La canzone è sorella del rock e del jazz di Giaime Pintor

La canzone è sorella del rock e del jazz La canzone è sorella del rock e del jazz Diego Carpitella Gino Castaldo Giaime Pintor Alessandro Portelli Michele Straniero LA MUSICA IN ITALIA Savelli, Roma 240 pagine, 2800 lire 2L titolo di questo volumetto manca un aggettivo. La materia trattata, infatti, non è tutta la musica che sì è fatta e si fa in Italia dal dopoguerra a oggi (e la sua ideologia, la cultura, le vicende) ma soltanto quella che, con brutto ma efficace neologismo, si è convenuto di chiamare extracolta — o extra-accademica, come preferisce Pintor — in contrapposizione alla musica colta — o accademica — europea. Non credo che l'esclusione sia casuale. Un critico aperto, capace di pronunciarsi in termini non convenzionali sull 'a vant-garde italiana non era impossibile da trovare. Penso invece, e mi piace pensarlo, che l'ottica sia stata volutamente ristretta per evidenziare meglio quanto c'è di comune, in senso popolare o popolaresco, nel jazz, nel rock, nella musica folclorica e nella banale canzone. L'«altra» musica europea vive suo malgrado in una sfera diversa, non priva di sovvenzioni e di spazi dove esprimersi, ed è caso mai inquinata da visioni museografiche, iniziatiche e limitanti. * * La chiarezza e l'efficacia di scrittura degli autori, ciascuno nel campo prescelto (Portelli e Pintor per il rock, Castaldo ^er il jazz, Straniero per la canzone e Carpitella per il folclore musicale) sono fuori discussione, al di là dei consensi o dei dissensi circa il merito delle trattazioni. Ma mentre i primi tre e l'ultimo organizzano in modo più o meno esplicito una difesa del proprio oggetto, proponendolo giustamente come meritevole di considerazione a chi per avventura sia di parere opposto, l'ottica di Michele Straniero è ben diversa. Il suo intervento è una satira insieme feroce e bonaria di quanto è accaduto nel mondo della canzone nostrana, prendendo le mosse dal momento in cui, nella seconda metà degli Anni Cinquanta, il festival di Sanremo ha messo le ali per volare assieme a Domenico Modugno. La miseria ideologica dei testi si commenta da sé, e non per nulla le citazioni sano tante e talvolta integrali, e danno risalto per contrasto alle poche eccezioni. Straniero è anche abilissimo ad agganciare sempre le canzoni alla cronaca quotidiana: è senz'altro importante sapere che mentre, attorno al 1960, i testi conseguivano il massi- mo di socialità con I trulli di Alberobello (pag. 168), il professor Giovanni Leone, presidente della Camera e docente universitario, durante l'inaugurazione dell'anno accademico a Napoli toglieva la parola a uno studente che «la stava buttando in politica»; e gli italiani dovevano passar la frontiera per acquistare la versione del Tropico dei Cancro di Henry Miller stampata da Feltrinelli. Gino Castaldo, assai lucido e coerente com'è sua abitudine, ha ceduto una parte delle sue pagine al saxofonista Mario Schiano, uno degli esponenti principali del jazz italiano «giovane», che ha tracciato un'autobiografia artistica di straordinario interesse, ricca di profili insoliti e profondamente sofferta. Il resto è suddiviso in due settori, uno storico (il secondo) che abbraccia le vicende del jazz in Italia dagli Anni Quaranta in poi, e uno ideologico. Nella storia non c'è nulla che non sia noto agli addetti ai lavori, ma è importante che la sua conoscenza venga estesa a un pubblico più vasto, soprattutto con l'angolazione che ie dà Castaldo, severo censore degli «appassionati» un po' maniaci del passato cui vengono contrapposti i cultori moderni. Quanto alle dieci pagine introduttive di «filosofia del jazz», per così dire, ho avuto di rado il piacere di leggere un'esposizione altrettanto puntuale e densa di pensiero sull'argomento. Voglio anche precisare che ne condivido i termini purché, per fare qualche esempio, la preferenza data ai musicisti creativi piuttosto che agli imitatori, ai politicizzati rispetto agli «agnostici» e all'adesione dialettica ai contenuti del jazz americano da parte di quello europeo non costituisca una serie di nuovi miti da sostituire pari pari alla sterilità dei vecchi. Franco Fayenz

Luoghi citati: Feltrinelli, Italia, Napoli, Roma, Sanremo