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arte arte Massimo Bonelli ASTRATTISMO E COSTRUTTIVISMO Fabbri, Milano i 28 pagine, 3000 lire (gianni c. sciolto) Interessante come i precedenti fascicoli anche Quest'ultimo, curato da Massimo Bonelli, che presenta i vari aspetti dell'Astrattismo europeo tra le due guerre, avvalendosi anche di contributi di autori diversi, che ne illuminano efficacemente ie motivazioni poetiche. Questi sono: Avanguardia e rivoluzione, avanguardia e socialdemocrazia di Alberto Asor Rosa: Gli sviluppi della psicologia scientifica e l'astrattismo nelle arti visive di Paolo Bonaiuto; L'ideologia del Bauhaus di Mario Manieri-Elia; Iconologia dell'astrattismo di Maurizio Calvesi. Il clima socio-politico e culturale che fa da sfondo all'astrattismo è ricco di avvenimenti drammatici, ciie si susseguono con ritmo incalzante. Si passa dalla rivoluzione russa del 1917 all'avvento dei regimi fascisti e nazisti, alia guerra civile spagnola. Contraltari delle t-oficiQiTi irrazionaliste che percorrono l'Europa di questo tempo sono posizioni concettuali razionaliste. Razionalista è proprio il denominatore comune delle correnti astrattiste, anche nelle valenze più spiritualiste. Tra queste l'astrattismo lirico di Kandinsky. in parallelo al quale si svolgono le ricerche musicaliste di un Kupka o di un Ciurlonis. traducenti in colore i ritmi evocativi dei suoni. L'astrattismo cosiddetto geometrico privilegia invece la ricerca formale, come momento di analisi e chiarezza. A questo filone appartengono il suprematismo di Malevich e il neoplasticismo di De Stijl, che pure non si disgiungono mai dal rapporto con la realtà circostante. Questo diventa preminente con il costruttivismo di Tatlin, El Lissitzky, Pevsner e con il Bauhaus di Gropius. Variamente intrecciate con questi momenti dell'astrattismo sono le altre facce europee degli Anni Trenta. Abstraction-Creation a Parigi, Soldati, Licini, Magnelli e Fontana in Italia : il gruppo di Herbert Read Unii One in Inghilterra. Maurizio Fagiolo e Maurizio Marini PITTORI DANNUNZIANI Bulzoni, Roma 91 pagine, 142 ili. in b. e n. 5000 lire (renzo guasco) E' il catalogo della mostra Pittori dannunziani nell'ambito della manifestazione 2 Salone dell'antiquariato. Il libro è purtroppo privo di date, relative sia alla pubblicazione sia alla mostra che, supponiamo, abbia avuto luogo a Roma. Ci sono i pittori dannunziani? I Preraffaelliti laui icic lU'OÒCUl/l. Burne-Jones, Alma-radema), Felicien Rops, Franz Lenbach, Francesco Paolo Michetti, Giulio Aristide Sartorio (che servì da modello al protagonista del Piacere, Andrea Sperelli), Giuseppe Celimi e Adolfo de Carolis, illustratori delle opere del poeta. Scrive Maurizio Fagiolo: «A rileggere le sue poesie, tragedie e prose di romanzi, appare che quasi nessuna opera d'arte si sia salvata da un giudizio (o da una semplice citazione di D'Annunzio). Ai suoi rapporti con l'arte figurativa si è potuto addirittura dedicare un vo¬ lume dello spessore di un dizionario, con l'elenco di quasi 500 opere d'arte esaminate dall'immaginifico. Oriente e occidente, sacro e profano, antico e moderno- l'arte c la sua malattia». Nel clima di revisione dell'arte a cavallo'dei due secoli (anche di quella considerata sino a ieri di pessimo gusto) Fagiolo ci ricorda che «l'eclettismo inevitabile va inquadrato storicamente come ponte del tutto necessario per una liberazione di qualsiasi tipo» e che quindi «non va giustificato a nessun titolo chi seppellisce momenti di questo genere o peggio li ignora sostenendo che non contano» e conclude che è stato proprio D'Annunzio «a proporre il ponte tra provincia italiana e sfrenata passione europea». Alfredo Barbacci MONUMENTI DI BOLOGNA DISTRUZIONI E RESTAURI Cappelli, Bologna 286 pagine, 14.000 lire trohprtn nor\nti\ TI OA liirrlir; 1943 il centro antico di Bologna subì un disastroso bombardamento, cui fecero seguito, nei ventidue mesi successivi, ben quaranta incursioni aeree, tali da produrre danni incalcolabili al patrimonio monumentale della città. L'entità della devastazione e del lavoro compiuto dalla Sovrintendenza ai Monumenti per riparare agli effetti della rovina bellica sfuggono probabilmente all'immaginazione, anche a quella degli estimatori della pratica restaurativa. Barbacci, che ricoprì la càrica di soprintendente ai monumenti dell'Emilia negli anni più drammatici del conflitto e può a buon diritto essere