 30.000 lire P ROPRIO al centro del volume vediamo una «Veduta di Genova» di Cristoforo de Grassi che oltre a darci l'immagine della città allo scadere del Quattrocento chiarisce il criterio con cui Ennio Poleggi ha raccolto e studiato il materiale per non sfalsare le prospettive della sua indagine. E' un olio su tela (em. 220x400) conservato al Museo Navale. Ed è il primo caso sinora conosciuto che vede la cultura figurativa genovese inserita nella realizzazione di una pianta prospettica della città. Per facilitare la lettura (e consentire anche il confronto con le legende di altre stampe) l'autore ha trascritto" tutti i toponimi riconoscibili, numerandoli su una seconda riproduzione in bianco e nero: da Campo Pisano alla Torre dei Greci, da Banco San Giorgio alla chiesa r'i San Domenico, sono ben i * i settori localizzati. Si tratta, beninteso, di un esempio fra il materiale ricco, e di reperimento tutt'altro che facile, adoperato da Poleggi per restituire non solo la storia del manufatto urbano, ma il suo senso espressivo. Il potere selettivo dell'uomo nella percezione dell'ambiente. E questo allarga la scelta del docu¬ mento all'opera di fantasia, dai rilievi planimetrici ai paesaggi totalmente inventati, come quello di Andries Van Artvelt conservato al Museo di Greenwich. Per quanto riguarda i pittori, incontriamo in una tela di anonimo fiammingo del secolo XVI il tema del trionfo navale, con la flotta di Carlo V e quella dell'alleato Andrea Doria. E poi troviamo i giardini di Palazzo Doria ripresi da quel Domenico Pasquale Cambiaso (1811-1894) che lasciò a Genova una lunga serie di quadri e disegni eseguiti appositamente per fissare il ricordo di ambienti cancellati dalla nuova espansione urbana. Di corretta informazione descrittiva è anche una litografia colorata di anonimo del primo Ottocento, che mostra la città presa dalla salita di San Francesco da Paola. Il volume, che ha stupende riproduzioni (basterebbero i minuti dettagli delle acquetarti del Gauthier a definire il modello tipografico) si conclude con un capitolo dedicato alle città rivierasche. Potremmo chiamarlo il primo studio sugli abitati di costa. Sono acquerelli, litografie, inchiostri che restituio li immagini di Ventimigli; jordighera, Sanremo^ F jrto Maurizio, Oneglia, Albenga (un bellissimo acquerello di Fahey conservato al Museo Victoria e Albert di Londra), Rapallo, Chiavari, Sestri Levante e Spezia. Nel già citato museo londinese è un acquerello dipinto nel 1842 da Elizabeth L. T. Jenkinson, in cui si vede la costa di Lerici. Carlo Marcello Rietmann