Tutti i segreti di Simenon di Renato Proni

Tutti i segreti di Simenon Nell'archivio dello scrittore, all'università di Liegi Tutti i segreti di Simenon La corrispondenza con Gide, e Cocteau, le relazioni con tutti i personaggi del gran mondo internazionale. Una statua per Maigret, nella dttadina olandese dove fu scritto il primo romanzo sul commissario LIEGI — Cosa avrà mai combinato Federico bellini al suo amico Georges Simenon? Per saperlo bisognerebbe interpellare il commissario Maigret, ma c'è sotto una storia «poco pulita». Sentite infatti con quali toni di «colpa» il grande Federico scrive a Simenon il 24 gennaio di quest'anno. «Caro amico Simenon, rispondo con un po' di ritardo al suo telegramma perché ero combattuto tra la voglia di venirla a trovare e il timore che la faccenda Casanova Gaumont ecc. ecc. buttasse un'ombra ingombrante e indesiderata sul nostro incontro. Alla fine ho sentito che la nostra amicizia può sopportare questo fastidio e così verrò a Losanna e da quella città le telefonerò un paio di giorni prima. Vabene? L'abbraccio con molto affetto, carissimo grande amico, e sono un po'emozionato all'idea di vederla tra qualche tempo. Le auguro giorni sereni Federico Fellini». E' chiaro che il «maestro» aveva qualcosa da farsi perdonare, ma la storia ha avuto comunque un lieto fine: ecco esposta assieme alla lettera, nella biblioteca dell'Università di Liegi anche la fotografia di uno dei più grandi scrittori di gialli con uno dei maggiori registi italiani Stiamo visitando la mostra parziale dei documenti che appartengono al centro studi dell'Università di Liegi: ad essa Simenon ha lasciato nel 1972 il suo prezioso archivio (4127 pezzi che riassumono tutta la storia della sua vita, dalla fotografia del nonno cappellaio alla sua pagella della scuola elementare — prese 293 punti su 315 —, dal suo primo libro ai film con Jean Gabin e con Brigitte Bardot). Il commissario Maigret figura anche lui ma nella statua che gli hanno eretto in Olanda a Delfsijde ove fu scritto il primo romanzo con il famoso commissario: portava il titolo di Pietro il lettone ed uscì per i tipi di Arthème Fayard, a Parigi C'è molta bibliografia sul fenomeno Simenon-Maigret (lo scrittore ha compiuto i 74 anni il 12 febbraio di quest'anno) e anche una tesi pubblicata, che troviamo perlomeno «curiosa». Si intitola Simenon senza Maigret ed è stata scritta dalla laureanda all'Università Bocconi di Milano Gabriella Astori, rela toreil professor Carlo Bo. Diciamo curiosa perché Simenon si identifica, ormai quasi indissolubilmente, con Maigret Dalle fotografie e dalle lettere esposte alla mostra si comprende che Simenon ama la vita e gli amici, non sol-, tanto la solitudine della sua lussuosa villa di Epalinge, nei pressi di Losanna. Si vede Simenon con Henry Miller, la Begum, Cocteau, EemandeU Charles Boyer, Kurd Jurgens, Jeanne Moreau e con Raf Vallone. Il mondo del cinema lo conosce bene, e così quello dell'arte e della letteratura «seria». Suoi amici corrispondenti sono stati Jean Cocteau (che mandava lettere telegrafiche quasi incomprensibili) e André Gide. Ecco una lettera di Cocteau come abbiamo potuta decifrarla: «Silenzio intollerabile, vengo a mangiare a qualsiasi ora meno la domenica. Telefonerò alla vigilia, arrivo domani». E'un messaggio del 1955. Cocteau sentiva il bisogno di chiacchierare con l'ideatore di Maigret. Più affettuosa è la lettera di André Gide. Dice: «La vostra lettera mi giunge appunto nella mia lunga convalescenza. Sembra (ma me lo hanno detto solo ora) che. abbia evitato di poco l'intervento chirurgico al fega to. Dopo più di un anno di clinica, di riposo forzato, mi sento ringiovanito, pieno di ardore per il lavoro, di appetito e di "ghiottoneria". Mi accingo alla preparazione del film I sotterranei del. Vaticanodi cui tengo a occuparmi iostesso. Avrò piacere di stare qualche tempo da voi. perché avrei molte cose da dire e da ascoltare. Non voglio però affaticarmi troppo: ho appena rifiutato lo splendido viaggio iti America offertomi da quel governo. Sono felice di sapervi in pieno lavoro, occupato nello scrivere La neve era sporca e spero che (parola incomprensibile, n.d.r.) in uno straordinario rinnovamento che esca dalla polveriera della vostra immaginazione» Era il 22 giugno 1949. Per il resto, la mostra è tutta una antologia di fotografieedi libri, con recensioni in decine di lingue. Si vede Georges Simenon vestito alla marinara, all'aperto, in una fotografia scattata quando frequentava la terza elementare; e ancora vestito da tamburino, una immagine di altri tempi, quasi da Cuore, come del resto appartengono un po' ad altri tempi la cortese inflessibilità e l'acume stesso del commissario Maigret. George Sim (come firmava all'inizio) cominciò presto la sua carriera di scrittore di successo: a quindici anni pubblicò Au pont des Arches con il sottotitolo «Piccolo romanzo umoristico dei costumi di Liegi». Deve essere una lettura affascinante sulla città della Vallonia, capitale del carbone. Però Liegi gli andava stretta ed emigrò presto a Parigi, dove conobbe il mondo letterario che allora contava. Stringeva facilmente amicizia ed ebbe successo: ecco un poster pubblicitario di Paris Matin che afferma di avere acquistato contro un'accanita concorrenza un feuilleton di George Sim per la somma allora astronomica di trecentomila franchi (sarà stata una esagerazione promozionale?). Amava l'America e si travestiva all'occorrenza da cowboy, comesi vede in una fotografia scattata nell'Arizona nel 1948. Ebbe un'educazione semplice, tradizionalmente cattolica (ottenne un premio in catechismo prima della Comunione) e naturalmente iniziò a scrivere per un giornale. La Gazzetta di Liegi Nel 1952 tornò a Liegi da Parigi, ormai scrittore di grande successo. La Gazzetta diede il titolo principale della V pagina all'avvenimento con le parole: «Ha fatto battere il cuore dell'Olire Mosa e ha pianto rivedendo il suo vecchio professore». Nonostante sia nato ufficialmente in Olanda, anche Maigret, come Simenon, è un personaggio del «Ponte degli-Archi», tutto liegiois. Renato Proni