C'è un gulag dell'editoria
C'è un gulag dell'editoria C'è un gulag dell'editoria Gentile direttore, mi sembra giusto intervenire, come parte interessata, alla «disputa» intorno alla piccola editoria e agli autori inediti, sottolineando la mia adesione alle tesi (più volte espresse) di Teodoro Giùttari sulla questione. E non solo perché Giùttari sta dalla mia stessa «parte», ma perché il problema dell'editoria veramente libera sta oggi in Italia a rappresentare uno degli, esempi luminosi ed indicativi della più ampia e complessa problematica della libertà. Gli strangolamenti, spesso pesanti, dei grandi monopoli culturali, l'interesse quasi esclusivo per la grande editoria della grande stampa (e non è fortunatamente il caso del suo ottimo settimanale), il gioco dei grossi premi letterari, il non aiuto di imo Stato insensibile alla libera circolazione della editoria piccola e spesso alternativa, sono alcune delle cause profonde dei problemi che ci assillano. Fortunatamente le difese nostre sono quelle della fantasia e della creatività e ci danno l'opportunità di essere presenti e attivi, di non lasciarci sopraffare in una . parola^Quello che gli editori e gli operatori culturali debbono fare è un piano organico di collegamento, strumenti nuovi per la diffusione, collegamenti con tutti coloro che ancora tengono alla libertà di opinione e di informazione nel nostro Paese. La partita che si giuoca in questi anni è grossa e, senza retorici bizantinismi, il gulag può ancora essere evitato. La piccola editoria ha, in tutto questo, un ruolo determinante. Chi ha a cuore questi problemi capisca,-si schieri dalla nostra parte e ci aiuti. Le polemiche non ci servono. Tommaso Romano Edizioni Thule, Palermo
Persone citate: Teodoro Giùttari, Tommaso Romano
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