Esordienti a suon di rubli di Lia Wainstein

Esordienti a suon di rubli A Mosca si cercano novità Esordienti a suon di rubli IL femminismo nella sua forma occidentale non ha finora colpito l'Unione Sovietica, dove invece ogni tanto qualche destino di donna viene rievocato con curiosi accenni anacronistici, come nel racconto del settantenne Pavel Nilin, Sposata per la prima volta (Vpervye zamuzem, Novyj mir n. 1, pag. 80-102, tiratura 252 mila copie). Dopo la nascita della figlia l'operaia Tonecka, sedotta e abbandonata, viene espulsa in quanto esempio di «decadenza morale» dall'alloggio collettivo. Tra stenti e sacrifici — per anni vive in un angolo in affitto e lava di notte i pavimenti dei treni — alleva la piccola Tamara e ne subisce la prepotenza. La figlia non le permette di sposarsi e finalmente, sistemata con il proprio marito nell'appartamento ottenuto da Tonecka, scaccia la madre, che è costretta a dormire nel laboratorio dove fa le pulizie. Un'amica influente le dà l'indirizzo di un restauratore di mobili in cerca di moglie. Così, a quarantasei anni Tonecka, felicissima, sposa un invalido di guerra che abita in una baracchetta vicino ad un luogo di scarico. La vicenda, in cui riecheggia l'antica tradizione della donna russa umile e laboriosa, è narrata dalla protagonista con tono larmoyant-r&ssegn&to di fronte all'indiscussa supremazia maschile che regna nel suo mondo. Il primo amante la offende e la lascia, il genero la disprezza e la sfrutta, e perfino il marito insiste affinché lei lo chiami con nome e patronimico, Efim Emeljanyc, mentre lei stessa è sin dal primo incontro semplicemente Tonecka, benché in realtà si chiami Antonida. ★ ★ ★ Gli ammiratori di Anna Achmatova leggeranno con interesse il diario di Pavel Luknickij, un letterato che frequentò per anni la poetessa, annotando poi con meticolosità le sue osservazioni su Ariosto, Dante, Chenier, su Puskin soprattutto, oggetto di approfonditi studi achmatoviani, in parte ancora inediti (Rannie puskinskie studii Anny Achmatovoj/Po materiaiam archiva P. Luknickogo, Voprosy literatury n. 1, pag. 185-228, tiratura 26.000 copie). Rinnovando il tour de force dello stendhaliano Julien Sorel, che in casa dei Renai impressionò tutti con la recitazione di lunghi brani del Nuovo Testamento in latino, cosi, racconta Luknickij, Anna Achmatova, nel sentire qualunque riga di Puskin «recitava senza errore i versi seguenti» e anche, con altrettanta sicurezza, la prosa. ★ ★ ★ Sette nuove liriche, raffinate e meste, di Bella Achmadulina, un'altra poetessa sovietica ben nota ai lettori italiani, sono uscite nel mensile Oktjabr' (Novye stichi, pag. 118-122, n. 1, tiratura 220.000 copie). Esperienze e ricordi della sua infanzia sono rievocati in alcuni versi: «Riconosco il paesaggio e la natura morta... Nel mare c'è sempre lo stesso pallore del vuoto. E io ho qui un mio sacrificio. Ecco una traccia nella sabbia. Qui correva una bambina. La ricordo che intendeva scrivere nel quaderno fino alla luce azzurra precedente l'alba. Le vado lenta incontro, di vent'anni più bella e più vicina alla morte. — Scrivi sempre — dico sogghignando. — Lascia, rinuncia al fatale lavoro. — Tu mi rispondi con gravità qualcosa, ma non ti sento, né tu senti me». ★ ★ ★ Anche questa volta il mensile per la gioventù Junost' (tiratura 267 mila copie) ha messo il numero di gennaio a disposizione dei giovani esordienti, che alla fine dell'anno riceveranno in premio dai 500 ai 200 rubli (oltre duecentomila lire). Tra questa quindicina di nuovi autori, di età oscillante dai quattordici ai trent'anni, sono inclusi, in omaggio al carattere plurinazionale della letteratura sovietica, una burlata, un calmucco, un kabardino e i rappresentanti dei più vari mestieri, dai giornalisti diplomati e redattori della televisione, dai tecnici e ingegneri agli attori, ai laureati in lettere e, beninteso, agli alunni delle scuole medie. Oltre alla buona preparazione scolastica dei neoscrittori, si tratta certo qui di una selezione operata su di un numero grandissimo di testi, forse integrata da un premuroso editing, poiché la caratteristica comune a questi principianti è, paradossalmente, la mancanza d'ingenuità e di goffaggine. Sembra che rime e ritmi non contengano misteri per i poeti e che i termini rari, come le metafore e i temi siano a portata di mano. Non da meno si mostrano i prosatori, che con sobrie pennellate descrivono emozioni e dubbi deglistudenti. ★ ★ ★ Perfino l'enfant prodige di Junost', la quattordicenne Maria Mamonova, la sa lunga. Il suo «racconto fantastico» La ragazzina stellare, viene definito dal cosmonauta Georgij Grecko un testo in cui «realtà e sogno, ansia per il mondo e fede nell'avvenire, gioia di vivere e senso di responsabilità per la vita si fondono». (Zvezdnaja devconka, pag. 68-73). La scrittrice-fanciulla narra qui, al solito con sintassi impeccabile ed eclettismo di mezzi espressivi, le avventure di uno scolaretto esperto in astronomia. Il giovane cittadino sovietico incontra in una bufera di neve una ragazzina luminosa scesa dalla stella Deneb per aiutare gli abitanti della terra «a fondersi con l'armonia quando saranno chiamati dalla Perfezione». Lia Wainstein

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica