Scrittori e crisi l'America ci giudica

Scrittori e crisi l'America ci giudica Scrittori e crisi l'America ci giudica NEL suo numero di dicembre dedicato al Natale, The New York Times Book Review ha fatto il punto tra l'altro sulla situazione della letteratura europea al giro di boa del 1978, L'autore dell'articolo, John Sturrock, così giudica la situazione della narrativa italiana e le sue linee di tendenza: «Mentre gli scrittori tedeschi stanno volgendo la propria attenzione all'interiorità semplicemente perché sono stanchi di prendere in considerazione gli avvenimenti esterni, gli scrittori italiani agiscono così perché non riescono a sopportare l'esteriorità. Sono stufi dei sofismi e dell'incompetenza istituzionalizzati, e perfino il partito comunista, che era una volta la speranza di molti intellettuali, anche di quelli per nulla marxisti, sta perdendo il proprio prestigio. Lo scrivere direttamente di politica è doloroso e inutile : gli italiani si vedono costretti a inventare piuttosto che ad osservare. C'è una specie di moda di fantapolitica, ossia di fantasia politica; cioè di narrazioni di fatti contrari alla realtà che raccontano come potrebbe essere la vita pubblica italiana se soltanto...». Compromettendosi poi con i nomi, Sturrock afferma: «Uno dei migliori scrittori di narrativa in Italia, il disincantato siciliano Leonardo Sciascia, dopo una serie di romanzi sinistramente divertenti sulla corruzione di istituzioni come la magistratura e la Chiesa, si è messo a scrivere dei brevissimi e impietosi resoconti di misteriosi casi semi-politici del passato che non sono mai stati risolti. Non sono mai stati risolti, Sciascia ci fa capire, perché certi uomini al potere facevano sì che i solitari rappresentanti dell'ordine e della decenza agissero invano. La malattia dell'Italia, in effetti, non è nuova. Sciascia, uno scrittore lucido, profondamente partecipe, è stato tradotto in inglese, ma non ha mai avuto il riconoscimento che gli spetta». Il critico americano così conclude: «Degli scrittori italiani noti all'estero solamente uno, il poeta Eugenio Montale, ha pubblicato qualcosa di recente, una collezione di nuove poesie, sorprendente soltanto perché era stato detto che l'anziano Montale fosse troppo malandato di salute per scrivere ancora. Alberto Moravia, dopo vari volumi di raccerti dozzinali intesi, si direbbe, ad eccitare delle annoiate ma non troppo intelligenti casalinghe romane — ha infine rivolto la sua attenzione ai bambini (...). Italo Calvino, il più geniale fantasioso e divertente narratore italiano di favole, da un po' di tempo tace: la sua reazione all'Italia è di vivere a Parigi».

Persone citate: Alberto Moravia, Eugenio Montale, Italo Calvino, John Sturrock, Leonardo Sciascia, Sciascia

Luoghi citati: America, Italia, Parigi