La follia nascosta del pensionato d'oro
La follia nascosta del pensionato d'oro La follia nascosta del pensionato d'oro Carlo Villa MUORE IL PADRONE Editori Riuniti, Roma 150 pagine, 2500 lire UN linguaggio corporale, quasi fisiologico, percorso da umori satirici e fantasie ludiche, caratterizza questo nuovo romanzo di Carlo Villa, poeta e narratore romano impegnato in una •stremata volontà di dissacrazione delle istituzioni borghesi. m Il protagonista, un ispettore generale diventato «pensionato d'oro-, affida la realizzazione della propria esistenza alla ricostruzione di una vecchia casa sul mare e alla stesura di un diario in¬ teso come memoriale, ponte tra passato e futuro, «baluardo contro l'oblio», «forma di capitalizzazione*, tentativo di «riconquistare il grembo perduto>.. Inesauribile collezionista di parole, sacrifica alla smania imprenditoriale amori e incontri, rifiuta il «provvisorio» e il «sospeso», appare «avido solo dell'essenziale» e contrario allo «sperpero cieco». Non vive né esiste, ma soppesa seleziona raduna ritaglia accantona in una frenesia pignola di gesti e di parole. La moglie Marisa, appassionata di enigmistica, vegeta in silenzio, chiusa -nei suoi quadratini», indifferente alla -psicologia dell'afferrare e dell'accumulo» che rode il marito. Il silenzio e la solitudine tra le mura della sua casa diventano per lui una chiave per vivere, mentre l'arrivo degli affittuari durante le vacanze significa tranquillità minacciata e serenità interrotta. Ossessionato e infastidito dai minimi rumori e fruscii notturni, incapace di gioia e frustrato da molle autopunitive, raziona l'amore, coltiva il risparmio e sorseggia la noia. Una pila di quaderni ha trasformato la sua vita in un ordinalissimo catasto dove il quotidiano viene cristallizzato e congelato. La sua ansia divorante di saggio amministratore, amante dei cibi schietti e dell'igiene natu¬ rale, diventa metafora dell'uomo costruito su modelli piccolo-borghesi, lacerato da interne tensioni e stralunate follie. Una scaltrita abilità di scrittura sorregge qualche momento di debolezza del racconto e taluni indugi narrativi. Valga come esempio probante questa suggestiva scheggia di paesaggio: «Sull'acqua del mare sta cadendo acqua dal cielo, ed è come un bambino che si sbaglia, giocando». Corporalità e gusto dello spettacolo tradiscono un rapporto con il reale in cui il ' tragico del quotidiano sfuma nel gioco e i veleni del cuore sembrano dissolti da acidi beffardi. Massimo Romano
Persone citate: Carlo Villa, Massimo Romano
Luoghi citati: Roma
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