Più educazione meno propaganda

Più educazione meno propaganda Più educazione meno propaganda Maria Angiolini CULTURA DI BASE E SCOLARIZZAZIONE Emme, Milano 140 pagine, 3000 lire Kenneth R. Kasiarn L'APPRENDIMENTO NELLA SCUOLA ELEMENTARE E MATERNA tr. di Stefano MagistreEmme, Milano 155 pagine, 3500 lire Carmen Betti EDUCAZIONE E PROPAGANDA Emme, Milano 140 pagine, 2500 lire LA bella collana del Puntoemme curata da Graziano Cavallini si arricchisce continuamente di nuovi titoli Fra i più recenti, segnaliamo tre agili volumetti, che per quanto si occupino di argomenti almeno in parte distinti, possono essere accomunati da una stessa capacità di offrire agli operatori dell'educazione, con un linguaggio semplice e lineare, alcuni punti concreti di riflessione e di rinnovamento nei confronti della situazione scolastica attuale. Il libro della Angiolini avanza una esigenza sulla quale la pedagogia contemporanea si è spesso soffermata, ma che risulta troppo raramente o malamente soddisfatta dalla pratica scolastica più corrente: quella di fondare il processo educativo sull'identità culturale dei ragazzi, e cioè sulla concretezza della loro storia personale, sulla specificità dei loro codici e delle loro abilità concrete. L'approccio a questo problema risulta forse un po' troppo ristretto, basatocom'è sulla solita raccolta di espressioni scritte e parlate, prodotte da un bambino di formazione contadina. La freschezza iniziale di questo modo di impostare il discorso educativo è un po' andata perduta, da quando risulta pra tica ta con freq uenza nella pubblicistica pedagogica di questi anni Ma il libro riesce a far risaltare una problematica educa Uva più ampia e più complessa, nella dialettica tra educazione scolastica ed extrascolastica. Il suo vero significato, che emerge bene dal testo della Angiolini, non è tanto quello un po'abusato di collegare fra loro le varie agenziedisocializzazione, ma di ricordare che non comincia con la scuola la storia educativa dei bambini, e che la scuola, dunque, non può in alcun modo prescindervi. Il li oro dello Haslam si pone a un livello più direttamente metodologico, sforzandosi di individuare le procedure fondamentali su cui basare l'organizzazione dell'ambiente educativo. E'un vero e proprio manualetto che potrà risultare molto utile agli insegnanti di scuola materna e di scuole elementari. Questi ultimi specialmente, più prigionieri dei primi d'una struttura rigidamente predisposta, potranno trovarvi agili indicazioni per una programmazione innovativa. Il libro della Betti è il più interessante, il più dotato d'un effettivo respiro concettuale, precedu to inoltre da una s timolan te Prefazione di Mario Valeri. In sostanza vi si contrappone il concetto di educazione a quello di propaganda, rilevando come il carattere propagandistico della didattica tradizionale, al di là della sua apparente neutralità ideologica, risieda fondamentalmente nel tipo di comunicazione che tende a instaurare fra insegnanti e ragazzi Essa trasmette «messaggi già definiti», e «toglie all'interlocutore la possibilità di valutare criticamente il messaggio stesso e di contribuire ad una sua elaborazione collegata ai propri problemi e alle proprie esperienze reali». E' molto apprezzabile la tensione politica che anima lo scritto della Betti, e che offre uno specifico contributo a riflettere sulle implicanze relazionali del concetto di educazione. Però ci sembra riproporre un po' ingenuamente l'idea che l'educazione vera è soltanto quella che espande spirito critico e creatività. Proprio perché viviamo in una società dove l'educazione è tanto spesso propaganda, come rileva giustamente l'autrice, occorre procedere a una analisi del concetto di educazione che sveli sino in fondo tutte le sue variabili di struttura. Altrimenti c'è il rischio di rimuovere con troppa disinvoltura le contraddizioni esistenziali e culturali che costituiscono qualunque rapporto educativo, senza eliminarle reatine aie. Riccardo Massa

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