Conoscete i grossisti del crimine?

Conoscete i grossisti del crimine? Venti nipoti del marchese de Sade e della sua noia Conoscete i grossisti del crimine? Emilio de' Rossìgnolì GLI EFFERATI Il Formichiere, Milano, 192 pagine, 5000 lire VENTI veridiche storie dei massimi grossisti del crimine: da un certo Frank Mills che a metà dell'Ottocento terrorizzava il Maryland impunemente perché aveva un fratello gemello che lo copriva sempre con l'alibi giusto, al duo vercellese Graneris-Badini. In mezzo ci sono tutti i «casi» più celebrati: Jack lo Sventratore (specialista in prostitute), Landru-Verdoux (vedove), il mostro di Dusseldorf (bambine), il macellaio di Hannover (ragazzi spacciati come carne di vitello), la saponificatrice Cianciulli (donne sole), la baronessa von Wagner, che aveva scelto lo scenario melvilliano delle isole Galapagos, ancora vergini di turismo, per le sue complicate rappresentazioni di seduzione e morte (capifamiglia e escursionisti norvegesi). De' Rossignoli, studioso di vampirismo e criminologia, racconta i fatti con la pacatezza e il distacco che la materia impone, alleggerendo il macabro inventario con dosi opportune di humour. Si ferma alla cronaca, senza inoltrarsi in spiegazioni psicoanalitiche e sociologiche, senza illuminare il suo festival di violenza sadica con le ipotesi sull'aggressività su cui stanno lavorando a diversi livelli le scienze umane. L'operazione ricorda un po' le cronache criminologiche divulgate nei decenni a cavallo del secolo da Lombroso e dalla sua scuola, con l'intento non dichiarato ma evidentissimo di fornire un intratteriimento «nero» assai richiesto dal mercato (sono gli anni dei trionfi del teatro del Grand Guignol). Naturalmente, Lombroso aveva tesi precise da dimostrare, misure e tabelle da convalidare, anche se si faceva prendere la mano da una inclinazione retorica e avvocatesca; de' Rossignoli si limita a delineare elementi che il lettore potrà elaborare a suo piacimento. Ma in entrambi i casi il lettore si sente un po' come un bambino dinnanzi agli atroci misfatti descritti" nelle fiabe dei fratelli Grimm: viene dapprima spaventato, poi consolato dell'intervento vittorioso della Giù-1 stizia, e dalla sensazione di sentirsi «normale» e buono in un mondo di lupi perfidi e famelici. Presentati come maestri del delitto, i venti «mostri» hanno più l'aria di manovali frettolosi e smarriti, vittime di raptus incontrollabili, che di artigiani consapevoli che lavorano di fino: e difatti finiscono per tradirsi in modo abbastanza ingenuo. Non tutti, qualche impunito c'è pure. Così Jack lo Sventratore, che qualcuno vuole deliberatamente ignorato da Scotland Yard perché imparentato con la famiglia reale; l'ungherese Béla Kiss, un omarino insignificante che si dilettava di astrologia, un voyeur che si divertiva a conservare sotto spirito, in grossi bidoni, le sue vittime, tutte donne (puniva in loro l'adulterio della moglie); la sopra ricordata baronessa delle Galapagos: l'eco dei suoi giochi sadico-erotici fu sovrastata dai fragori della seconda guerra mondiale e se ne persero le tracce. Negli altri, quanta routine. Il delitto, come la pornografia, è arte difficile, quasi impossibile, perché insidiata daUa ripetitività, dalle monotone repliche di schemi elementari. Di qui la noia che l'uno e l'altra finiscono per ingenerare. Chi più noioso del profeta Sade? Questi venti nipoti sono ben suoi. Emesto Ferrerò

Persone citate: Badini, Emilio De' Rossìgnolì, Frank Mills, Graneris, Grimm, Kiss, Lombroso, Rossignoli

Luoghi citati: Maryland, Milano