La seduzione naturalistica

La seduzione naturalistica La seduzione naturalistica p RIMA snobismo, poi vergogna, a poco a poco curiosità: nella avara storia dei rapporti tra il mondo naturale e noi, comincia adesso a entrare qualcosa di insolito, forse un briciolo di amore. Rispettando le regole, e si può a questo punto smettere il rito lussuoso della seduzione: e così stanno facendo, anche in vista delle generali ristrettezze economiche, gli editori nelle collane naturalistiche. Alberi, fiori, orto e giardino, mai come quest'anno si sono presentati in libri-strenna tanto sobri quanto seri e necessari. Il più modesto e minuto, Piante e fiori del terrazzo di Ippolito Pizzetti per le Guide dell'Espresso, costa duemila lire e. non a caso, è il più affascinante. Oltre la sua aria da breviario colto e scarno per settecenteschi promeneurs e anche se gran parte dei capitoli non sono nuovi ma scelti tra antiche e recenti puntate del «Polliceverde», la rubrica di giardinaggio più famosa d'Italia, questo volumetto da mettere in tasca o accanto al guanciale, è non solo un piccolo poema di botanica ma un'offerta, un'indicazione, un regalo di lieve, appena accennata, civilissima felicità. Con la disinvolta noncuranza dell 'esperto che, anche, ama, Pizzetti parla di ampelopsis aconitifolia e di lantana, di caryopteris e di oscularla deltoides come di comuni amici di cui tanto si sa e verso cui il solo rimpian to è di avere troppo diradati incontri. E quando si chiede «perché così poche persone hanno pensato di piantare nel loro giardino Ù "litho- soerum rosmarinifolium'». l'autore non vuol fare sfoggio di stramberia ma ammonire che ogni pianta va cercata, scelta e «voluta» e ha bisogno del nostro personale intervento sicché «il proprio giardino bisogna coltivarlo da sé».Né, inognicaso, botanica e giardinaggio sono degli hobby. «Hobby un corno. scrive Pizzetti, l'hobby è per me un ibrido tra il surrogato, la terapia da minorati e la simulazione». La stessa atmosfera di passione naturalistica, un po' anglosassone (non per nulla Del Giardino di Vita Sackville West Rizzoli, collana Ornitorinco, resta uno degli incontri più appassionanti con il mondo strambo e squisito dei botanici-intellettuali una strenna sempre di gran classe) spira dal recente Giardino degli aromi di Giampaolo Porlezza Taroni (Rizzoli Ornitorinco, pag. 148. L. 8000) dove l'autore raccontando le avventure di menta e lavandula, passiflora e rabarbaro, che personalmente coltiva, giunge sin oltre la soglia di cucina abbinando ad ogni essenza una ricetta con l'intenzione non tanto di farci fare prodezze ai fornelli quanto di indurci ad amare le piccole cose quotidiane. Idea condivisa, sia pure con meno fantasia e molta praticità da II nostro orto (Fabbri, pag. 192. L. 5000): un album gradevolmente illustrato, fittissimo di informazioni sia nella prima parte che costituisce una sorta di guida all'orticultura quanto nella seconda dedicata alla coltivazione e alla cucina. Un piccolo charme, oltre alla assoluta serietà, c'è anche nel Curarsi con i fiori di Fubrice Bardeau (Mondadori, pag. 249. L. 5000), uno degli ultimi e più raccomandabili titoli sulla divulgazione di una millenaria medicina «anomala», troppo spesso pericolosamente offerta a sprovveduti lettori. Accanto ad esso possono degnamente figurare Le piante e la salute di Bourdelon e Ridayre (Satani Informazione, pag. 223. L. 2600), Scoprire, riconoscere e usare le erbe di Rovesti Boni - Patri - Bartolomelli (Fabbri, pag. 724, L. 15.000) oltre a quei classici, preziosi e intramontabili che sono II libro degli alberi e II libro degli arbusti di Pierre Lieutaghi ristampato anche quest'anno da Rizzoli (due volumi pag. 894, L. 25.000). Per chi voglia sapere molto e in modo corretto sulle essenze adatte a vivere con noi negli appartamenti affumicati e assetati di città, Le piante in casa (Rizzoli, pag. 383. L. 10.000) dicono tutto o quasi con foto nitidissime e testo intelligente. Con Le piante del giardino la De Agostini (pag. 92. L. 3000) intende aiutare, pur entro limiti modesti, la ricerca di un impianto arboreo giusto ed equilibrato. Proposito ripreso, con più ampio respiro, dalla Guida agli alberi ed arbusti d'Europa che, per la Zanichelli (pag. 208. L. 8800). Oleg Polunin fa seguire questànno al precedente e importante studio sui Fiori d'Europa. Ma perché tener sempre e ' ranto rigorosamente separati inondo vegetale e mondo animale? Olivier Paccaud. ornitologo svizzero di livello internazionale, lo considera un grande errore e nella sua Scoperta della natura (Longanesi, pag. 303. L. 15.000) invita ad osservare globalmente monti, mare, laghi e campagne senza abbandonarsi all'esotico. all'inconsueto poiché le meraviglie sono qui a due passi da casa, appena voltato l'angolo: basta imparare a riconoscerle. Mirella Appetti

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