Come Visconti tradì Verga

Come Visconti tradì Verga Come Visconti tradì Verga Luchino Visconti LA TERRA TREMA Cappelli, Bologna, 245 pagine, 2800 lire ALLA Terra trema — come ricorda Francesco Rosi nell'introduzione di questo volumetto, che ne offre una integrale trascrizione — Luchino Visconti lavorò nel '47, con i «mezzi per un documentario», senza avere alle spalle i capitali di una casa diproduzione. Il film, perciò, nacque «dal vero», con la collaborazione di «attori» reclutati fra gli abitanti di Acitrezza, sul canovaccio dei Malavoglia di Verga: senza una sceneggiatura prestabilita, senza una scenografia predeterminata. In questo senso La terra trema si può considerare il documento più radicale del nostro neorealismo: ma ne è anche il documento forse più emblatico. Proprio la ripresa del capolavoro del nostro verismo ottocentesco dà alla Terra trema questo valore emblematico. Nell'infedeltà di Visconti a Verga si può misurare il salto ideologico, pur nella ripetizuone degli schemi narrativi, che contraddistinse il nostro neorealismo novecentesco. La didascalia iniziale dice che «la storia che il film racconta è la stessa che nel mondo si rinnova da anni in tutti quei paesi dove uomini sfruttano altri uomini»; ed è il primo grande tradimento di Visconti. La sua Sicilia, nonostante lo sfoggio di tanto costume locale e l'uso totale del dialetto, è una Sicilia simbolica: è uno spettacolo anonimo di miseria e di sfruttamento, è un possibile paradigma di ribellione sociale, tutto ancora da coniugare. E' la terra del futuro, quel futuro che promette /'«espressione dura e dolorosa» di 'N toni, nella sequenza finale del film: un futuro dì prossima vendetta e di riscatto. La Sicilia di Verga era invece una Sicilia pittoresca e intenerita: in cui la miseria era ancora valore positivo ed elemento di «verità». Quasi una garanzia ecologica, saremmo tentati di dire. Nella Sicilia di Verga si predicava una mitologia del rifiuto e del rifugio dal mondo (come nella Valsolda di Fogazzaro o nella Valle d'Aosta di Giacosa): nella Sicilia di Visconti si rispecchia una «verità» imposta dal mondo, una necessità di utile inquinamento. 'Ntoni che era l'eroe negativo dei Malavoglia, il distruttore dell'ideale (positivo) 'dell'ostrica, diviene invece —proprio per questo ribaltamento di prospettive — l'eroe positivo della Terra trema: la sua rivolta da individuale si fa sociale: la sua fuga (o la sua espulsione) da Acitrezza, diventa apostolato di coscienza di classe. Ed è questo il tradimento più clamoroso di Visconti nel rileggere I Malavoglia. L'altro tradimento vistoso è quello della lingua: l'uso integrale deldialètto in Visconti, che si oppone alla «mediazione» espressiva paternalistica di Verga (al recupero culturale dell'elemento popolare nel «pastiche» stilistico), garantisce invece la possibilità dell'effettiva coscienza di un'autonoma ribellione. Giorgio De Rienzo

Luoghi citati: Bologna, Sicilia, Valle D'aosta, Valsolda