I due personaggi sono Adamo ed Eva, il fulmine è Dio

I due personaggi sono Adamo ed Eva, il fulmine è Dio I due personaggi sono Adamo ed Eva, il fulmine è Dio LE ingegnose interpretazio ni che sono state via via costruite sulla Tempesta sono dunque, qual più qual meno, possibili, e altre ancora possono esserne tentate; poiché in infinite storie ricorre una donna, un bambino, un uomo, un paesaggio; illuminato poi, o no. dalla luce certa e veloce di un lampo. Ma nessuno ha finora messo il quadro di Giorgione in serie con altri, dove ricorra il medesimo schema iconografico: l'implicito postulato comune a tutte le esegesi sinora tentate — anche a quelle dove ricorra il parallelo con altre immagini della «stessa» storia, ma con diverso schema — è dunque che egli abbia per primo composto questa scena, o libera invenzione senza alcun tema preciso, o invece racconto di una storia tradotta qui in un'immagine nuova e perfettamente isofata nella tradizione iconografica: o infine rarefatto, elegante incontro di figure diversamente simboliche (...).. Tuttavia c'è almeno una scena — nella tradizione iconografica precedente a Giorgione che si sovrappone alla Tempesta: un rilievcdi Giovanni Antonio Amadeo (1447 - 1522). assolutamente simile nello schema e nella disposi/ione delle figure alla tela di Venezia. A destra, in entrambi, è una donna seduta e svestita che tiene in grembo un neonato; a sinistra un uomo in piedi, non intento ad alcun lavoro, ma in attitudine piuttosto.di attenzione o di ascolto; in ambo i casi, lo sfondo è un paesaggio di alberi e case. L'uomo e la donna, in ambo i casi, si volgono verso il centro, e diverso è soltanto l'oggetto della loro attenzione: nel rilievo, una solenne figura di vecchio, che un fluttuante panneggio designa come approdato alla terra dal cielo; nel quadro, il fulmine che sovrasta il largo paesaggio squarciando nel cielo le nubi. La generale somiglianza dello schema è così forte, che vai la pena di tentare questa strada esegetica: se per un momento immaginiamo che il fulmine di Giorgione preannunci, o segua, l'apparizione celeste dell'Amadeo. diventando così quasi un suo «equivalente» iconografico (due diversi significanti per il medesimo significato), la coincidenza delle due scene diventerebbe assoluta. Questa, e le altre minori differenze fra la Tempesta e il bassorilievo, andranno puntualmente indagate e giustificate: ma varrà la pena di farlo a patto che le figure scolpile daH'Amadeo non si sottraggano, poi, a una sicura interpretazione; che questo non sia. fra tanti, un altro tentativo di spiegare obscurum per obscu-. rius. Ma a dichiararne il soggetto., provvede senza difficoltà il contesto in cui il rilievo è inserito, nella facciata della cappella Colleoni, in Bergamo alta: in mezzo a storie di Adamo ed Eva. che saranno dunque i protagonisti umani del riquadro. L'appartenenza alla cappelia Colleoni dà anche una data precisa: verso il 1472-73. pochi anni prima della nascita di Giorgione (circa 1477). Scegliendo della narrazione del Genesi alcuni momenti significativi. l'Amadeo ha rappresentato successivamente il Peccato Originale, la Cacciata dal Paradiso (a cui provveda personalmente Dio Padre, al posto del più consueto angelo con la spada sguainata), e infine lo stesso Dio Padre in mezzo ad Adamo ed Eva. volto verso Adamo e col braccio levato ad ammonirlo: il racconto continua poi con la storia di Caino e Abele. La scena del nostro rilievo manca nel Genesi, che conclude la sezione sii! Peccato e le sue conseguenze con la Cacciata e la chiusura dell'Eden, alla cui guardia, vien posto un Cherubino (Genesi ili 23-24); inoltre questa scena è assai infrequente, in questa for¬ ma, nella tradizione iconografica (...). Lo schema iconografico della Tempesta di Giorgione corrisponde quasi alla lettera a quello del rilievo di Bergamo: alla più importante differenza — il fulmine, la «tempesta», al posto di Dio — s'accompagnano soltanto alcune varianti. Diverso è il rapporto tra le figure dei protagonisti, tre o due. e lo spazili della narrazione: nel rilievo, i personaggi riempiono quasi interamente il quadro, lasciando allo sfondo pietroso, ai due alberi, alla tettoia, non più di un angolo; nel quadro, le figure sono immerse in un variato paesaggio dove prende posto un basamento con due colonne spezzate, un fiume traversato da un ponte di legno, una remota città con torri e una cupola, alberi e nuvole e il fulmine. Davanti alla donna, germoglia da una crepa del suolo un rado cespuglio, che la copre in parte: poco più sotto, sguscia in una cavità un sottile serpente. Tutte queste differenze, meno una. si possono ricondurre a una spiegazione sola: Giorgione ha radicalmente mutato il rapporto tra le figure dei protagonisti e lo sfondo, facendo di questo un largo paesaggio, generosamente arredato di particolari che - siano ampliamento di qualcosa che c'è nel rilievo, o aggiunte; siano o no significative nella storia che vogliamo rappresentare — possono in ogni caso essere un arricchimento iconografico e l'occasione di dispiegare tutta una minuta sapienza pittorica. Tutte le differenze, meno una: la sostituzione del fulmine alla maestosa figura divina, che nei rilievo dell'Amadeo irrompe al centro, ammonitrice. Salvatore Settis (Per gentile concessione dell'autore e dell'editore Einaudi}.

Luoghi citati: Adamo, Bergamo, Caino, Ponte Di Legno, Venezia