Come un personaggio dei suoi romanzi

Come un personaggio dei suoi romanzi Come un personaggio dei suoi romanzi DOPO gli studi di Bachtin. che ha infranto la tradizione delle letture filosofico-psicologiche «monologizzanti» e delle monografie critico-biografiche*su Dostoevskij e ha insegnato la ricerca delle categorie strutturali della poetica dostoevskiana, si ha come il pudore di parlare e scrivere della vita del grande scrittore russo. Anche perché la stessa biografia di Dostoevskij, prima ancora della sua opera, sembra rifiutarsi a ogni tentativo di interpretazione univoca e generalizzante, a quella conoscenza «esterna» che. come fa intendere l'antieroe delle «Memorie del sottosuolo», è l'inizio di ogni processo di reificazione e. dunque, di limitazione della libertà dell'altro. E' chiaro che tra la «favola» dello scrittore povero e buono, oberato di debiti, malattie e disgrazie, che esorcizzava il male dell'uomo nell'arte, e quella opposta, avanzata per la prima volta, paradossalmente, dal più encomiastico biografo dostoevskiano. Nr. Strachov (che in una lettera a Tolstoj, sconfessando i suoi stessi scritti, presentò un Dostoevskij «cattivo, invidioso, depravato», «un uomo infelice e malvagio che si immaginava fortunato, eroico e amava teneramente solo se stesso», protagonista in prima persona delle mostruosità poi «sublimate» in personaggi come Svidrigajlov o Stavrogin). nessuna appare veramente esaustiva e convincente. Anche se la seconda sembra autorizzata, addirittura imposta, dalle massicce, impressionanti coincidenze tra fatti della biografia dello scrittore e materiale tematico delle sue opere. Una pur sommaria ricognizione di un decennio centrale per la vita di Dostoevskij come quello che va dal 1855 al 1865 offre un emblematico campionario di tali coincidenze. Reduce dalla deten- -.1 LUI VITTI——————liM—M ■■■ I 11 I —■——■n———» zione per motivi politici, ma ancora trattenuto in Siberia. Dostoevskij si innamora di Marija F.saeva, moglie e poi vedova di un oscuro impiegato, un alcolizzato. Dopo la morte del marito, la donna, pur apprestandosi al matrimonio con lo scrittore, pei un certo periodo gli preferisce un giovane maestro di provincia. E' forse la prima volta che Dostoevskij vive, da terzo «incomodo» ma tollerante e generoso (la generosità del voyeurismo sentimentale?), quello schema triangolare — nonché la realtà del potenziale sdoppiamento dell'amore femminile — che tante sue opere, prima fra tutte «L'idiota», proporranno con problematica ev idenza. Sposata (nel 1857) la Esaeva. alla fine del 1859 Dostoevskij può tornare a Pietroburgo dove riprende con nuova foga il lavoro letterario e il suo antico sogno editoriale, concretato nella rivista «Tempo», dove, nel settembre del '61. esce un racconto di una giovane. Apollinarija Suslova. Questa, dopo un tormentato rapporto d'amore con Dostoevskij, gli imporrà, durante un soggiorno in Europa, le lacerazioni di un nuovo triangolo, l'accettazione «masochista» di nuove offese. Poi la furia del gioco, a Baden-Baden e negli altri luoghi deputati dell'Europa termale dei ricchi e dei disperati: il gioco come passione autodistruttiva ma anche come verifica delle leggi del caso, esercizio di simulazione dei processi «logici» ed «arbitrari» del reaie (e in questo senso il gioco, oltre a entrare clamorosamente nell'opera dostoevskiana a livello tematico — si pensi solo al «Giocatore» —, sembra essere una sorta di suo modello o «rriotore» strutturale, dal sottosuolo in poi). Nel '64, ancora, la nuova, fallimentare impresa della rivista «Epocha» la morte per tisi della moglie (che rivivrà nell'immagine di Katerina Marmeladova di «Delitto ecastgo»), quella, altrettanto sconvolgente e immediatamente successiva, del fratello Michail, l'aggravamento delle crisi di epilessia. Infine, l'anno seguente, dopo effimeri rapporti sentimentali (uno dei quali con una giovane. Anna Korvin-Krukovskaja. esponente di quella gioventù nichilista che attraeva e respingeva Dostoevskij), un nuovo viaaaio all'estero, nuove perdite al gioco, una nuova, vana richiesta di matrimonio alla Suslova. infine il progetto di «Delitto e castigo». Si apre cosi un periodo nuovo della creazione letteraria di Dostoevskij, quello dei «grandi romanzi», e una nuova epoca della sua vita, segnata dalla pace, almeno apparente, del nuovo rapporto matrimoniale con Anna Snitkona. E' la dattilografa cui lo scrittore dettò, in soli venticinque giorni, le pagine di quel «Giocatore», "nella cui preutg«m--sta femminile. Polina. egli rendeva un eterno omaggio all'appassionata umanità della Suslova. Sono i fatti oggettivi di una vicenda umana incredibilmente - e tautologicamente — «dostoevskiana»: una vicenda che pur nel rifiuto di una meccanica identificazione tra il protagonista della vita e i protagonisti delle opere, e al di là della ricerca, ormai largamente esperita, dei prototipi reali dei personaggi libreschi, andrebbe forse studiata come fonte primaria di quel vasto tessuto di inediti concetti relazionali, di quella grammatica esistenziale che costituisce la parte più affascinante e rivoluzionaria della scrittura dostoevskiana. Serena Vitale

Luoghi citati: Baden, Europa, Pietroburgo, Siberia