considerato il maggiore testimone vivente in materia, ha voluto illust rare le vicende di edifici di inestimabile valore storico-artistico, come le chiese di S. Francesco, S. Domenico, S. Petronio, l'Annunziata o i palazzi dell'Archiginnasio, della Mercanzia, d'Accursio, che furono vittime dei bombardamenti aerei e ai quali l'autore pffrì le proprie perizie tecniche ed estetiche, prodigandosi sia nell'opera di prevenzione, malgrado gli insufficienti mezzi di cui potè disporre, sia in quella di recupero, di restauro e di reintegrazione. Chi voglia rendersi conto delle proporzioni dello sforzo compiuto dai restauratori dovrà vedere in particolare le note su alcune preziose sculture, quali il portale in cotto del Corpus Domini o la tomba di Rolandino de' Passeggeri, recuperate letteralmente in briciole dalle macerie e ricostruite per intero, grazie a un'opera di pazienza e di competenza che tocca i limiti dell'incredibile. Quasi trecento fotografie consentono al lettore di verificare gli avvenimenti descritti con la perentorietà dell'evidenza. Anna Pozzi e Paola Vandelli DA CEZANNE Al SURREALISTI Paravia,'Torino 414 pagine, 7800 lire (mario ròbiglio) Il testo raccoglie scritti scelti atti ad esporre chiaramente e con dovizia di particolari i fatti di cui sono stati testimoni o depositari i più autorevoli artisti contemporanei. Dalla fine del secolo al movimento Surrealista le autrici, laureate in estetica a Bologna e collaboratrici del Verri, propongono la concezione della poesia che è propria di ogni artista senza mai discostarsi dalle norme abituali e generali strettamente riferite all'arte figurativa e al suo processo di elaborazione. Da un insieme di osservazioni critiche il testo ci riporta alle testimonianze, ai momenti, ai tempi entro i quali hanno agito gli artisti. Confronti e dispute, dichiarazione di programmi, controanalisi, convergenze e divergenze, manifesti : scritti e testimonianze focalizzano e puntualizzano, di volta in volta, un'epoca, un movimento, un periodo artistico. Scaturisce allora con ricchezza di particolari la disputa tra tradizione e avanguardia, resa ancor più completa e documentata dagli aspetti eterogenei e dalla vastità dei movimenti. L'esito finale è quello di mettere in evidenza come, nel Novecento, all'opera si sia andato man mano sostituendo l'intrinseco valore poetico del fare dell'artista. L'antologia è suddivisa in sette bcevi capito ii \ ili ucrcssante risulta il quarto nel quale è messa in rilievo l'intensa lezione spirituale di Kandinsky. Tra un capitolo e l'altro, la lunga serie di scritti e documenti dei pittori, lettere, annotazioni tecniche e filosofiche, quindi una cronologia che spazia dal 1874 al 1930, infine le. schede biografiche. Sintetiche ma complete e rigorose le pagine cronologiche ricostruiscono, a grandi linee, l'intrecciarsi delle poetiche (letterarie, filosofiche, teatrali, artistiche in genere) coinvolgendo il lettore nei princìpi fondamentali dèlie scelte operative. Giuseppe Marchiori ROSALDA GILARDI Museum, Roma 191 pagine s.i.p. (r. g.) Preceduto da una lettera di G. C. Argan e da una breve introduzione di Carmine Benincasa, e seguito da una antologia critica (Russoli, De Micheli, Kaisserlian. Laurenzi, Bovi), Giuseppe Marchiori, nel suo saggio «Vocazione monumentale», illustra l'evoluzione e i caratteri dell'opera di Rosalda Gilardi Bernocco. L'artista, nata a Savona, vive a Locarno e lavora a Baveno sul Lago Maggiore e a Querceta in Versilia, punto di incontro di scultori f amosi, da Moore a Marini. Dai 1957 partecipa alle principali esposizioni internazionali. Nel 1972 è invitata alla Biennale di Venezia, dove Peggy Guggenheim acquista un'opera per il suo Museo. Nel 1973 effettua un viaggio di studio e lavoro in America Latina. Durante tale viaggio tiene un diario di cui nel libro sono riportati due ampi frammenti. Altri scritti dell'artista, a commento delle sue sculture, sono riportati nel corso del volume. «Sono giunta all'astrazione — scrive Rosalda Gilardi — non per un'urgenza intellettualistica, ma per esigenze formali. Dalla mia scultura figurativa all'astrazione non vi fu una rottura ma una continuazione. Nella figurazione e nella forma libera, con la trama dello stesso filo conduttore, ho ricercato nella modellazione di una superficie vibrante, nei piani sempre più larghi ed essenziali, la stessa creazione tridimensionale, per fissare in volume una presenza, una sensazione».