Weimar e il teatro dell'espressionismo

Weimar e il teatro dell'espressionismo Weimar e il teatro dell'espressionismo ROMA — Due importanti mostre sulla cultura tedesca del primo dopoguerra saranno aperte fino alla fine di aprile al Palazzo delle Esposizioni. La prima è «Il teatro nella Repubblica di Weimar»; la seconda su Erwin Piscator. La" móstra su Weimar comprende circa 300 scenografie e bozzetti originali e altrettante fotografie, manifesti, modellini scenografici, un documento completo della storia e politica del teatro tra il 1918 e il 1933. Il materiale è stato raccolto ed elaborato con didascalie, riferimenti, date ecc. dall'istituto di scienze teatrali di Colonia. Nei primi anni della Repubblica di Weimar si discuteva, da una parte, di estetica marxista per il teatro (Erwin Piscator e Bertolt Brecht); dall'altra (ad esempio Steieer SDerber) si ^escludeva la possibilità di usare i classici per una produzione artistica proletaria. Il patrimonio classico veniva strumentalizzato da forze nazionaliste. Nella fase di stabilizzazione della Repubblica (1925) si affermò una estetica teatrale che trasponeva sulle scene la razionalità dei processi di produzione industriale, coordinando singoli elementi della rappresentazione come testo, attori, spazio scenico e pubblico. I più significativi furono i lavori degli artisti della Bauhaus, Kandinskij, Laszlo Moholy Nagy, Dulberg, Roman Clemens. Si affermò anche un nuovo tipo di dramma popolare strettamente legato alla realtà sociale, con Langer, Fleisser, Von Horvath. Grande è certamente il mito intorno al teatro della Repubblica di Weimar e vien fuori con prepotenza nei vari settori della mostra; vedi la critica degli espressionisti alla società del tempo, alla piccola borghesia; il successo dell'operetta e il colossale impianto scenico delle riviste per soddisfare il bisogno di svago delle masse, il gran numero di drammi di attualità con proposte di riforme sociali e politiche del teatro negli anni fra il '28 e il '30: e poi, ancora, i drammi di guerra e quelli di puro socialismo e lotta di classe. Molti modellini, molte messinscene e ricostruzioni sono di opere teatrali proverbiali per gli esperti del periodo. Anche la mostra dedicata a Erwin Piscator, scomparso nel 1966, è di enorme interesse. Tutta la sua vita e opera sono ricostruite con modellini di scena, foto, lo-, candine, manifesti, bozzetti, scritti sul teatro politico, ritagli del New York Times nel '48 sulle pièces messe in scena dal suo «Dramatic Workshop» a New York. Maria Adele Teodori

Persone citate: Bertolt Brecht, Dulberg, Erwin Piscator, Kandinskij, Langer, Laszlo Moholy Nagy, Maria Adele Teodori, Roman Clemens, Von Horvath

Luoghi citati: New York, Roma, Weimar